Vedi Cambogia dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Dilaniata dalla guerra civile e dal regime autoritario di Pol Pot negli anni Settanta, dal 1991 la Cambogia vive una situazione di relativa pace e stabilità e ha visto migliorare i rapporti con i vicini e con la comunità internazionale.
La Cina, unico paese che ha continuato a fornire aiuti alla Cambogia durante il regime dei Khmer rossi, è ancora oggi l’alleato principale e un importante partner economico. A sua volta, il primo ministro cambogiano Hun Sen è impegnato nel perseguire la politica di ‘una sola Cina’, non riconoscendo Taiwan come stato sovrano. Con l’obiettivo di contrastare l’influenza cinese, anche gli Stati Uniti hanno stretto legami con la Cambogia. La relazione tuttavia è resa difficoltosa dai vincoli posti dagli Stati Uniti, che subordinano gli aiuti al rispetto dei diritti umani, e dalla consolidata partnership con Pechino. Dal 1999, la Cambogia è membro dell’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (Asean), organismo di integrazione regionale, all’interno del quale ha costantemente assunto posizioni filocinesi.
Circa i rapporti con l’Unione Europea, la Cambogia è parte dell’iniziativa ‘Everything but Arms’, che prevede l’eliminazione dei dazi per le importazioni provenienti dai paesi meno avanzati per tutti i prodotti eccetto le armi.
In Cambogia la monarchia rappresenta il simbolo dell’unita nazionale, mentre il potere esecutivo è affidato a un governo nominato sulla base degli equilibri parlamentari. L’attuale primo ministro Hun Sen, al governo dal 1979, è esponente del Partito popolare cambogiano (Kanakpak Pracheachon Kâmpuchéa, Kpk), che nelle contestate elezioni del 28 luglio 2013 è riuscito a confermarsi, pur perdendo, rispetto al 2008, 22 seggi a favore del nuovo Cambodia National Rescue Party (Cnrp). L’esito della tornata elettorale era annunciato, ma la mancata affermazione del Cnrp guidato da Sam Rainsy ha provocato un’ondata di malcontento da parte dei suoi sostenitori, che non ha precedenti nelle ultime decadi, sfociata in imponenti manifestazioni di piazza. I leader del Cnrp hanno denunciato il partito di Hun Sen di brogli. Si è cosi creata una situazione di totale stallo politico e istituzionale. Se da un lato appare improbabile che l’uomo forte di Phnum Penh metta in discussione la propria vittoria, dall’altro sarà ineluttabile una rilevanza del Cnrp negli equilibri nazionali.
La popolazione cambogiana è composta per il 90% da Khmer, per il 5% da Vietnamiti e per l’1% da Cinesi. La quasi totalità dei cambogiani (95%) è di religione buddista Theravāda (la scuola buddista più antica, fondata in India e presente anche in Laos, Myanmar e Thailandia).
Esistono alcune minoranze cristiane, islamiche e animiste. La popolazione è giovane (l’età mediana è di circa 23 anni), composta prevalentemente da donne, a causa del numero di morti tra gli uomini durante la dittatura e i conflitti, e residente soprattutto nelle campagne. La campagna per combattere il virus dell’Hiv, una vera piaga sociale, che nel 1997 aveva aggredito il 3% della popolazione, ha avuto successo: la percentuale era già scesa allo 0,5% nel 2009.
La corruzione è diffusa e rappresenta un freno allo sviluppo economico e alla stabilita sociale: la Cambogia è al 157° posto su 176 nella classifica mondiale di Transparency International.
Altro fenomeno preoccupante: la diffusione del land grabbing, ossia la vendita a imprese private della terra, fenomeno che di frequente crea forti tensioni tra le comunità locali e le autorità.
La Cambogia è uno dei paesi più poveri del mondo e l’economia risente tuttora degli effetti della dittatura khmer che ha compromesso lo sviluppo delle infrastrutture e del capitale umano. Allo stesso tempo, quella cambogiana è una delle economie più dinamiche della regione.
Le esportazioni cambogiane sono dirette principalmente verso gli Stati Uniti, mentre le importazioni provengono in gran parte da membri dell’Asean (Thailandia e Vietnam) e dalla Cina.
Oltre a prodotti tessili, il paese esporta gomma e legname, mentre dipende dalle importazioni soprattutto per quanto riguarda petrolio e materiale da costruzione. La Cambogia non possiede idrocarburi, ma le foreste rappresentano una grande risorsa. L’energia deriva in gran parte da biomasse (72,9%) e dal petrolio (26,2%). Pur limitando la dipendenza dalle importazioni, l’uso delle biomasse porta a una maggiore deforestazione, aggravata anche dall’espansione agricola. In ogni caso in Cambogia la percentuale (15,6) di nuove biomasse, ecologicamente sostenibili, è tra le più alte al mondo. Tuttavia molto resta da fare per quanto riguarda l’accesso all’elettricità, attualmente garantita soltanto a poco più di un quarto della popolazione. Ciò, fra l’altro, pone il paese in fondo alla classifica degli stati Asean, a eccezione del Myanmar.
Difesa e sicurezza
Nel 2006 il parlamento cambogiano ha adottato una legge che obbliga gli uomini dai 18 ai 30 anni a registrarsi presso l’esercito e, se selezionati, a compiere il servizio militare per 18 mesi. Tale legge è stata criticata poiché in controtendenza rispetto agli sforzi internazionali per il disarmo. Allo stesso tempo aumentano le pressioni affinché la Cambogia continui a diminuire la spesa militare (al 3% negli anni Novanta, e poi lentamente ridotta fino all’1,5% del pil odierno) a favore delle spese per istruzione e sanità (quest’ultima arrivata al 5,7% del pil nel 2011).
Dal punto di vista della sicurezza interna, recentemente il paese ha registrato alcuni progressi nella riduzione delle mine antiuomo. Il numero di incidenti è crollato da 4320 del 1996 ai 211 del 2011 e circa metà delle zone contaminate sono ora sminate.
In campo internazionale la Cambogia partecipa alla missione Unifil in Libano e Unmiss in Sud Sudan, rispettivamente con 216 e 145 effettivi.
Sul piano regionale i rapporti con il Vietnam, ex nemico, sono oggi distesi grazie anche alla storia personale di Hun Sen, il cui accesso al potere fu appoggiato dai vietnamiti. La questione territoriale è invece alla base delle tensioni con la Thailandia, poiché, nonostante una sentenza della Corte internazionale di giustizia del 1962, Bangkok rivendica la sovranità sull’area del tempio di Preah Vihear. La tensione latente tra i due paesi ha raggiunto il suo apice con gli scontri di confine che nel 2011 hanno provocato la morte di diversi soldati. L’11 novembre del 2013 la Corte all’unanimità ha confermato l’interpretazione del 1962, accogliendo le rivendicazioni cambogiane sull’area del tempio e le sue vicinanze. Una vittoria diplomatica solo a metà per la Cambogia che reclamava la sovranità anche su un’area limitrofa, e allo stesso tempo una sentenza che dovrà essere seguita da negoziati bilaterali per avere effetto. La relativa tranquillità dei rapporti con Bangkok va anche ricollegata all’amicizia tra Hun Sen e Thaksin Shinawatra (ex premier e fratello dell’attuale primo ministro, Yingluck Shinawatra), ma le dinamiche politiche interne alla Thailandia potrebbero complicare il quadro.
Nell’ottobre 2012 è morto Norodom Sihanouk, figura di primo piano della storia cambogiana contemporanea. Succeduto sul trono al nonno nel 1941 con l’appoggio del governo francese di Vichy (all’epoca la Cambogia era parte dell’Indocina francese), collaborò con gli occupanti giapponesi. Rimasto sul trono anche dopo il ritorno dei francesi, Sihanouk guidò il paese nella difficile transizione postcoloniale, evitando che il conflitto scoppiato nel confinante Vietnam destabilizzasse anche la Cambogia. Tra alterne vicende e temporanei esili, Sihanouk rimase in carica anche durante il regime dei Khmer rossi, pur subendo un periodo di prigionia. Nuovamente in esilio dopo l’invasione vietnamita, guidò l’opposizione nazionalista e, dopo il collasso sovietico, ritornò in Cambogia, riconquistando la corona per oltre un decennio. Nel 2004 abdicò per ragioni di salute in favore di suo figlio e si ritirò in Corea del Nord e poi in Cina, fino alla morte, avvenuta il 15 ottobre del 2012.