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Dilaniata dalla guerra civile e dal regime autoritario di Pol Pot negli anni Settanta, attualmente la Cambogia vive una situazione di relativa pace e stabilità e ha visto migliorare i rapporti con i vicini e con la comunità internazionale.
La Cina, unico paese che continuò a fornire aiuti alla Cambogia durante il regime dei Khmer Rossi, è ancora oggi un alleato e un importante partner economico. A sua volta, il primo ministro cambogiano Hun Sen è impegnato nel perseguire la politica di ‘una sola Cina’, non riconoscendo Taiwan come stato sovrano. Con l’obbiettivo di contrastare l’influenza cinese nel paese, anche gli Stati Uniti hanno stretto legami con la Cambogia. Tale relazione tuttavia è resa difficoltosa dai vincoli posti dagli Stati Uniti, che subordinano gli aiuti al rispetto dei diritti umani.
Nel 2001 il parlamento cambogiano ha costituito, all’interno delle corti giudiziarie, un tribunale competente circa i crimini contro l’umanità commessi durante il regime di Pol Pot: le Camere straordinarie. Tuttavia, considerando la debolezza del sistema giudiziario nazionale, nel 2003 il governo ha siglato un accordo con le Nazioni Unite per definire la partecipazione della comunità internazionale alle Camere straordinarie. In base ad esso, al tribunale nazionale sono stati applicati standard internazionali e vi prende parte anche personale internazionale. Anche a causa della burocrazia e della scarsità di fondi, le Camere straordinarie hanno potuto cominciare i propri lavori solo nel 2007, a distanza di più di 30 anni dai fatti. Nel 2008, cinque persone (tra cui il capo di stato e alcuni ministri dell’epoca) sono state incriminate, mentre Pol Pot è morto prima di poter essere processato. Nel luglio 2010 la prima persona processata davanti alle Camere straordinarie, Kaing Guek Eav, è stata condannata a 35 anni di detenzione per vari crimini, tra cui sterminio e tortura.
Sul piano regionale i rapporti con il Vietnam, ex nemico, sono oggi piuttosto distesi, sebbene la questione della delimitazione dei confini non sia ancora completamente risolta. Proprio la questione dei confini è invece alla base delle tensioni con la Thailandia: nonostante una sentenza della Corte internazionale di giustizia del 1962, Bangkok rivendica infatti la sovranità sull’area del Tempio di Angkor e sulle aree marine del Golfo di Thailandia, ricche di risorse naturali. Nell’aprile del 2011 si sono registrati scontri di confine che hanno provocato la morte di più di 10 soldati, esacerbando il conflitto latente tra i due paesi. Dal 1999, la Cambogia è membro dell’Associazione delle nazioni del sud est asiatico (Asean), organismo di integrazione regionale.
La monarchia cambogiana è venerata come simbolo dell’unità nazionale, mentre il potere esecutivo è affidato ad un governo nominato sulla base degli equilibri parlamentari. L’attuale primo ministro Hun Sen, già al governo a partire dal 1979 e più volte premier, è esponente del Partito popolare cambogiano (Kanakpak Pracheachon Kâmpuchéa, Kpk), che nelle elezioni del 2008 ha conquistato 90 seggi su 123 alla camera bassa del parlamento. Il partito ha radici leniniste e persegue un riformismo pragmatico in relazione alle politiche economiche. L’opposizione è vittima di vessazioni, come dimostrato dalla privazione dell’immunità e condanna in absentia a dieci anni di detenzione del leader del principale partito di opposizione, Sam Rainsy, accusato di falso e di aver pubblicato sul sito del partito una mappa con un progetto di invasione da parte del Vietnam. In generale, chiunque critichi l’operato del governo è suscettibile di ritorsioni: nel 2009 l’editore di un giornale che aveva pubblicato articoli sulla presunta corruzione nell’ufficio del vice primo ministro è stato condannato per aver disonorato i pubblici ufficiali.
La popolazione cambogiana è composta per il 90% da Khmer, per il 5% da Vietnamiti e per l’1% da Cinesi. La quasi totalità dei cambogiani (95%) è di religione buddista Theravāda (la scuola buddista più antica, fondata in India e presente anche in Laos, Myanmar e Thailandia), e vi sono alcune minoranze cristiane, islamiche e animiste. La popolazione è giovane (l’età mediana è di quasi 22 anni), composta prevalentemente da donne a causa della guerra civile, e dislocata soprattutto nelle campagne.
Il tasso di alfabetizzazione è del 78%, tra i più bassi fra i membri dell’Asean, ma aumenta all’87% per i ragazzi dai 15 ai 24 anni (anche se gli Obiettivi di sviluppo del millennio prevedono il raggiungimento del 92%). Anche la scolarizzazione primaria va crescendo (89% nel 2008), ma il lavoro minorile resta un fenomeno diffuso e il numero di bambini non iscritti alla scuola rimane elevato (230.428 nel 2008). I laureati non sono numerosi (16.708 nel 2008, di cui solo 4590 donne) e questo comporta scarsità di lavoro qualificato. Le donne sono poco presenti nelle posizioni dirigenziali; inoltre, esse hanno solo il 20% circa dei seggi nella camera bassa del parlamento.
La corruzione è diffusa e rappresenta un freno allo sviluppo economico e alla stabilità sociale. Le appropriazioni indebite di terreni da parte di politici, burocrati e militari sono frequenti.
La Cambogia è uno dei paesi più poveri del mondo e l’economia risente tuttora degli effetti della guerra civile che ha compromesso lo sviluppo delle infrastrutture e del capitale umano. Allo stesso tempo, essa è una delle economie più dinamiche della regione.
L’agricoltura rappresenta ancora una parte importante dell’economia (il 35% del pil) ed è caratterizzata dalle coltivazioni di riso. Tuttavia l’industria sta crescendo rapidamente, in particolare i settori tessile e calzaturiero, che gode di ingenti investimenti dall’estero, aumentati negli ultimi anni anche grazie alla maggiore stabilità politica. I servizi contano per il 41% del pil: i settori più sviluppati sono i servizi finanziari e il turismo (tra le attrattive cambogiane vi è ad esempio il famoso Tempio di Angkor, costruito durante il Regno Khmer di Angkor che ha dominato il paese tra il 10° e il 13° secolo).
Prima della recente crisi economica, la crescita del pil era sostenuta (più del 10% tra il 2004 e il 2007), tuttavia la Cambogia ha risentito della crisi in maniera profonda (−2,1% nel 2009), in parte a causa della riduzione delle esportazioni di tessili dovute alla minore domanda internazionale. Oltre a prodotti tessili il paese esporta gomma e legname, mentre dipende dalle importazioni soprattutto per quanto riguarda petrolio e materiale da costruzione. Le esportazioni cambogiane sono dirette principalmente verso gli Stati Uniti, mentre le importazioni provengono in gran parte da membri dell’Asean (Thailandia e Vietnam) e dalla Cina. Circa i rapporti con l’Unione Europea, la Cambogia è parte dell’iniziativa Everything but Arms, che prevede l’eliminazione dei dazi per le importazioni provenienti dai paesi meno avanzati per tutti i prodotti eccetto le armi.
La Cambogia non possiede petrolio e gas ma le foreste rappresentano una grande risorsa per il paese. Infatti, l’energia prodotta dalla Cambogia è generata per la quasi totalità da biomasse e da una piccola percentuale di idroelettrico. La produzione interna ammonta al 70% del consumo totale, mentre il restante 30% è costituito da petrolio importato. Tuttavia, la maggioranza della popolazione non ha accesso all’elettricità (le percentuali di accesso più elevate si registrano nella capitale Phnum Pénh). Dall’altro lato, la deforestazione sta assumendo proporzioni rilevanti, anche a causa dell’espansione agricola, e i risultati delle iniziative governative non sembrano ancora sufficienti ad arginare tale fenomeno.
Nel 2006 il parlamento cambogiano ha adottato una legge che obbliga gli uomini dai 18 ai 30 anni a registrarsi presso l’esercito e, se selezionati, a compiere il servizio militare per 18 mesi. Tale legge è stata criticata poiché in controtendenza rispetto agli sforzi internazionali per la riduzione del settore militare. Allo stesso tempo vi sono pressioni affinché la Cambogia continui a diminuire la spesa militare (al 3% negli anni Novanta, e poi lentamente ridotta fino all’1,2% del pil del 2008) a favore delle spese per sanità e istruzione (nel 2007 la Cambogia spendeva l’1,6% del pil per l’istruzione e il 5,9% del pil per la sanità).
Dal punto di vista della sicurezza interna, recentemente il paese ha registrato alcuni progressi nella riduzione delle mine anti-uomo risalenti all’epoca della guerra civile. Il numero di incidenti è infatti crollato dai 4.320 del 1996 ai 243 del 2009 e circa il 45% delle zone contaminate sono ora sminate.
In campo internazionale la Cambogia partecipa alla missione Unmis in Sudan con 53 effettivi e ha alcuni osservatori presso la missione Unamid in Darfur.