Vedi Cambogia dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Dal 1991 la Cambogia vive una situazione di relativa pace e stabilità e ha visto migliorare i propri rapporti con i vicini e con la comunità internazionale dopo i decenni di guerra e violenza che hanno seguito la fine della guerra del Vietnam. Dilaniata prima dalla guerra civile e dal regime autoritario di Pol Pot negli anni Settanta, poi dall’invasione da parte vietnamita, la Cambogia, infatti, è stato nel recente passato lo stato più turbolento dell’intera area del Sud-Est asiatico. Oggi la Cina, unico paese che continuò a fornire aiuti alla Cambogia durante il regime dei Khmer Rossi, è ancora un importante alleato, ma soprattutto un partner economico fondamentale. A sua volta, il primo ministro cambogiano Hun Sen è impegnato nel perseguire la politica di ‘una sola Cina’, non riconoscendo Taiwan come stato sovrano. Pur non figurando come primo partner commerciale di Phnom Penh, la Cina costituisce la prima fonte di investimenti esteri del paese, posizionandosi su livelli nemmeno lontanamente comparabili, per esempio, a quelli statunitensi: nello scorso biennio oltre 6 miliardi di dollari dal Dragone, contro i circa 100 milioni provenienti da oltreoceano. La relazione con Washington è resa difficoltosa dai vincoli posti dagli Stati Uniti, che subordinano gli aiuti al rispetto dei diritti umani. Dal 1999, la Cambogia è membro dell’Associazione delle nazioni del sud est asiatico (Asean), organismo di integrazione regionale, all’interno del quale il paese ha assunto spesso posizioni filo-cinesi. Sul piano regionale i rapporti con il Vietnam, nemico storico, sono oggi molto stretti grazie anche al retaggio di Hun Sen il cui accesso al potere fu appoggiato dai vietnamiti. Proprio l’astio nei confronti del vicino a oriente si ripercuote sulla politica interna cambogiana quale elemento chiave della propaganda del partito d’opposizione nei confronti di Hun Sen. La questione territoriale è invece alla base delle tensioni con la Thailandia, dato che, nonostante una sentenza della Corte internazionale di giustizia del 1962, Bangkok rivendica la sovranità sull’area del tempio di Preah Vihear. La tensione latente tra i due paesi ha raggiunto il suo apice con gli scontri di confine che nel 2011 hanno provocato la morte di diversi soldati. Tuttavia, l’11 novembre del 2013 la Corte all’unanimità ha confermato l’interpretazione del 1962, accogliendo le rivendicazioni cambogiane relative all’area del tempio e alle sue vicinanze. Una vittoria diplomatica solo a metà per la Cambogia, che reclamava la propria sovranità anche su un’area limitrofa, e allo stesso tempo una sentenza che dovrà essere seguita da negoziati bilaterali per l’implementazione. Circa i rapporti con l’Unione Europea, la Cambogia è parte dell’iniziativa ‘Everything but Arms’, che prevede l’eliminazione dei dazi per le importazioni provenienti dai paesi meno avanzati per tutti i prodotti eccetto le armi. Tuttavia gli effetti di tale schema non sono scevri da rischi e controversie in particolare quando si combinano con il land grabbing e la violazione dei diritti umani. Sul fronte interno, in Cambogia la monarchia rappresenta il simbolo dell’unità nazionale, mentre il potere esecutivo è affidato ad un governo nominato sulla base degli equilibri parlamentari. L’attuale primo ministro Hun Sen, al governo a partire dal 1979, è esponente del Partito popolare cambogiano (Kanakpak Pracheachon Kâmpuchéa, KpK), che nelle controverse e contestate elezioni del 28 luglio 2013 è riuscito a confermarsi pur perdendo rispetto al 2008 ventidue seggi a favore del neo-costituitosi Cambodia National Rescue Party (CnRp). L’esito della tornata elettorale era annunciato, ma la mancata affermazione del CnRp guidato da Sam Rainsy ha provocato un’ondata di malcontento popolare senza precedenti nelle ultime decadi sfociata in imponenti manifestazioni di piazza. I leader del CnRp hanno immediatamente denunciato il partito di Hun Sen per brogli e si è venuta a creare una situazione di stallo politico ed istituzionale che è durata per un anno ed è stata caratterizzata da un’elevata instabilità politica e sociale. Nel luglio 2014 i due partiti hanno trovato un accordo basato su un processo di riforme, a partire da quella relativa alla Commissione Elettorale. L’accordo ha per ora posto la parola fine al boicottaggio delle sessioni parlamentari da parte del CnRp, ma la situazione politica resta incerta.
La popolazione cambogiana è composta per il 90% da khmer, per il 5% da vietnamiti e per l’1% da cinesi. La quasi totalità dei cambogiani (95%) è di religione buddista Theravāda (la scuola buddista più antica, fondata in India e presente anche in Laos, Myanmar e Thailandia), e vi sono alcune minoranze cristiane, islamiche e animiste. La popolazione è giovane (l’età mediana è di circa 23 anni), composta prevalentemente da donne a causa della guerra civile, e dislocata soprattutto nelle campagne. Il tasso di alfabetizzazione è del 73,9%, tra i più bassi fra i membri dell’Asean, ma aumenta all’88,4% per i ragazzi dai 15 ai 24 anni. Anche se la scolarizzazione primaria supera il 98%, il lavoro minorile resta un fenomeno diffuso, che interessa quasi la metà dei bambini. Inoltre i laureati non sono numerosi e questo comporta scarsità di lavoro qualificato. La corruzione è diffusa e rappresenta un freno allo sviluppo economico e alla stabilità sociale: la Cambogia è al 160° posto su 176 nella classifica mondiale di Transparency International sulla corruzione percepita. Le problematiche dell’educazione e della corruzione si incontrano nella prassi largamente diff usa di vendita degli esami da parte degli insegnanti, contro cui recentemente il governo ha cercato di lanciare una battaglia a tutto campo. Altra criticità è quella del land grabbing, fenomeno che di frequente produce tensioni tra le comunità locali e le autorità.
La Cambogia è uno dei paesi più poveri del mondo e l’economia risente tuttora degli effetti della guerra civile che ha compromesso lo sviluppo delle infrastrutture e del capitale umano. Allo stesso tempo, essa è una delle economie più dinamiche della regione. L’agricoltura rappresenta ancora una parte fondamentale della struttura produttiva (il 36,5% del pil) ed è caratterizzata dalle coltivazioni di riso. L’industria sta tuttavia crescendo rapidamente, in particolare nei settori tessile e calzaturiero, che sono orientati all’esportazione e godono di ingenti investimenti dall’estero, aumentati negli ultimi anni. I servizi contano per il 40,2% del pil: i settori più sviluppati sono i servizi finanziari e il turismo; in particolare quest’ultimo sta conoscendo negli ultimi anni una forte espansione (circa il 25% su base annua nel 2012), contribuendo a riequilibrare almeno in parte il passivo nella bilancia commerciale.
Le esportazioni cambogiane sono dirette principalmente verso gli Stati Uniti, mentre le importazioni provengono in gran parte da membri dell’Asean (Thailandia e Vietnam) e dalla Cina. La bilancia commerciale è in passivo, nonostante la forza di alcuni settori intensamente indirizzati all’esportazione, come nel caso del tessile che costituisce circa il 70% dell’export totale. Proprio il carattere globale dei clienti del paese – nell’ultimo anno circa il 55% dell’export è stato convogliato verso Usa, Regno Unito, Germania e Canada – e la dipendenza dal tessile hanno determinato il crollo del pil nel 2009. L’economia si è però ripresa prontamente e si stima che il paese possa crescere a un ritmo del 7,4% nei prossimi cinque anni dopo il 7,2% del 2014. Oltre ai prodotti tessili il paese esporta gomma e legname, mentre dipende dalle importazioni soprattutto per quanto riguarda petrolio e materiale da costruzione.
La Cambogia non possiede idrocarburi, ma le foreste rappresentano una grande risorsa per il paese. L’energia deriva in gran parte da biomasse (72,9%) e dal petrolio (26,8%). Pur limitando la dipendenza dalle importazioni ciò porta ad una maggiore deforestazione, aggravata anche a causa dell’espansione agricola. Va sottolineato, però, che in Cambogia la percentuale (15,6) di nuove biomasse, ambientalmente sostenibili, è tra le più alte al mondo. Tuttavia molto resta da fare per quanto riguarda l’accesso all’elettricità, attualmente garantita solo a poco più di un quarto della popolazione, dato che pone il paese in fondo alla classifica degli stati Asean a eccezione del Myanmar.
Nel 2006 il parlamento cambogiano ha adottato una legge che obbliga gli uomini dai 18 ai 30 anni a registrarsi presso l’esercito e, se selezionati, a compiere il servizio militare per 18 mesi. La legge è stata criticata poiché in controtendenza rispetto agli sforzi internazionali per la riduzione del settore militare. Allo stesso tempo si registrano pressioni affinché la Cambogia continui a diminuire la spesa militare (al 3% negli anni Novanta e poi lentamente ridotta fino all’odierno 1,6% del pil) a favore dei contributi da destinare a istruzione e sanità.
Dal punto di vista della sicurezza interna, recentemente il paese ha registrato alcuni progressi nella riduzione delle mine anti-uomo risalenti all’epoca della guerra civile. Il numero di incidenti è infatti crollato dai 4320 del 1996 ai 211del 2011 e circa metà delle zone contaminate sono ora sminate.
In campo internazionale la Cambogia partecipa alla missione Unifil in Libano e Unmiss in Sud Sudan, rispettivamente con 216 e 147 effettivi
Nell’ottobre 2012 è morto Norodom Sihanouk, figura di primo piano della storia cambogiana per diversi decenni. Succeduto sul trono al nonno nel 1941 con l’appoggio del governo francese di Vichy (all’epoca la Cambogia era parte dell’Indocina francese), collaborò con gli occupanti giapponesi. Rimasto sul trono anche dopo il ritorno dei francesi, Sihanouk guidò il paese nella difficile transizione post-coloniale, evitando che il conflitto scoppiato nel confinante Vietnam destabilizzasse anche la Cambogia. Tra alterne vicende e momentanei esilii all’estero, Sihanouk rimase in carica anche durante il regime dei Khmer Rossi, pur subendo un periodo di prigionia. Nuovamente in esilio dopo l’invasione vietnamita guidò l’opposizione nazionalista, e dopo il collasso sovietico ritornò in Cambogia, riconquistando la corona per oltre un decennio. Nel 2004 abdicò per ragioni di salute in favore di suo figlio, ritirandosi in Corea del Nord e poi in Cina fino alla morte, dopo avere segnato con la propria presenza oltre sessant’anni di storia della Cambogia.