CAMERINO (A. T., 24-25-26)
Città delle Marche, in provincia di Macerata, con sede arcivescovile; è a 661 m. s. m., sopra un arduo rilievo miocenico attraversante la valle sinclinale, detta appunto Sinclinale Camertina. Questo corridoio appenninico, formato dal le due rughe secondarie, del Catria e del Sanvicino, ricco d'acque, d'antichissimi nuclei umani e sede d'industrie caratteristiche, è dominato, dall'alto e da sud, dalla città.
I valori medî meteorologici sono: temperatum annua 11°6 (media del gennaio 2°,7; dell'aprile 9°,6; del luglio 21°; dell'ottobre 12°; estremi assoluti −11°,5, nel 1929, e +36°); precipitazione, mm. 1027, con mass. autunnale e min. estivo; umidità relat. 64; nebulosità 5,2 (in decimi). La popolazione del comune di Camerino era di 11.410 ab. nel 1881, 12.083 nel 1901 e 12.184 nel 1921 (presenti o di fatto, 12.211, dei quali 4328 nel centro, i rimanenti in altri piccoli agglomerati o nelle case sparse). Il territorio del comune è di kmq. 128,33, ed è costituito di montagna appenninica, alte e mediocri colline, con quote estreme di m. 1300 e m. 310. La superficie agrario-forestale è di ha. 12.350 e presenta il graduale passaggio dalla selva appenninica, di qualche conifera e del faggio, alle colture intensive regionali. Una ferrovia elettrica congiunge la città alla stazione ferroviaria di Castelraimondo, sulla linea Porto Civitanova-Albacina.
Monumenti. - Dell'antica città che la lunga signoria dei Varano rese fiorente e munita, centro dì vita intellettuale, sicuro nido di guerra, poco oggi rimane: ché quasi tutti gli edifici sorti in quei tempi di floridezza sono andati in rovina, soprattutto a causa del materiale usato nella costruzione, una pietra arenaria locale poco resistente al clima della città. Risale al sec. XIII la chiesa di S. Francesco, rimaneggiata nei secoli successivi; dell'originaria costruzione restano il portale e l'abside poligonale; nell'interno sono due interessanti affreschi frammentarî, uno di scuola riminese trecentesca, l'altro di Girolamo di Giovannî (1462). Della fine del sec. XV è l'ampio e fastoso portale scolpito della chiesa di S. Venanzio, incorporato nella costruzione settecentesca della facciata. Il palazzo ducale, oggi sede dell'università, fu costruito dai Varano per propria dimora e ampliato in tre successive riprese; è dell'ultima la quattrocentesca corte a quadriportico, opera forse di Baccio Pontelli, della quale restano solo poche tracce. Nel tempio ducale dell'Annunziata, del principio del '500, è attualmente sistemata la pinacoteca, ricca d'interessanti opere dei pittori camerinesi Girolamo di Giovanni e Arcangelo di Cola (sec. XV). Accanto al cinquecentesco palazzo arcivescovile sorge il duomo, nel cui interno sono conservati un notevole altare gotico di marmo con l'arca di S. Ansovino, una bellissima scultura lignea del '400 raffigurante la Madonna della Misericordia, un trittico di Girolamo di Giovanni e buone pitture del '600. Nella piazza del duomo la statua bronzea di Sisto V è nobile opera del camerinese Tiburzio Vergelli (sec. XVI). Nella parte sud-ovest della città sorge la Rocca, eretta nel 1502 dal duca Valentino, forse con i disegni di Ludovico Clodio. Molto interesse presenta, nei dintorni della città, l'organico sistema di torri, di castelli, di rocche (oggi in gran parte ruinanti) che costituivano la valida difesa dello stato camerinese (Torre di Beregna, Rocche di Spinoli, di Varano, di S. Lucia, di Aiello, Torre del Parco, Beldiletto, Castel Raimondo).
Biblioteche e istituti di cultura. - L'università di Camerino preceduta da un antico centro di studî, sorse nel 1727 con bolla di Benedetto XIII. I diplomi dell'università, per concessione di Francesco I di Lorena, del 1733, avevano valore giuridico in tutti i territorî del S.R. Impero. Dal 1861 è un'università libera, che oggi conferisce la laurea in giurisprudenza, chimica, chimica e farmacia, e il diploma di farmacia. Sono annessi all'università la biblioteca Valentiniana (oltre alle biblioteche delle facoltà), l'osservatorio meteorologico, il giardino botanico (1828) e il museo di zoologia e anatomia comparata (1854). La biblioteca Valentiniana comunale, che prende il nome dal letterato Sebastiano Valentini (morto nel 1802), che lasciò alla città natale la sua libreria, possiede ora 45.000 volumi e 5000 opuscoli, 125 incunaboli e importanti collezioni di manoscritti riguardanti in gran parte la storia locale. Ha anche sede nell'università, quantunque sia ente privato, la Società Eustachiana, sorta nel 1903 per promuovere gli studî biologici.
Storia. - L'antica Clamerinum (da cui etnico Camertes) fu notevole centro dell'Umbria orientale, presso le sorgenti del Chienti. Subito dopo la seconda guerra sannitica, fu una delle prime città umbre a entrare in rapporti con Roma, con la quale nel 310 a. C., probabilmente per avere protezione dai Galli Senoni, strinse un trattato di alleanza. I Camerti si distinsero per fedeltà a Roma nella guerra annibalica e in quella contro i Cimbri: Mario ricompensò per questo due coorti di Camerti con la concessione della cittadinanza romana. Dopo la guerra sociale Camerino appare come municipio, iscritto alla tribù Cornelia con quattuorviri per supremi magistrati. Nella guerra civile fra Cesare e Pompeo, i Camerti parteggiarono per il secondo. Settimio Severo nel 210 rinnovò loro il ius aequi foederis (s'intende con valore puramente nominale e onorifico).
La tradizione religiosa ha conservato memoria dell'assedio che Alarico avrebbe posto alla città nel 409. Sconfitti i Goti nel 553 Camerino fece parte dell'esarcato di Ravenna; occupata dai Longobardi nel 592, Ariulfo duca di Spoleto, s'intitolò anche duca di Camerino. Carlo Magno la costituì capo di una vasta provincia con territorio dall'Appennino al mare (Marca di Camerino). Nel 1198 Innocenzo III sconfisse Marquardo, duca di Romagna e della Marca, che risiedeva a Camerino; la città fu soggetta alla Chiesa, conservando però la propria autonomia. Si era infatti costituita a Comune, ricco e industrioso con moneta propria. Di parte guelfa venne infeudata da Ottone IV ad Azzo d'Este (1210) e respinse gli attacchi di Federico II e del figlio Enzo; in seguito Manfredi mandò contro di essa Percivalle d'Oria, che la distrusse completamente (1259). Gentile da Varano raccolse gli sbandatì cittadini e ricostruì la città, della quale venne detto fondatore e fu riconosciuto signore da Alessandro IV e da Nicolò III. Da lui ebbe origine la signoria dei Varano (v.) che durò quasi tre secoli, con un'interruzione dal 1434 al 1444, quando la città si resse a comune, pagando un censo a Francesco Sforza, vicario della Chiesa, e un'altra fra il 2 settembie 1502 e il 29 agosto 1503 quando, presa dal duca Valentino, fu eretta a ducato da papa Alessandro VI che ne investì il nipote Giovanni Borgia. Dal 1545 fu soggetta direttamente alla Chiesa. Capoluogo di circondario del dipartimento di Tronto e del Musone sotto la Repubblica romana e il primo Regno italico, divenne sede di delegazione nel 1814 alla restaurazione pontificia; unita nel 1825 a Macerata, fu di nuovo autonoma nel 1831. Il 4 novembre 1860 il plebiscito la unì per sempre al regno d'Italia.
Bibl.: P. A. Frasca, Dei Camerti, Umbri, ecc., Camerino 1780; C. Lilii, Dell'histoire di Camerino, Macerata (1649 e 1652); F. Camerini, Supplementi alla storia del Lilii, Camerino 1835; A. Conti, Camerino e i suoi dintorni, Camerino 1872-74; B. Feliciangeli, Delle relazioni di Francesco Sforza coi Camerti e del suo governo nella Marca, in Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le Marche, n. s., V, pp. 311-462; id., Sulle condizioni economiche e demografiche di Camerino e sulla ricchezza della Famiglia Varano, ibid., VIII, pp. 50-61. Dello stesso: Ricerche sull'origine dei Da Varano Signori di Camerino (Estr. da "L'Arcadia", Atti dell'Acc. 1918, Roma, tip. Poligl. Vaticana 1919: Cronotassi dei più antichi vescovi di Camerino, Camerino 1921; M. Santoni, Della zecca e delle monete di Camerino, Firenze 1873; id., La rocca di Camerino, Camerino 1867; id., La biblioteca valentiniana e comunale, Camerino 1898; P. Savini, Storia della città di Camerino, 2ª ed., Camerino 1895; De Sanctis, Storia dei Romani, II, Torino 1907, pp. 331, 452; L. Maroi, L'Università di Camerino, in Studium, XXII (1926); M. Mariani, L. Allevi, D. Aringoli, R. Romani, Guida di Camerino, Terni 1927; R. Romani, Il palazzo dei Varano a Camerino, in Rassegna marchigiana, VI (1927-28), pp. 374-84; L. Serra, L'arte nelle Marche, Pesaro 1929.