CAMBI
Famiglia di mercanti fiorentini attivi fra il XIV e il XVI secolo tradizionalmente distinti dalle casate omonime con l'appellativo "da Querceto", località nei pressi di Castelfiorentino da dove erano emigrati a Firenze; avevano le loro case in Borgognissanti, in via dei Legnaiuoli. Domenico del fu Cambio era setaiolo nel 1383, suo figlio Giovanni, sposato a Cecca di Piero Baldovinetti, era mercante nel 1432, suo nipote Niccolò di Giovanni nel 1458 era statutario dell'arte dei mercanti di Por S. Maria. Di Niccolò di Giovanni era fratello un Bernardo, mercante, di cui ci restano quattro libri di conto (Firenze, Biblioteca nazionale, fondo Ginori Conti)che permettono di ricosumirne l'attività.
Bernardo, che fu prevalentemente setaiolo, iniziò le sue attività mercantili in Puglia e frutto dei primi anni di lavoro furono i 1.000 fiorini che investì in una società in accomandita, con capitale complessivo di 4.500 fiorini, costituita all'inizio del 1436 con Buonsignore Benzi e Pace de' Guarienti "e chompagni di chorte di Roma" intitolata a Bernardo Cambi e Forese da Rabatta. Quest'ultimo, aveva anche interessi a Londra, a Ginevra e a Venezia, e la compagnia si interessò anche largamente di assicurazioni marittime. Nel marzo del 1436 Bernardo si trasferì a Bruges: qui all'inizio del 1448 riuscì a ottenere il dissequestro di merci trasportate dalle galee fiorentine e bloccate su richiesta di mercanti portoghesi. Lasciata Bruges per Firenze il 10 apr. 1448, vi ritornò poco dopo e vi rimase fino al 16 apr. 1450, quando fece ritorno nella città toscana passando per Parigi, Vienne, Ginevra, Milano e Bologna. A Firenze sposò il 21 giugno 1450 Caterina di Lorenzo di Gino Capponi. Ripartito per Bruges, rientrò a Firenze nell'autunno 1454 e di lì continuò a dirigere i suoi affari.
Nel frattempo egli aveva esteso, insieme con il da Rabatta, le sue attività anche nel campo bancario e per gli anni 1470-1484 sappiamo che esistevano una "ragione del banco che dice Antonio da Rabatta e Bernardo Cambi in Firenze", una "ragione" di Bruges, dove era Ranieri Ricasoli, e una "ragione" di Pisa; la compagnia era anche presente sulla piazza di Londra dove fu utilizzata dalla Camera apostolica. Bernardo, che, come il padre Giovanni e il fratello Niccolò, fu dei Priori nel 1455 e nel 1469, fece parte della Balia del 1466, fece testamento il 17 marzo 1480.
Fin dal 1451 Bernardo si era diviso dal fratello Niccolò, che pure lo aveva aiutato finanziariamente agli inizi della sua carriera mercantile, conservando fra l'altro le possessioni di Castelfiorentino e della Valdelsa. I figli di Niccolò collaborarono nelle aziende dello zio: Giovanni fu ad esempio a Bruges; poco sappiamo dell'altro figlio Piero, savonaroliano, che nel 1502venne accoltellato da Giovanni Baroncelli di cui, come membro degli Otto, aveva fatto condannare il figlio; da lui nacque Priore, mercante, che fece testamento, in Avignone, nel 1548, istituendo eredi i suoi fratelli Niccolò e Silvestro, e in caso di estinzione della linea - il che avvenne - i discendenti di Bernardo. La diversità di fortune dei due rami può forse spiegare come i figli di Niccolò siano stati accesi savonaroliani mentre Giovanni (decapitato nel 1497 per aver preso parte a una congiura filomedicea) e Antonio, figli di Bernardo, sostennero i Medici.
Diretto erede di Bernardo, di cui continuò anche i libri di conto, fu Antonio, nato il 2 ott. 1451, pure lui dei Priori, sposato nel 1475 con Nanna di Iacopo Ridolfi, banchiere e setaiolo, che fece testamento il 13 maggio 1498. I suoi figli Iacopo e Lorenzo, che dovevano assicurare la discendenza della famiglia, mantennero indivisi i loro beni e, pur essendo rimasti impegnati nel commercio della seta, cessarono presto dall'avere una loro "ragione". Eredi dello zio Giovanni di Bernardo, rimasero legatissimi ai Medici ai quali spesso ebbero occasione di rivolgersi come testimoniano numerose lettere di Iacopo da Roma del 1513, 1514, 1515, 1517, 1518, 1523 e 1524 indirizzate a ser Giovanni da Poppi e a Francesco Fortunati, e altre, di Lorenzo, da Firenze, del 1501, del 1504 e del 1514, indirizzate a Lorenzo di Pietro di Lorenzo de' Medici e a Francesco Fortunati.
Fonti e Bibl.:Firenze, Bibl. nazionale, Poligrafo Gargani, nn. 456-458; Arch. di Stato di Firenze, Arch. Mediceo av. il Principato, Inventario, Roma 1951-1963, ad Indices;L. Landucci, Diario fiorentino dal 1450 al 1516, Firenze 1883, p. 156; P. Ginori Conti, Carte Cambi da Querceto (secc. XV-XVI). Inventario e descrizione, Firenze 1939, passim;M. E.Mallett, The Florentine galleys in the fifteenth century, Oxford 1967, p. 91; R. De Roover, Il banco Medici dalle origini al declino (1397-1494), Firenze 1970, ad Indicem;N.Rubinstein, Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494), Firenze 1971, p. 355.