CAMPOSANTO
Designazione del cimitero cristiano tipica dell'intera area italiana (Jaberg, Jud, 1932), che non trova paralleli nelle altre lingue romanze ma ha una significativa corrispondenza con il ted. Gottesacker 'campo del Signore'.All'etimologia tradizionale del termine (campo 'santo' in quanto consacrato; Battisti, Alessio, 1950) è stata opposta da Wis (1957) una spiegazione diversa sulla base proprio dell'affinità con il tedesco, nonché di una ricca documentazione da fonti medievali. La parola sarebbe stata riferita inizialmente allo Hacedalma 'campo di sangue', il terreno del vasaio comprato dai sacerdoti del Sinedrio con i trenta denari di Giuda (Mt. 27, 3-8), dove nel Medioevo venivano sepolti i cristiani morti in Terra Santa ("campus sanctus", Salimbene de Adam, Cronica, 1281-1288; "il Campo Santo che fu comperato de' denari, che Giuda vendé Cristo a' Farisei", Niccolò da Poggibonsi, Libro d'Oltramare, 1346-1350; "Campo Santo Hierosolimitano", Mariano da Siena, Viaggio in Terra Santa, sec. 15°). In seguito, il termine sarebbe passato a indicare, ancora come nome proprio, i cimiteri italiani e tedeschi in cui, secondo la tradizione, i pellegrini tornati in patria avrebbero depositato, per devozione, un po' della terra di quel campo, santificata dal sangue di Gesù e dei cristiani ivi sepolti.Questa suggestiva spiegazione etimologica, che è stata poi accettata (Cortelazzo, Zolli, 1979), sembra trovare conferma in altre antiche attestazioni del termine; a parte quella, sconosciuta a Wis, di un testamento veneziano del 1315 ("ordeno ch'io sia messo a sancta Croxe in la cortesela che xé dintro dal chanpanil che xé chanposento in tera viva"; Testi veneziani, 1965; Glossario, 1985), esse sono riferite al Camposanto di Pisa: "Nel Mille dugento fue incominciata la Tersanaja di Pisa, e Campo Santo, fondato per l'Arcivescovo Ubaldo. Lo Terreno fue comprato, e al Capitulo di Duomo assegnato ditto Campo Santo, perché si recò della Terra Santa d'oltramare, quando li Pisani tornarono dal Passaggio, e sparsesi in quel luogo, e però si chiama Campo Santo" (Cronica di Pisa, sec. 14°; si veda anche Ranieri Sardo, Cronaca di Pisa, sec. 15°). I documenti quattrocenteschi ricordano anche il Camposanto teutonico presso S. Pietro a Roma (Cartularium vetus Campi Sancti Teutonicorum de Urbe), mentre solo al sec. 16° risalirebbero le attestazioni di c. con riferimento ad altri cimiteri (Amalfi, Napoli, ecc.) o come nome comune (Pietro Aretino, Cortigiana, II, 20 e 22; Battaglia, 1962). Ancora più tarde (e non sempre pacifiche; Viani, 1858) sono le registrazioni nei lessici (Dizionario, 1820; Vocabolario universale, 1830).L'ipotesi di Wis (1957) si può appoggiare anche alla diffusione nella toponomastica italiana di nomi di luoghi e monumenti della Terra Santa (Migliorini, 1957; Cardini, 1987; si ricordi inoltre Camposanto in prov. di Modena), ma di certo l'interpretazione più ovvia deve avere comunque contribuito alla fortuna popolare della parola (Baldelli, 1958) in alternativa a cimitero, in cui il rapporto etimologico con il sonno (dal gr. ϰοιμάω 'dormire') non è immediato, tanto che il Vocabolario (1986) limita al caso pisano il riferimento alla Terra Santa (e il citato documento veneziano sembrerebbe una conferma).Dal punto di vista artistico, il c. sembra potersi distinguere dal cimitero per certi caratteri di 'monumentalità': "cinto di mura, o altro riparo" lo descrive il Dizionario (1820), e Tommaseo (1865) aggiunge: "Il Cimitero può essere Poche sepolture intorno a una chiesa; l'altro è Edifizio religioso e civile, e richiedente il culto dell'arte". Anche sotto questo aspetto, dunque, l'esempio pisano resta un prototipo insuperato.
Bibl.:
Fonti. - Salimbene de Adam, Cronica, a cura di G. Scalia, Bari 1966, I, p. 23; Testi veneziani del Duecento e dei primi del Trecento, a cura di A. Stussi, Pisa 1965, p. 131; Niccolò da Poggibonsi, Libro d'Oltramare (1346-1350), a cura di A. Bacchi della Lega, B. Bagatti, Jerusalem 19452, p. 42; Cronica di Pisa, in RIS, XV, 1729, coll. 973-1086: 977; Ranieri Sardo, Cronaca di Pisa, a cura di O. Banti, Roma 1963, p. 37; Mariano da Siena, Viaggio in Terra Santa, a cura di D. Moreni, Firenze 1822, p. 57; Cartularium vetus Campi Sancti Teutonicorum de Urbe, a cura di P.M. Baumgarten, RömQ. Suppl. 16, 1908; Pietro Aretino, Teatro, a cura di G. Petrocchi, Milano 1971, pp. 145-146.
Letteratura critica. - Dizionario della lingua italiana, II, Bologna 1820, p. 204; Vocabolario universale italiano, II, Napoli 1830, p. 4; P. Viani, Dizionario di pretesi francesismi e di pretese voci e forme erronee della lingua italiana, I, Firenze 1858, pp. 271-273; N. Tommaseo, s.v. Camposanto, in N. Tommaseo, B. Bellini, Dizionario della lingua italiana, I, 2, Torino 1865, p. 1159; K. Jaberg, J. Jud, Sprach-und Sachatlas Italiens und der Südschweiz, IV, 2, Zofingen 1932, c. 791; C. Battisti, G. Alessio, Dizionario etimologico italiano, I, Firenze 1950, p. 709; R. Wis, Gottesacker und Campo Santo. Spuren mittelalterlicher Glaubensvorstellungen im deutschen und italienischen Wortschatz, Neuphilologische Mitteilungen 58, 1957, pp. 71-108 (recc.: B. Migliorini, Lingua nostra 18, 1957, p. 126; I. Baldelli, La Rassegna della letteratura italiana, s. VII, 62, 1958, p. 490); S. Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, II, Torino 1962, p. 611; M. Cortelazzo, P. Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, I, Bologna 1979, p. 193; Glossario degli antichi volgari italiani, a cura di G. Colussi, III, 1, Helsinki 1985, pp. 113-114, 121; Vocabolario della lingua italiana, I, Roma 1986, p. 592; F. Cardini, Gerusalemme, la Terrasanta e l'Europa, Storia Dossier 2, 1987, 9, pp. 14, 20.P. D'Achille