CAMBOGIA.
– Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Libera D'Alessandro. – Stato dell’Asia sud-orientale, nella penisola indocinese. Il Paese (15.408.270 ab., secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economicand Social Affairs, del 2014) ha registrato un aumento del PIL di oltre il 7% annuo tra il 2010 e il 2014. La crescita economica è trainata dalle esportazioni di abbigliamento, dall’edilizia, dall’agricoltura e dal turismo. Quest’ultimo è cresciuto soprattutto grazie agli arrivi stranieri, che hanno superato i 2 milioni all’anno dal 2007 fino a raggiungere gli oltre 3 milioni nel 2012. Benché il Paese abbia visto aumentare progressivamente l’Indice di sviluppo umano (0,584 nel 2013) e abbia raggiunto, secondo stime della Banca mondiale, il dimezzamento della povertà nel 2009, le condizioni di vita nelle aree rurali appaiono tuttora problematiche. Con un tasso di povertà del 18,6%, nel 2012 la C. contava quasi 3 milioni di poveri e più di 8 milioni di quasi poveri, il 90% dei quali viveva nelle campagne. Anche in tali spazi, tuttavia, si sono registrati miglioramenti nei campi della salute materna, dell’assistenza alla prima infanzia e dell’educazione primaria.
Storia di Paola Salvatori. – Per tutto il primo decennio del 21° sec. la situazione politica della C. rimase sostanzialmente inalterata, dominata dal Partito popolare cambogiano (PPC) e dal suo leader Hun Sen, primo ministro dal 1985. L’inefficienza e la diffusa corruzione dell’apparato amministrativo e giudiziario e la carenza di infrastrutture continuarono a ostacolare il processo di sviluppo del Paese, tra i più poveri del continente asiatico, anche se un certo successo incontrarono le politiche governative volte ad attirare capitali stranieri e a incrementare il turismo. La principale forza di opposizione guidata da Sam Rainsy (Partito di Sam Rainsy, PSR), soggetta a restrizioni e intimidazioni, rimase confinata ai margini della vita politica, e nelle elezioni del 2008 ottenne solo 26 seggi su 123, contro i 90 del partito di governo che riuscì a conquistare anche i voti dell’elettorato monarchico, con il conseguente crollo del Fronte unito nazionale per una Cambogia indipendente, neutrale, pacifica e cooperante (FUNCINPEC), passato da 26 a 2 seggi. Negli anni successivi l’insofferenza della popolazione nei confronti dell’esecutivo andò crescendo e il PPC cominciò a perdere consensi. Nelle elezioni del luglio 2013 il partito di governo subì un brusco calo ottenendo solo 68 seggi, mentre il Partito di salvezza nazionale cambogiano (PSNC), nato dalla fusione del Partito di Sam Rainsy e del Partito dei diritti umani, ne conquistò 55. Il PSNC contestò i risultati elettorali, accusando il governo di brogli, e boicottò i lavori parlamentari, mobilitando la piazza. Protrattesi nei mesi, le manifestazioni sfociarono nel gennaio 2014 in veri e propri scontri con le forze di polizia che provocarono alcuni morti. Alla fine il governo accettò di aprire un tavolo negoziale con l’opposizione, che in luglio decise di porre fine al boicottaggio sulla base di un accordo che prevedeva riforme elettorali e la condivisione della guida del Paese. Stabili rimasero in questi anni le relazioni internazionali con la Cina e i Paesi vicini.