MINIERI RICCIO, Camillo
– Nacque a Napoli il 18 ott. 1813 da Giovanni Minieri, di nobile famiglia abruzzese, e da Carolina Riccio, discendente di Michele, illustre storico e giureconsulto napoletano (1445-1515).
Laureatosi a Napoli in utroque iure il 14 giugno 1834, iniziò a esercitare la pratica forense sotto la guida del giurista Pasquale Borrelli. Maturò ben presto un deciso interesse per gli studi storici, sollecitato dalla lettura di opere relative al passato politico e culturale del Regno meridionale, in particolare dei venti volumi della Historia del Regno di Napoli (L’Aquila 1581) di Angelo Di Costanzo.
Dopo le prime opere giovanili, il primo impegnativo lavoro di ricerca storica furono le Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli (Napoli 1844), opera nella quale cominciò ad affrontare quel genere biografico che segnerà gran parte dei successivi lavori.
Fra questi devono segnalarsi: Notizie biografiche e bibliografiche degli scrittori napolitani fioriti nel XVII secolo i cognomi dei quali cominciano con la lettera A, Milano 1875; Notizie biografiche e … i cognomi dei quali cominciano con la lettera B, Napoli 1877.
Poco dopo, con il Saggio storico critico intorno alla chiesa della Incoronata di Napoli e suoi affreschi (ibid. 1845), si cimentò anche con la storia dell’arte, dimostrando errata l’attribuzione a Giotto degli affreschi di quella chiesa. L’opera successiva sancì il decisivo incontro con l’edizione delle fonti archivistiche e documentarie (Cenni storici sulla distrutta città di Cuma ed altri opuscoli, ibid. 1846), ribadito poco dopo dal breve saggio Osservazioni sul libro: Napoli e sue vicinanze e sulla medaglia battuta in Napoli a Gio. Battista di Vico (ibid. 1846), che gli procurò notorietà per aver pubblicato l’atto di nascita di G.B. Vico, rettificando l’errore sulla medaglia coniata in suo onore.
Anche grazie alla pubblicazione di tali studi, nel 1848 fu nominato segretario della giunta della R. Biblioteca Borbonica. L’impegno nella ricerca archivistica lo sollecitò, poi, a scrivere una storia del Regno meridionale sotto la dinastia angioina, adottando come fonte non già la cronachistica storica, bensì i registri angioini del Grande Archivio di Napoli. La vasta ricerca fu facilitata dall’acquisto da parte del M. dell’opera manoscritta composta alla fine del secolo XVII, dietro incarico di Marcello Bonito, «archivario» del Regno, da Carlo De Lellis, il quale aveva riprodotto un consistente numero di documenti conservato nell’Archivio napoletano, in particolare nei fondi della Zecca, della Sommaria e in quelli privati degli antichi monasteri della città.
Dal confronto tra quanto aveva acquistato e quanto custodito nell’Archivio di Napoli, pubblicò a Napoli, nel corso di oltre un trentennio, diversi lavori sulle fonti e sul periodo della Napoli angioina: Alcuni studi storici intorno a Manfredi e Corradino della imperiale casa di Hohenstauffen (1850); Genealogia di Carlo I d’Angiò, prima generazione (ibid. 1857); Brevi notizie intorno all’Archivio Angioino di Napoli dopo le quali si pubblica per la prima volta parte di quei registri ora non più esistenti (ibid. 1862); Studi storici sui fascicoli angioini dell’Archivio della R. Zecca di Napoli (ibid. 1863); Cenno storico intorno i grandi uffizii del Regno di Sicilia durante il regno di Carlo I d’Angiò (ibid. 1872); Itinerario di Carlo I d’Angiò ed altre notizie storiche tratte da’ Registri Angioini del Grande Archivio di Napoli (ibid. 1872); Diario angioino dal 4 genn. 1284 al 7 genn. 1285 formato sui registri angioini (ibid. 1872); De’ grandi uffiziali del Regno di Sicilia dal 1265 al 1285 (ibid. 1872); Diario angioino dal 4 genn. 1284 al 7 genn. 1285 formato su’ registri angioini del Grande Archivio di Napoli (ibid. 1873); Alcuni fatti riguardanti Carlo I d’Angiò dal 6 di agosto 1252 al 30 di dicembre 1270 (ibid. 1874); Il Regno di Carlo I d’Angiò negli anni 1271 e 1272 (ibid. 1875); Della dominazione angioina nel Reame di Sicilia: studii storici estratti dai registri della Cancelleria angioina di Napoli (ibid. 1876); Nuovi studii riguardanti la dominazione angioina nel Regno di Sicilia (ibid. 1876); Studi storici fatti sopra 84 registri angioini nell’Archivio di Stato di Napoli (ibid. 1876); Memorie della guerra di Sicilia negli anni 1282, 1283 e 1284 tratte da’ registri angioini dell’Archivio di Stato di Napoli (ibid. 1876); Notizie tratte da 62 registri angioini dell’Archivio di Stato di Napoli, che fanno seguito agli studi storici fatti sopra 84 registri angioini (ibid. 1877); Alcuni fatti di Alfonso I d’Aragona dal 15 apr. 1437 al 31 maggio 1458 (ibid. 1881). Tutte queste opere si segnalano per l’apparato documentario ricco e interessante, che peraltro finisce per soffocare in più parti la fluidità della ricostruzione storica.
Già componente della commissione del Museo e della Biblioteca nazionale di Napoli (nuova denominazione dall’ottobre 1860), dopo la proclamazione del Regno d’Italia, il M. fu nominato, il 27 maggio 1861, direttore della R. Biblioteca Palatina di Napoli. Il 16 ag. 1863 passò a dirigere la Biblioteca S. Giacomo, come testimonia la sua Breve relazione per la Biblioteca di S. Giacomo di Napoli (ibid. 1872). Fu poi, nel 1866, membro della Commissione consultiva provinciale e, nel 1869, di quella municipale per la conservazione dei monumenti (Discorso letto nell’inaugurazione della Biblioteca municipale di Napoli il 12 luglio 1878, ibid. 1878). Intanto accumulò una ricca biblioteca composta di migliaia di pezzi tra manoscritti, libri rari e incunaboli, come dimostrano i cataloghi da lui redatti: Catalogo di libri rari della biblioteca del signor C. M.R. (I-II, ibid. 1864-65), Catalogo di novantotto rari libri incunaboli della biblioteca … (ibid. 1865), Catalogo di manoscritti … (I-III, ibid. 1868-69).
Un altro filone di ricerca che appassionò il M. fu quello delle accademie napoletane: Cenno storico dell’Accademia Alfonsina istituita nella città di Napoli nel 1442 (ibid. 1875), preceduto da un Breve cenno storico intorno all’Accademia Pontaniana (ibid. 1865) e dal Cenno storico intorno all’Accademia degli Oziosi di Napoli (ibid. 1862). Le ricerche ulteriori sull’Accademia Pontaniana e sulle altre accademie dell’ex capitale confluirono in: Cenno storico della Accademia Pontaniana (ibid. 1876), Cenno storico delle Accademie fiorite nella città di Napoli (ibid. 1879) e Biografie degli Accademici Alfonsini detti poi Pontaniani dal 1442 al 1543 (ibid. 1881). Estendendo la ricerca alle accademie delle province del Regno, scrisse infine Notizie delle Accademie istituite nelle provincie Napolitane (ibid. 1878). In occasione di tali studi e grazie all’analisi delle fonti archivistiche, notò che le cedole della Tesoreria aragonese contenevano abbondanti notizie inedite sulla storia artistica ed economica del Mezzogiorno, sicché successivamente pubblicò Gli artisti e gli artefici che lavorarono in Castel Nuovo a tempo di Alfonso I e Ferrante I d’Aragona (ibid. 1876); La Real Fabbrica della porcellana di Napoli e sue vicende (ibid. 1878); Notizie intorno alle ricerche fatte dalla R. Fabbrica della porcellana di Napoli (ibid. 1878); Gli artefici ed i miniatori della R. Fabbrica di porcellana di Napoli (ibid. 1878); Delle porcellane della R. Fabbrica di Napoli delle vendite fattene e delle loro tariffe (ibid. 1878); La R. Fabbrica degli arazzi nella città di Napoli dal 1738 al 1799 (ibid. 1879).
Un ulteriore indirizzo di ricerca del M. riguarda l’analisi dei Diurnali di Matteo di Giovinazzo, ritenute le prime fonti attendibili sul tramonto degli Svevi in Italia; essendo scritti in volgare, essi erano l’orgoglio della cultura meridionale poiché, in largo anticipo sulla cronachistica toscana, avevano rappresentato la primitiva prosa italiana. Perduto il testo originale, dei Diurnali circolavano scorrette e, spesso, contraddittorie copie dell’Età moderna, le quali contribuivano ad alimentare pesanti dubbi sull’autenticità dell’autore e sull’esistenza della versione originale. Il M. si schierò dalla parte di coloro che consideravano i Diurnali una fonte autentica, fissando la data di nascita dell’autore nel 1231, nonostante i fortissimi dubbi dell’amico Bartolomeo Capasso e l’aspra polemica che ne seguì (Cronaca di Matteo Spinelli da Giovenazzo ridotta alla sua vera dizione ed alla primitiva cronologia con un commento in confutazione a quello del duca di Luynes sulla stessa Cronaca e stampato a Parigi nel 1839, ibid. 1865; I Notamenti di Matteo Spinelli da Giovenazzo difesi ed illustrati, ibid. 1870; I Notamenti di Matteo Spinelli novellamente difesi, ibid. 1874; Ultima confutazione agli oppositori di Matteo Spinelli, ibid. 1875).
Il 7 ag. 1874 il M. fu nominato direttore dell’Archivio di Stato di Napoli e, poco dopo, soprintendente generale degli archivi napoletani, continuando nel frattempo i suoi studi sull’età angioina, da cui, come sintesi finale delle fonti archivistiche consultate, nacquero i due volumi del Saggio di Codice diplomatico formato sulle antiche scritture dell’Archivio di Stato di Napoli (I-II, ibid. 1878-82). Come direttore riordinò le scritture dell’Archivio, in primis quelle dello stato civile di Napoli; dispose in ordine alfabetico le Pandette giudiziarie; inventariò le sezioni della Finanza, del ministero dell’Interno e della Giustizia. Nel 1876 fece parte del Consiglio municipale di Napoli e fu tra gli animatori, insieme con B. Capasso e G. De Blasiis, della Società napoletana di storia patria.
Il M. morì a Napoli il 6 maggio 1882.
Opere. A completamento di quelle già citate, si rammentino ancora: Storia di Sorrento di Cesare Molignano con brevi annotazioni (Napoli 1846); Memoriale di Tommaso Campanella annotato (ibid. 1847); Opuscolo inedito di Pietro Giannone in cui si ha la prima idea della sua opera Il Triregno (ibid. 1860); Brevi notizie intorno ad un codice del sec. XV (ibid. 1862); Biblioteca storico-topografica degli Abruzzi (ibid. 1862); Relazione sul libro del signor Fusco intorno all’argenteo imbusto di S. Gennaro (ibid. 1863); Erbario di Ferrante Imparato (ibid. 1863); Un duca di Amalfi finora sconosciuto (ibid. 1876); Relazione della guerra di Napoli successa alla terza rivoluzione a 5 ott. 1647, in Arch. storico per le provincie napoletane, II (1877), pp. 52-103; Il Regno di Carlo I d’Angiò dal 2 genn. 1273 al 31 dic. 1283, in Arch. storico italiano, s. 3, 1879, t. 3, pp. 3-18; Indicazione delle fonti della storia delle provincie napoletane, in Catalogo delle opere riguardanti la storia napoletana pubblicate nel 1879, Napoli 1880, II, pp. 1-44; Alcuni fatti di Alfonso I di Aragona: dal 15 apr. 1437 al 31 maggio 1458, in Arch. storico per le provincie napoletane, VI (1881), pp. 1-36; Genealogia di Carlo II d’Angiò re di Napoli, ibid., VII (1882), pp. 5-47.
Fonti e Bibl.: B. Capasso, Necrologio di C. M.R., in Arch. storico per le provincie napoletane, VII (1882), p. 456. Non vi è ancora una sintetica monografia sul M.; su singoli e frammentati aspetti della personalità si vedano: G. Augelluzzi, Lettere due all’egregio giovine C. M.R., Napoli 1846; S. Tommaso, Della persecuzione delle lettere: note in appendice della memoria sull’Accademia degli Oziosi di C. M.R., Napoli 1862; G.S. Cozzo, Notizie biografiche e bibliografiche degli scrittori napoletani fioriti nel sec. XVII compilate da C. M.R.: lettera di Giuseppe Salvo Cozzo al barone Raffaele Starabba, Palermo 1876; F. Fiorentino, Lettere inedite di Francesco Fiorentino a C. M.R. e notizie storiche completive raccolte da Angelo Broccoli, Napoli 1885; A. Broccoli, C. M.R.: gl’incunabili del linguaggio volgare nelle province napoletane, Napoli 1894; R. Chillemi, Carte e manoscritti di C. M.R., Santa Maria Capua Vetere 1982; S. Palmieri, Bartolommeo Capasso e l’edizione delle fonti storiche italiane, in Napoli nobilissima, III (2001), pp. 150-152; Id., Degli archivi napoletani. Storia e tradizione, Napoli 2002, pp. 355, 379-382; S. Palmieri, I registri della Cancelleria angioina editi dagli archivisti napoletani, in Le eredità normanno-sveve nell’età angioina, a cura di G. Musca, Bari 2005, pp. 388, 398 s., 404; M. Del Treppo, Bartolommeo Capasso, la storia, l’erudizione, in Bartolommeo Capasso. Storia, filologia, erudizione nella Napoli dell’Ottocento, a cura di G. Vitolo, Napoli 2005, pp. 44, 46 s., 58, 105, 122; S. Palmieri, Bartolommeo Capasso e l’edizione delle fonti storiche napoletane, ibid., pp. 158-160, 162; O. Di Vuolo, Capasso e la fondazione della Società napoletana di storia patria, ibid., p. 205; P. Felicitati, L’amministrazione degli archivi italiani. L’Archivio di Napoli e Bartolommeo Capasso: spunti dai verbali del Consiglio per gli archivi, ibid., pp. 304-309.
G. Palmisciano