canguri, koala, opossum
Animali con il marsupio
Quasi tutti i Mammiferi che vivono in Australia appartengono ai Marsupiali. Sono i canguri, i koala, i vombati e tanti altri. Pur avendo aspetto, dimensioni e costumi alimentari diversissimi, tutti i Marsupiali mostrano una particolarità nel ciclo riproduttivo: l'embrione non completa il proprio sviluppo nell'utero ma viene alla luce precocemente. Nella maggior parte delle specie, il neonato trascorre le prime settimane della sua vita in una tasca ventrale esterna (marsupio) che ricopre i capezzoli della madre. Molte specie di Marsupiali sono oggi estinte o in serio pericolo di sopravvivenza a causa dell'uomo
I Marsupiali sono Mammiferi che conservano diversi caratteri primitivi rispetto ai Placentati, i Mammiferi più evoluti (a cui anche noi apparteniamo) che durante la gravidanza producono una placenta uterina per l'alimentazione dell'embrione. Nei Marsupiali, per esempio, il cervello è piccolo e di semplice struttura, il numero di incisivi è più elevato, la temperatura del corpo è piuttosto bassa, le vie urinarie e il tubo intestinale confluiscono in una cavità unica, il pene è bifido, e così via. Tuttavia, la caratteristica che li ha resi famosi è un aspetto della loro biologia riproduttiva, ovvero il fatto che lo sviluppo all'interno dell'utero è incompleto e il piccolo che viene alla luce è ancora un embrione, con organi di senso appena abbozzati. Pertanto deve completare il proprio sviluppo all'interno del marsupio, una sorta di tasca che la madre ha sul ventre e che contiene i capezzoli. Per fare ciò, deve raggiungere il marsupio con i propri mezzi perché la madre non lo aiuta: sembra incredibile ma l'embrione riesce a trovare la tasca guidandosi con l'olfatto e aggrappandosi ai peli della madre con gli arti anteriori che sono particolarmente sviluppati.
Nelle specie più primitive, che in genere sono più prolifiche, esiste un minimarsupio per ogni capezzolo, in modo che ogni piccolo viene protetto da una piega cutanea. Nelle specie più evolute, il marsupio che contiene uno o più piccoli è unico. Nella maggior parte delle specie, si apre posteriormente in modo da impedire che il suo interno si sporchi mentre l'animale cammina sul terreno o fra la vegetazione. Nei canguri, invece, che hanno una caratteristica posizione bipede, il marsupio si apre anteriormente e quindi verso l'alto, altrimenti il piccolo rischierebbe di cadere, soprattutto durante i salti.
A una certa fase avanzata dello sviluppo, si può osservare spesso il piccolo canguro che sporge con la testa dal marsupio e che esce e rientra a suo piacimento. Alcune specie acquatiche possiedono il marsupio chiudibile, cosicché possono immergersi e nuotare con i piccoli ben protetti all'interno della tasca 'impermeabile'. Infine, esistono specie di Marsupiali che hanno perso il marsupio nel corso dell'evoluzione, come nel caso di diversi opossum sudamericani e del mirmecobio.
Durante l'Era mesozoica, quando i dinosauri ancora dominavano la Terra, esistevano già sia Mammiferi Marsupiali sia Mammiferi Placentati. Infatti, sono stati trovati resti fossili di Marsupiali e Placentati in Cina, risalenti all'inizio del Cretaceo (ossia 110 milioni di anni fa). Altri resti sono stati rinvenuti nell'America Settentrionale, sempre riferibili al Cretaceo, anche se un po' più recenti. Evidentemente le due sottoclassi di Mammiferi hanno seguito un processo evolutivo parallelo dando origine a numerose forme diverse e convergenti.
Con ogni probabilità, durante l'Era cenozoica, a partire da 60 milioni di anni fa, una grande competizione è sorta fra i rappresentanti di queste due linee evolutive e si è conclusa con la vittoria dei Placentati. I Marsupiali sono quindi sopravvissuti soltanto laddove i loro competitori non sono arrivati oppure sono arrivati molto tardi, grazie al precoce isolamento di certe regioni da tutto il resto del mondo. L'Australia, per esempio, che è rimasta una grande isola dopo essersi distaccata dall'antico continente Gondwana nell'Era mesozoica, ospita la maggioranza dei Marsupiali viventi (circa 200 specie) proprio grazie all'assenza di Placentati (a parte i pipistrelli e pochi roditori). Invece, l'America Meridionale è rimasta per decine di milioni di anni isolata da quella Settentrionale e dal resto del mondo, fino alla formazione dell'istmo di Panama, avvenuta poco più di 3 milioni di anni fa. Solo allora i Placentati moderni hanno potuto invadere il continente sudamericano e avviare la competizione con i Marsupiali e con altri mammiferi primitivi. Tale competizione, quindi, nell'America Meridionale c'è stata ma è iniziata con un certo ritardo. Questo spiega perché i Marsupiali sudamericani siano meno numerosi (circa 70 specie) e meno diversificati rispetto a quelli della regione australiana, dove hanno avuto più tempo per evolversi senza competizione.
Senza dubbio, i guai per i Marsupiali australiani sono incominciati circa 60.000 anni fa, con l'arrivo dei primi aborigeni, la cui economia era fondata sulla caccia e sulla raccolta. Probabilmente essi portarono all'estinzione i grandi Mammiferi australiani di cui conosciamo soltanto i resti fossili, come il vombato gigante (Phascolonus gigas) e il leone marsupiale (Thylacoleo carnifex), tutti scomparsi fra 45.000 e 50.000 anni fa. Più recentemente (intorno a 10.000 anni fa), approdarono successive ondate di aborigeni che portarono con sé il loro unico animale domestico, il cane. Si trattava di una razza primitiva, ancora agli albori dell'addomesticamento della specie, ma già prezioso ausilio per l'uomo nella caccia. Da allora, si sono formate popolazioni di cani inselvatichiti appartenenti a questa razza, il cosiddetto dingo, che hanno iniziato a sterminare i Marsupiali e altri animali esclusivi dell'Australia.
Ma il colpo più grave alla fauna australiana è stato inferto dagli Inglesi, quando nel 19° secolo hanno iniziato a colonizzare l'Australia. Gli Inglesi hanno portato specie provenienti da tutto il mondo, che si sono progressivamente inselvatichite: gatti, conigli, maiali, capre, bufali, cavalli, asini, dromedari. Queste specie hanno scatenato una competizione con i Marsupiali su tutti i fronti, predandoli o distruggendo le loro risorse alimentari. Come se non bastasse, i coloni inglesi hanno voluto introdurre anche la volpe per dedicarsi alla caccia sportiva, tradizione del loro paese.
I canguri più noti appartengono alla specie detta canguro rosso gigante (Macropus rufus) che supera i 2 m di lunghezza e i 70 kg di peso. Come tutti i canguri terricoli, anche questa specie ha una tendenza alla posizione bipede che mantiene grazie al grande sviluppo degli arti posteriori e della coda, usati per l'andatura a salti. Invece, gli arti anteriori sono piccoli ma robusti e forniti di unghie. Si tratta di un animale erbivoro, agile, capace di difendersi con calci e graffi che possono anche essere mortali per l'uomo.
Il canguro rosso gigante vive nelle praterie e la sua proliferazione è stata favorita dalle opere di irrigazione che gli allevatori hanno realizzato per incrementare la produzione dei pascoli. In certe zone dell'Australia gli esemplari sono così numerosi da preoccupare gli allevatori che li ritengono responsabili di consumare i propri pascoli. La femmina dei canguri partorisce un solo piccolo, raramente due, che rimane per circa 8 mesi dentro il marsupio. Subito dopo la nascita, il piccolo è lungo circa 3 cm. Immediatamente deve risolvere da solo il problema di raggiungere il marsupio perché la madre si limita a pulirlo leccandolo accuratamente.
Altre specie di canguri vivono in ambienti boschivi o sulle colline rocciose (canguri delle rocce o uallabie). Nelle foreste tropicali della Nuova Guinea e dell'Australia settentrionale vivono i canguri arboricoli (Dendrolagus) che si nutrono prevalentemente di foglie e frutti, analogamente alle scimmie.
Dopo i canguri, l'animale australiano più famoso è il koala (Phascolarctos cinereus). Tale notorietà è dovuta alla sua figura che ricorda quella di un orsacchiotto, e alla sua tendenza ad abbracciare sempre qualcosa. Infatti, si tratta di un animale arboricolo, piuttosto lento, che si tiene stretto con le zampe ai rami degli alberi di eucalipto, piante originaria dell'Australia, delle cui foglie si nutre. La femmina partorisce un solo piccolo che rimane per 6 mesi nel marsupio, la cui apertura si trova posteriormente. Infatti, verso la fine dello svezzamento, quando ha finito di succhiare il latte ma non può ancora brucare le foglie, il piccolo si nutre degli escrementi della madre. In questo modo acquisisce anche i batteri che in seguito gli consentiranno di digerire le foglie di eucalipto. Per un anno, dopo l'abbandono del marsupio, il piccolo rimane attaccato al dorso della madre. Le zampe sono conformate in modo da garantire un aggancio di massima sicurezza: pollice e indice degli arti anteriori sono entrambi opponibili in modo da creare una pinza assai efficace.
La deforestazione, gli incendi e il tiro al bersaglio di cui i koala sono stati a lungo oggetto hanno portato questi animali sull'orlo dell'estinzione. Oggi i koala sono rigorosamente protetti e in alcune zone sono aumentati di numero così tanto da mettere a rischio l'esistenza degli alberi di cui si nutrono.
I Marsupiali dell'America Meridionale sono generalmente notturni e di piccole dimensioni. Molti vivono in ambienti forestali, nutrendosi prevalentemente di insetti e piccoli vertebrati. Alcuni sono arboricoli e hanno la coda prensile. Tutti hanno il muso appuntito, i denti affilati, la coda lunga e un aspetto simile a quello dei toporagni, che sono Mammiferi Placentati appartenenti all'ordine degli Insettivori. È interessante il fatto che nell'America Meridionale gli Insettivori non sono ancora arrivati: quindi i Marsupiali svolgono in questo continente il ruolo che gli Insettivori esercitano nel resto del mondo.
La maggior parte dei Marsupiali sudamericani appartiene alla famiglia dei Didelfidi: sono chiamati opossum. Questi animali hanno costumi e comportamenti assai curiosi. In caso di pericolo, mostrano una particolare tattica difensiva: si fingono morti, finché la minaccia è passata. In condizioni ambientali sfavorevoli (siccità, freddo, scarsità di cibo) vanno in letargo, rallentando la frequenza respiratoria e il battito cardiaco. Diversamente dalla maggior parte dei Marsupiali, mostrano grandi capacità di adattamento e possono vivere in ambienti densamente abitati dall'uomo.
Nel 20° secolo l'opossum della Virginia (Didelphis marsupialis) ha cominciato a colonizzare l'America Settentrionale e oggi è arrivato già in Canada. Il suo successo sembra dovuto anche al fatto che ha un odore fetido e quindi viene rifiutato dai predatori. La femmina di opossum partorisce più di dieci figli ma non tutti riescono a sopravvivere. Poiché il marsupio in questi animali è assai ridotto o del tutto scomparso, i piccoli debbono imparare presto ad aggrapparsi con le zampette alla pelliccia della madre mentre questa compie le sue acrobazie tra i rami degli alberi. Gli opossum sono grandi dormiglioni: possono dormire fino a 18 ore di seguito.
L'evoluzione dei Marsupiali del continente australiano ha dato origine a forme numerose e assai diverse, come quelle che ha prodotto l'evoluzione dei Mammiferi Placentati nel resto del mondo. La diversità degli habitat australiani, dalla foresta tropicale ai deserti, dalla savana alla macchia mediterranea, ha consentito a questi animali di sviluppare varie strategie per lo sfruttamento delle risorse naturali.
Oltre alle specie che pascolano nelle praterie (canguri giganti) e che vivono sugli alberi (canguri arboricoli, koala e petauri), esistono Marsupiali scavatori, come i vombati, simili a marmotte, e le talpe marsupiali. Accanto a predatori di grosse e medie dimensioni (gatto marsupiale), figurano piccoli predatori di insetti (toporagni marsupiali) o divoratori di termiti e formiche (formichiere marsupiale o mirmecobio).
Sembrerebbe quasi che in Australia i Marsupiali siano stati capaci di 'imitare' più o meno fedelmente molte delle forme di adattamento (v. adattamento animale) che i Placentati hanno realizzato negli ecosistemi di tutto il mondo. Questo fenomeno viene chiamato convergenza adattativa. Molte specie somigliano a topi, ratti e ghiri e conducono una vita assai simile a questi piccoli Placentati. Nei deserti australiani, troviamo piccoli marsupiali saltatori, con le zampe posteriori fortemente sviluppate, che ricordano moltissimo certi roditori dei deserti africani e asiatici, come i topi delle piramidi e i gerbilli. I petauri hanno forme e abitudini che ricordano quelle degli scoiattoli volanti. Infatti possiedono una membrana ai lati del corpo che viene tesa con l'allungamento degli arti: grazie a essa sono capaci di spostarsi da un albero all'altro planando. Tra i Marsupiali più specializzati a livello alimentare figura l'opossum del miele, lungo solo 18 cm, che succhia il nettare dal calice dei fiori. Questa caratteristica lo rende simile ai colibrì, uccellini nettarivori del Nuovo mondo.
Negli ultimi duecento anni, ovvero dopo la colonizzazione inglese dell'Australia, si sono estinte 17 specie di Marsupiali australiani. Almeno 57 specie sono in pericolo di estinzione o vulnerabili. Molte di esse vivono ormai solamente in isole dove i Placentati, in particolare il cane, il gatto e la volpe, non sono ancora arrivati. Il più famoso Marsupiale estinto in tempi recenti è il tilacino, detto anche lupo marsupiale (Thylacinus marsupialis), il più grosso predatore australiano sopravvissuto fino al 20° secolo. Un tempo diffuso in tutto il continente, dove era l'unico nemico naturale dei canguri, si è oggi estinto ovunque, anche se alcuni affermano di averlo visto nelle foreste della Tasmania, grande isola a sud dell'Australia. Aveva l'aspetto di un grosso cane con il pelo corto, color marrone chiaro, e presentava strisce nere sul dorso e sui fianchi, simili a quelle della tigre.
Il diavolo orsino, detto anche diavolo della Tasmania (Sarcophilus harrisi), è un altro degli animali che hanno subito un drammatico impatto in seguito alla colonizzazione umana. Questo interessante predatore notturno si è estinto in tutto il continente e oggi sopravvive solamente nella grande isola della Tasmania, dove il dingo non è arrivato. Attualmente, il diavolo orsino è protetto dalla legge ma è fortemente minacciato da una misteriosa malattia tumorale che distrugge il muso dell'animale e che ha colpito il 90% della popolazione. L'origine di questa malattia è ancora sconosciuta.