CAMPOBASSO (VIII, p. 615; App. I, p. 349; App. II, 1, p. 495)
La città ha subìto una notevole espansione topografica dopo la guerra, specie in direzione ovest, sud-ovest e sud rispetto all'antico centro, nell'area a nord del Monte S. Antonio, ove sono sorti anche alcuni stabilimenti industriali (distilleria, oleificio, officina meccanica e magazzini), oltre a fabbricati di abitazione. Essa è il più popoloso centro (21.862 ab. nel 1951) della vasta provincia, nella quale occupa una posizione eccentrica, donde i tentativi di Isernia di formare una provincia autonoma coi territorî della sezione occidentale. Il comune aveva, nel 1958, 32.020 ab. su una superficie di 55,8 km2.
La provincia contava, nel 1958, 398.229 ab. con una diminuzione di circa 8600 ab. rispetto al 1951 in conseguenza della forte emigrazione verso l'estero e l'interno. La densità (89 ab. per km2) è sensibilmente inferiore alla media nazionale. L'attività prevalente è l'agricoltura, praticata ancora con la zappa o col bidente, ma lungo la costa sono andati sorgendo alcuni notevoli centri balneari (Vasto, Termoli), mentre nell'alta valle del Volturno si è proceduto alla costruzione di alcuni bacini lacustri e di centrali idroelettriche che forniscono energia a Napoli. Anche alcune sorgenti, come quelle delle Campate nelle Mainarde e del Biferno, sono state captate o sono in via di essere captate per rifornire, attraverso l'acquedotto degli Aurunci e quello campano, altre regioni. Sensibilmente migliorata è stata in questi ultimi tempi la rete delle strade che raggiungono quasi tutti i centri abitati, sebbene alcune di esse siano minacciate da frequenti frane. Di queste una ha interrotto la Nazionale Istonia per un lungo tratto, un'altra ha danneggiato Vasto e le litoranee adriatiche.