Cambogia
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geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato dell'Asia sud-orientale, nella penisola indocinese. La popolazione, che al censimento del 1998 risultava pari a 11.437.656 ab. (14.071.000 ab. secondo una stima del 2005), si concentra soprattutto nelle pianure e nelle vallate, e presenta una densità assai debole. La dinamica demografica registra una crescita costante (2,0% nel periodo 2000-2005), in particolare nelle città, a cominciare dalla capitale, Phnom Penh (570.155 ab. secondo una stima del 1998, e 1.350.000 l'agglomerato urbano nel 2005), anche se la percentuale di popolazione urbana rimane ancora molto bassa (19% nel 2003).
L'economia ha mantenuto un profilo che poco si discosta dalla sussistenza, e l'instabilità politica rappresenta un serio ostacolo al progresso. L'ammissione della C. alla World Trade Organization (WTO), nel settembre 2003, era stata ottenuta a prezzo di concessioni che hanno reso la sua economia ancora più vulnerabile nei confronti della concorrenza straniera. Il debito, sia interno sia estero, è andato progressivamente aumentando, mentre gli aiuti internazionali negli anni a cavallo della fine secolo hanno rappresentato il 15-20% del reddito nazionale, e gli investimenti stranieri sono rimasti deboli a causa della insufficienza delle infrastrutture, del costo elevato dei servizi pubblici, della burocrazia e della corruzione.
L'economia continua a fondarsi su due settori principali, l'industria della confezione e il turismo: la prima assicura l'80% delle esportazioni, ma necessita di investimenti che permettano un ammodernamento delle fabbriche tessili, il secondo registrava una costante crescita del numero degli arrivi, fatta eccezione per il 2003, anno in cui l'epidemia della SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) ha fatto segnare una battuta d'arresto. Questi due settori di attività coesistono con un'economia largamente agricola, penalizzata tuttavia dalle inondazioni del 2000. La produzione rimane orientata verso il mercato interno, fatta eccezione per il caucciù, che peraltro ha ricevuto una certificazione riconosciuta a livello internazionale. Nel gennaio 2002 è entrata in vigore una legge che proibisce il taglio degli alberi su tutto il territorio cambogiano, al fine di bloccare il commercio illegale di legname pregiato.
Storia
di Paola Salvatori
Alle soglie del Duemila, il faticoso processo di democratizzazione interna avviato dopo la fine della dominazione vietnamita (1979-1989) stentava ancora a decollare, e corruzione e violenza rimanevano le costanti della vita politica del Paese, dominata dal Partito popolare cambogiano (PPC) e dal suo leader Hun Sen, primo ministro dal 1993. Attraverso una politica autoritaria e personalistica, Hun Sen aveva di fatto svuotato le istituzioni democratiche e imposto la propria linea a tutti gli apparati dello Stato, praticando contro gli oppositori una sistematica persecuzione. Le violenze non avevano risparmiato neanche l'alleato di governo del PPC, il Fronte unito nazionale per una Cambogia indipendente, neutrale, pacifica e cooperante (FUNCINPEC), espressione delle forze legate alla monarchia, il cui ruolo nella determinazione delle scelte dell'esecutivo era risultato del tutto marginale, anche a causa delle profonde divisioni interne che ne avevano accresciuto la debolezza. Nei primi anni del 21° sec. la situazione rimase sostanzialmente invariata: continuarono a verificarsi arresti indiscriminati delle forze di opposizione, e si assistette al riemergere di forti esplosioni di intolleranza razziale, soprattutto nei confronti della comunità vietnamita. Nessun provvedimento venne preso per combattere la corruzione del sistema amministrativo e giudiziario, più volte denunciata dalle organizzazioni internazionali, e si registrò un netto peggioramento delle condizioni delle aree rurali, le più densamente popolate, oggetto di speculazioni e occupazioni indebite da parte dei proprietari fondiari e dell'élite economica cittadina. Dopo le elezioni amministrative del 2002, accompagnate da scontri e intimidazioni e conclusesi con la vittoria del PPC, una nuova fase di tensione si aprì nel 2003 in vista delle consultazioni legislative che, considerate da molti come l'occasione per rilanciare il processo di democratizzazione del Paese, risultarono invece fonte di ulteriore instabilità. Infatti il PPC, pur avendo ottenuto una schiacciante affermazione con il 47,3% dei consensi contro il 21,9% del Partito di S. Rainsy (PSR) e il 20,7% del FUNCINPEC, non era riuscito a conquistare in Parlamento i due terzi dei seggi necessari per formare un governo monocolore, e si trovò così costretto a intavolare trattative con le altre forze politiche. Sia il PSR sia il FUNCINPEC posero però come condizione della loro partecipazione a un governo di coalizione le dimissioni di Hun Sen da capo dell'esecutivo, decidendo altresì di coordinarsi in un'Alleanza democratica con l'obiettivo specifico di opporsi a Hun Sen. Le trattative si protrassero nei mesi successivi, e a nulla valsero i tentativi di conciliazione promossi dalla comunità internazionale e dal re Norodom Sihanouk, che nel gennaio 2004 decise di abbandonare il Paese in segno di protesta. Ad aggravare la situazione contribuì anche la ripresa degli omicidi a sfondo politico, tra cui destò particolare scalpore quello del leader sindacale Chea Vichea (genn. 2004), uno dei maggiori oppositori di Hun Sen.
La crisi rimase insoluta fino al luglio 2004, quando PPC e FUNCINPEC raggiunsero finalmente un accordo, dal quale rimase escluso il PSR: Han Sen fu nuovamente designato primo ministro, mentre il leader del FUNCINPEC, Norodom Ranariddh (uno dei figli del re), venne nominato presidente del Parlamento. Uno dei primi atti del nuovo esecutivo fu quello di riprendere le trattative con le Nazioni Unite per definire le procedure per l'istituzione del tribunale internazionale chiamato a giudicare i crimini commessi dai Khmer rossi negli anni in cui furono al potere (1975-1979), durante i quali restarono uccise più di un milione e mezzo di persone. Approvata ufficialmente dal Parlamento nell'estate del 2001, la costituzione effettiva del tribunale era stata più volte rimandata a causa del permanere di una forte opposizione interna e dei contrasti sorti sulla sua composizione tra ONU e governo cambogiano. Sulla base di un accordo che prevedeva la presenza di una maggioranza di giudici cambogiani rispetto a quelli stranieri, in ottobre il Parlamento ratificò una legge che avrebbe dovuto assicurare la definitiva creazione del tribunale. Sempre in ottobre, a sorpresa, il re decise di abdicare, e gli successe il figlio Norodom Sihamoni. Agli inizi del 2005, la decisione del Parlamento di revocare l'immunità a Rainsy, per consentire a Hun Sen di perseguirlo penalmente in una causa di diffamazione, inferse un nuovo colpo alla libertà politica, ancora ben lungi dall'essere consolidata. In politica estera la C. mantenne in quegli anni strette relazioni con la Cina e con i Paesi vicini, con i quali vennero rinsaldati gli accordi economici e commerciali.