cani
Eredi del lupo, compagni dell'uomo
Il cane è la forma domestica del lupo e il più antico di tutti gli animali addomesticati dall'uomo. Le attuali razze canine sono il risultato di una selezione artificiale, operata dall'uomo in regioni diverse e durante un periodo lunghissimo a partire da lupi tenuti in cattività. Inizialmente, i cani servivano da ausiliari nelle battute di caccia, da custodi delle greggi o guardiani delle piantagioni. In seguito hanno svolto numerosi ruoli utili fra cui quello, oggi prevalente, di animali da compagnia. Purtroppo molte persone abusano dei cani, li maltrattano o li usano per attività illecite, come i combattimenti. Altri li abbandonano dando vita a popolazioni di cani randagi e inselvatichiti
Molto probabilmente, 14.000 anni fa, i cani non esistevano ancora. Invece, nelle diverse regioni del pianeta, già esistevano numerose specie di Mammiferi carnivori appartenenti alla famiglia dei Canidi, che sono tuttora viventi. Fra queste, alcune sono strettamente imparentate tra loro: si tratta del lupo (Canis lupus), del coyote (Canis latrans) e degli sciacalli (Canis aureus, mesomelas e adustus). Il grado di parentela fra queste specie è così elevato che esse possiedono lo stesso numero di cromosomi e possono accoppiarsi tra loro producendo ibridi più o meno fecondi; le loro affinità, inoltre, sono così strette che gli zoologi ammettono l'origine comune delle tre specie da una specie ancestrale unica e le assegnano allo stesso genere (Canis). Per molti anni gli studiosi si sono chiesti se il cane derivasse dal lupo, dagli sciacalli o da una specie che non esiste più allo stato selvatico. Secondo recenti studi di biologia molecolare non ci sono più dubbi: tutte le razze canine derivano dal lupo, e precisamente da un gruppo di popolazioni di lupi dell'Asia orientale. I resti fossili più antichi (risalenti, appunto, a circa 14.000 anni fa) sono stati trovati in Germania e nel Medio Oriente.
In queste regioni sono stati rinvenuti anche antichissimi graffiti risalenti al Neolitico, che ritraggono il cane in compagnia dell'uomo durante scene di caccia e sono la testimonianza più antica del rapporto utilitaristico che si è stabilito fra queste due specie. È possibile che cuccioli di lupo siano stati raccolti e tenuti in vita dai popoli di cacciatori e pastori già molti millenni prima, ma questi avrebbero mantenuto per molto tempo le loro caratteristiche lupine, senza ancora differenziarsi in razze domestiche.
Se il cane è la forma domestica del lupo, perché esiste una così grande variabilità nei caratteri delle razze canine e tra queste e il lupo? Forma del corpo, del muso e delle orecchie, dimensioni, lunghezza e colore del pelo, temperamento, voce: nessuna specie di mammifero è altrettanto variabile come il lupo nelle sue forme domestiche. Sembra che la natura si sia sbizzarrita a creare modelli diversi combinando fra loro tutti i caratteri, come in un fantasioso puzzle. Secondo le diverse classificazioni adottate dagli allevatori di cani, oggi esistono circa 400 razze canine differenti.
Ma che cosa sono le razze canine e, più in generale, le razze domestiche? Come per altri animali di antica domesticazione (bue, pecora, capra, e così via), le razze sono il risultato di una selezione artificiale operata dall'uomo che da migliaia di generazioni sceglie i riproduttori, sostituendosi alla selezione naturale. In pratica, non sono i cani o le pecore a scegliere con chi vogliono accoppiarsi, ma è il loro padrone che decide quale maschio dovrà riprodursi e con quale femmina. E se dovessero verificarsi accoppiamenti indesiderati, è sempre il padrone che decide quali cuccioli debbano sopravvivere, in base alle sue preferenze. Attraverso tempi lunghissimi, poiché i piccoli ereditano i caratteri dei genitori, le popolazioni degli animali domestici si trasformano secondo la volontà dell'uomo. Allo stesso modo, dal cinghiale sono derivati i maiali, dall'uro i buoi, e così via.
Cani da caccia. I popoli cacciatori-raccoglitori preistorici hanno selezionato dai lupi individui dal carattere sempre più mite e affidabile, con capacità olfattive via via più elevate, fino a ottenere le attuali razze di cani da caccia, perfezionate in tempi storici. Infatti, con il passare delle generazioni, i cani destinati alla caccia sono stati selezionati per svolgere funzioni sempre più specializzate: cani da punta, da riporto, da tana, da inseguimento, e altro ancora. Così apparvero razze come i bassotti, i fox terrier e i cirnechi, adatti a penetrare all'interno delle tane dei conigli, i levrieri e i segugi capaci di rincorrere la selvaggina veloce, i pointer capaci di immobilizzarsi in direzione della preda quando avvertono la sua presenza, i labrador e i terranova adatti a recuperare gli uccelli acquatici in palude, e così via.
Cani da pastore e da difesa. I popoli pastori hanno invece scelto come riproduttori cani sempre più grossi, sia per intimidire gli animali predatori e i predoni umani, sia per imporsi sul bestiame costringendolo a seguirli nella direzione voluta. Questa selezione ha portato alle razze di grossa taglia, come i pastori maremmano-abruzzesi, i pastori dell'Anatolia e quelli del Caucaso. Nello stesso tempo, tuttavia, la selezione artificiale è stata anche orientata verso quei cani da pastore che presentavano una bassa tendenza ad assalire le prede, per evitare che attaccassero il gregge in assenza del padrone.
A partire dal Medioevo, con l'affermarsi del potere feudale, vennero selezionate razze destinate alla difesa personale, i cui esemplari dovevano garantire la difesa dei signori, aiutandoli a tenere sotto controllo il popolo o a difendersi dalle congiure: così, a partire dagli antichi mastini asiatici, derivarono diverse razze nuove di grande taglia, tra cui gli alani, con grosse mascelle e particolarmente aggressivi. Sempre presso le corti europee e asiatiche vennero prodotti anche cani piccoli o nani, dalle forme insolite o caricaturali, per tenere compagnia alle dame o come ausiliari dei buffoni di corte (per esempio, i volpini, i carlini, i barboncini, e altri). Può sembrare incredibile, ma la maggior parte delle razze canine non ha più di 1.000 anni di età, molte di esse ne hanno meno di 200 (dobermann, rottweiler, bulldog, boxer) e altre meno di 100 (dogo argentino, bullmastiff), e a tutt'oggi l'uomo continua ancora a operare, attraverso la selezione artificiale, sul corredo genetico del cane.
In epoca moderna, le associazioni cinofile hanno stabilito degli standard per regolare il mercato dei cani di razza, identificando per ciascuna categoria le caratteristiche che un cane deve avere per esservi inquadrato. Per convenzione, si è così arrivati al concetto di razza pura, che serve unicamente per stabilire i prezzi di mercato e vincere le gare organizzate dagli appassionati. Molto spesso, infatti, i cani di razza adeguati agli standard vengono scelti in base a criteri estetici, ma non sono in grado di assolvere meglio di altri i compiti per i quali la loro razza è stata selezionata in tempi antichi. Infatti, per poter svolgere determinate funzioni, i cani necessitano di uno speciale addestramento fin da piccoli.
Vengono chiamati bastardi tutti quei cani che non possono essere inquadrati in nessuna delle razze riconosciute dalle organizzazioni cinofile. In genere, i bastardi sono il risultato di incroci tra cani appartenenti a razze diverse; in altri casi si tratta di vere e proprie razze locali senza nome, non riconosciute dalle organizzazioni di commercianti e amatori. In realtà, ogni cane potrebbe essere il capostipite di una razza, se l'uomo decidesse di selezionare numerosi individui con i suoi caratteri. La connotazione dispregiativa di stampo razzistico della parola bastard ‒ usata negli Stati Uniti per insultare le persone ‒ ha preso ormai piede in tutto il mondo, rafforzando il suo significato negativo: proprio per questo motivo molte persone non vogliono che i loro cani vengano chiamati bastardi e preferiscono la parola meticci, che poi significa esattamente la stessa cosa!
Comunque sia, al di là delle convenzioni e del significato che vogliamo dare alle parole, va detto che i cani di razza non offrono prestazioni superiori a quelle dei bastardi, almeno per quanto riguarda il ruolo di animali da affezione. Il valore commerciale dei cani di razza è dovuto al fatto che il cliente, comprando un cucciolo, è già informato a priori delle caratteristiche positive e negative che esso probabilmente svilupperà crescendo. Un cucciolo bastardo è invece un'incognita: crescendo potrebbe mostrare caratteristiche sia fisiche sia comportamentali non gradite al padrone. In ogni modo, per quanto riguarda il comportamento, occorre tenere presente che questo è solo in parte determinato geneticamente. Molti aspetti del carattere di un cane (come di tutte le altre specie, uomo compreso) sono determinate dalla storia della sua vita, dalle esperienze e dall'educazione. Chiunque acquisti o adotti un cucciolo di cane deve tenere presente che dalla propria condotta deriverà la felicità o la sofferenza dell'animale, perché il padrone è sempre il vero responsabile di ogni cattivo comportamento che il cucciolo può acquisire crescendo.
Il corredo genetico del cane contiene gran parte di quello del lupo, suo diretto antenato. Pertanto, la tendenza a vivere in branco e a mantenere rapporti sociali personalizzati con ciascun membro è una delle caratteristiche fondamentali che il cane manifesta trovandosi a vivere in una famiglia umana. Tra i lupi esistono rapporti di gerarchia modificabili nel tempo, che servono a ridurre gli scontri tra i membri del gruppo e a garantire la collaborazione durante la caccia. Affinché un cane si inserisca armoniosamente in una famiglia umana, deve sentirsi l'individuo omega del gruppo, ovvero quello sottomesso a tutti. Solo in questo modo si possono evitare ribellioni da parte dell'animale e pericolose aggressioni verso i membri della famiglia. Il cane si adatta benissimo al ruolo di subordinato verso il quale è predisposto naturalmente. Infatti, tutti i lupi, almeno nel periodo iniziale della loro vita, sono subordinati rispetto al maschio alfa, il dominante, e la loro sopravvivenza dipende dal modo in cui manifestano la propria sottomissione.
Nella famiglia umana il cane mantiene per tutta la vita lo stato di cucciolo grazie al fatto che il padrone gli somministra il cibo e quindi lo rende eternamente dipendente dalla sua volontà. Per manifestare tale posizione subordinata il cane abbassa le orecchie, chiude gli occhi, mette la coda fra le zampe e si accuccia: si comporta cioè da cucciolo.
Per mantenere un buon rapporto con il proprio cane bisogna evitare di picchiarlo poiché le percosse non rientrano nel comportamento naturale della specie. Per punire un cucciolo bisogna sollevarlo per la collottola e scuoterlo, così come farebbe la madre. Il rapporto con il cane, anche adulto, deve essere fondato sul gioco e sul rispetto, senza mai lasciare l'animale a corto di carezze e di attenzioni. La conoscenza del comportamento del cane è importante per educare correttamente un cucciolo e per instaurare con lui un rapporto pacifico e duraturo.
Purtroppo molte persone trascurano i loro cani, li lasciano soli in casa per molto tempo, li maltrattano sfogando su di essi le proprie frustrazioni o li usano per attività illecite, come le rapine o i combattimenti. Tutto ciò sfocia in un rapporto carico di aggressività reciproca, oppure induce nel cane atteggiamenti capricciosi o nevrotici. Da questi rapporti sbagliati, spesso frutto della decisione frettolosa di adottare un cane, derivano i numerosi abbandoni di animali. Molte persone, attratte dal fascino irresistibile che emana un cucciolo, lo adottano senza riflettere sulle conseguenze di questa decisione sulla propria libertà, senza pensare che in futuro dovranno programmare la propria vita, il tempo libero e le vacanze anche in funzione di questa nuova presenza. Non tutti vi riescono e numerosi cani si ritrovano poi abbandonati sulle autostrade, nelle campagne o nelle periferie delle città.
Il disinteresse del padrone verso il proprio animale si mostra a diversi livelli, dando origine a tre categorie di cani che conducono una vita più o meno autonoma: cani vaganti, randagi e inselvatichiti. I cani vaganti sono quelli che appartengono a un padrone che li lascia scorazzare nel quartiere in cui vive o lavora, oppure nelle campagne circostanti. Questi cani generalmente tornano a dormire presso la casa o l'azienda del padrone, e possono contare su pasti più o meno regolari; tuttavia, trascorrono molto tempo da soli o socializzando con altri cani nelle stesse condizioni, e sono esposti a rischi di ogni tipo. Molti finiscono investiti dalle macchine, contraggono malattie, vengono maltrattati da estranei o feriti da altri cani, possono essere avvelenati di proposito o incidentalmente. I cani randagi sono il risultato immediato dell'abbandono e vivono elemosinando il cibo o razzolando nelle discariche. Vengono regolarmente a contatto con i cani vaganti a cui trasmettono diverse malattie. Soprattutto in seguito a cattive esperienze, diventano sempre più diffidenti nei confronti dell'uomo e tendono a formare branchi consolidati che si allontanano dai centri abitati. In questo modo diventano cani inselvatichiti, che evitano l'incontro con l'uomo non considerandolo più amico o padrone. Con il passare delle generazioni, i cani inselvatichiti recuperano in parte l'aspetto e il comportamento del lupo, possono aggredire escursionisti, pastori e operatori agricoli, e rappresentano un potenziale veicolo di malattie come la rabbia e la leishmaniosi. Inoltre assalgono animali selvatici e domestici, soprattutto pecore e cavalli, procurando danni all'ambiente e alla pastorizia. Ancora più gravi sono i danni indiretti che essi provocano alimentando false opinioni diffuse presso la gente di campagna ("sono ritornati i lupi!") e scatenando reazioni difensive pericolose, come la diffusione di bocconi avvelenati a base di stricnina che provocano la morte di molti animali selvatici e domestici.
Come sappiamo, in tempi ormai lontanissimi i cani fungevano essenzialmente da ausiliari nella caccia di sussistenza, da custodi delle greggi dei popoli pastori o da guardiani delle piantagioni dei popoli agricoltori. Con la diversificazione delle attività e delle esigenze dell'uomo, i cani hanno via via imparato a svolgere numerosi ruoli: salvataggio, guida per non vedenti, difesa personale, ausilio per le forze dell'ordine, ricerca di tartufi, caccia sportiva, traino di slitte, e altro ancora.
Attualmente, nei paesi a economia avanzata, la funzione prevalente è quella di tenere compagnia al padrone, per combattere la solitudine e la depressione tipiche delle società moderne. Persone sole e famiglie senza figli vedono nel cane un soggetto a cui dedicarsi affettivamente e da cui trarre grandi soddisfazioni sentimentali. Bambini costretti a vivere nell'isolamento delle mura domestiche trovano un piacevole compagno di giochi in questo animale affettuoso e sempre disponibile. Inoltre, il cane è spesso un motivo importante di socializzazione: molti bambini comunicano tra loro raccontando storie del proprio cane e acquisiscono un senso di responsabilità verso l'animale, che contribuisce così alla formazione del loro carattere. Tante persone sole si incontrano nei giardini pubblici e si parlano per la prima volta grazie alla capacità naturale dei loro cani di abbattere i muri dell'incomunicabilità.