CANTIERE
(VIII, p. 782; App. IV, I, p. 360)
L'industrializzazione nel campo dell'ingegneria civile ha avuto negli ultimi anni un impulso notevole: essa è tuttavia, almeno in Italia, ancora legata alla realizzazione di opere di un certo impegno, mentre la costruzione di opere più modeste si compie ancora in larga parte con metodi tradizionali, senza il ricorso a produzioni di grande serie, legata a interventi di carattere individuale anche se, a volte, non privi di spunti innovativi.
La struttura del c. e la sua organizzazione hanno continuato naturalmente, in questi ultimi anni, ad adeguarsi all'evoluzione delle tecniche costruttive; l'evento che tuttavia è entrato in misura preponderante a rinnovare l'organizzazione del c. è l'informatizzazione. L'impiego del computer ha ora messo a disposizione delle imprese e dei direttori dei lavori moltissimi programmi per ottimizzare l'organizzazione, effettuando l'analisi dei fabbisogni, la gestione contabile del magazzino e dei listini prezzi-costi, l'analisi dei prezzi e la loro revisione, i computi metrici-estimativi, lo stato d'avanzamento dei lavori, tutti gli adempimenti necessari per la contabilità dei lavori per conto dello stato e di enti pubblici sia a misura sia in economia, la gestione del personale, il confronto preventivi-consuntivi. Esistono anche programmi finalizzati alla risoluzione di problemi cantieristici riguardanti particolari tipi di lavori (per es. costruzioni stradali, edilizia industriale, installazione di impianti, centrali di betonaggio, ecc.) Importante è la possibilità, mediante l'informatizzazione, di analizzare la produttività del c. per ottenerne l'ottimizzazione; è possibile oggi visualizzare graficamente l'andamento dell'intero c., con la conseguente possibilità di controllare e verificare l'andamento dei lavori, anche mettendo in relazione tra loro dati diversi, in modo da poter intervenire in tempo reale per eseguire rettifiche o cambiamenti che risultassero opportuni in corso d'opera.
Questa eventualità è ovviamente tanto più importante quanto più è esteso il c.; essa diventa poi di decisivo aiuto per la conduzione dei lavori nel caso di imprese che posseggono più di un c. in esercizio contemporaneo, anche a notevoli distanze tra loro. In tal caso può essere utile mettere a confronto in tempo reale dati trasmessi dai vari c., riguardanti un determinato esperimento o una qualsiasi particolarità tecnica: l'integrazione mediante computer dei dati ottenuti consente di ricavare l'indicazione necessaria per l'ottimizzazione, indicazione che può essere ritrasmessa, sempre in tempo reale, per i conseguenti interventi operativi.
Importante per la conduzione dei c. di una certa mole è la possibilità di ottimizzare la scelta delle attrezzature, dei macchinari, e dei materiali sia in relazione alla loro effettiva rispondenza ai bisogni, sia riguardo ai costi di ammortamento e di esercizio; per questo molte imprese hanno creato o stanno creando, a fini interni, delle basi di dati alle quali è possibile accedere con comuni personal computer; ma l'odierna grande velocità di cambiamento, anche nel campo delle costruzioni civili, spesso rende queste basi dati (cosiddette ''interne'') non più sufficienti per i bisogni delle imprese; ci si può di conseguenza rivolgere a banche dati di uso generale, con le quali è possibile collegarsi attraverso reti pubbliche di telecomunicazione anche a livello internazionale. I dati così ricevuti dalle banche esterne possono essere integrati, su comuni computer, con i dati già in possesso nelle basi interne per ottenere le informazioni necessarie in sede decisionale.
Per quanto riguarda le attrezzature e i macchinari di c. è continuata in questi ultimi anni l'evoluzione verso una maggiore affidabilità e sicurezza d'uso; la ricerca di miglioramento è volta ad assicurare sempre più spinti gradi di automatismo e precisione d'intervento. I seguenti esempi, pur in numero necessariamente molto limitato, sono indicativi di queste tendenze.
La confezione dei calcestruzzi è ormai effettuata senza eccezioni con dosaggio automatico, che garantisce la precisione e la costanza delle quantità dei costituenti; per i piccoli e medi c., nei quali non è conveniente l'impianto di proprie centrali di betonaggio, si ricorre, ormai per qualsiasi evenienza, all'acquisto di calcestruzzo nei punti di produzione attrezzati industrialmente, al trasporto mediante autobetoniere e al getto con l'utilizzazione delle motopompe.
Per la movimentazione dei materiali grezzi e dei semilavorati in c. sono oggi di uso comune e generalizzato piccoli e medi dumpers ribaltabili, pale caricatrici di tipo e capacità molto variabili che si adattano a qualsiasi necessità, mini-escavatori adattabili a lavori anche in spazi ristretti, in prossimità di muri esistenti, su pendenze molto elevate (fino al 60% circa). Queste macchine hanno spesso prese di potenza secondarie alle quali possono essere collegati attrezzi supplementari quali martelli demolitori, vibratori, scarificatori, compattatori, tagliarami, motopompe, tagliatrici a disco, ecc.
Esistono veicoli polivalenti in grado di compiere molte lavorazioni, in specie per c. stradali, mediante semplice sostituzione o aggiunta di attrezzi vari in modo da poter essere adoperati anche in periodi stagionali diversi con riduzione notevole dei tempi morti: possono operare come pala caricatrice, ruspa, falciatrice, spazzaneve, ecc.
Nel campo delle opere provvisionali quali centine, impalcature, ponteggi, sia per la costruzione di nuovi edifici sia per la manutenzione di quelli esistenti, si vanno sempre più affermando ponti mobili elevatori a elementi modulari di larghezza variabile, sostenuti da colonne a traliccio d'acciaio, completamente indipendenti dalle facciate oppure ancorate a esse (in tali casi si arriva anche ai 100 m d'altezza); sono mossi da motori elettrici autofrenanti e provvisti di paracadute meccanico.
Molto usate per lavori di manutenzione sono le piattaforme aeree semoventi con sollevamento oleodinamico a braccio telescopico, impiegate quando risulta antieconomico l'uso di ponteggi fissi.
Per la costruzione di edifici in cemento armato sono ormai di uso corrente le casserature d'acciaio in pezzi di misure standard facilmente componibili; per il getto di opere a prevalente sviluppo verticale, quali alte pile di viadotti, torri cave per ascensori, scale esterne, piezometri, serbatoi, ecc. sono ormai adoperate comunemente le casseforme automontanti, mentre per la costruzione di viadotti a conci successivi a sbalzo sono ormai entrate nell'uso comune le centine rampanti. Le operazioni di taglio e sagomatura dei tondini d'acciaio per grandi opere in cemento armato o per elementi prefabbricati destinati all'edilizia sono automatizzate in apposite centrali: queste sono dotate di nastri trasportatori per l'afflusso delle barre, di sistemi di bloccaggio delle barre stesse e per i successivi tagli e piegature secondo le misure prefissate.
Notevole incremento hanno avuto le apparecchiature per il risanamento delle murature, in specie per quelle umide per infiltrazioni d'acqua dal sottosuolo; apposite macchine dotate di dispositivi antipolvere e antirumore operano il taglio necessario nella muratura con la profondità, spessore e inclinazione voluti; nel taglio sono introdotti fogli di laminati plastici fissati poi con ancoraggi e sigillati con apposita malta cementizia iniettata sotto pressione.
Apparecchiature oleodinamiche, costituite da numerosi martinetti comandati da apposita centralina, sono impiegate vantaggiosamente in c. per la risoluzione di problemi di sostegno o di spostamento di forti carichi: così possono essere sostituiti gli appoggi di grandi travi da ponte senza doverle rimuovere, possono essere tagliati e sostituiti tratti di murature, pilastri o fondazioni, ecc.
Il sistema televisivo a circuito chiuso trova applicazione nel campo cantieristico per l'ispezione di manufatti di difficile accesso; l'apparecchio di telepresa può essere introdotto e guidato in condotte, ciminiere, strutture interrate, serbatoi, ecc.
Per la costruzione di gallerie, e precisamente per lo scavo e il contemporaneo consolidamento del terreno, viene attualmente usato con una certa diffusione il sistema jet-grounding che consiste nel perforare la roccia con un getto d'acqua molto sottile (meno di un millimetro di diametro) a pressione fortissima (∼ 500 bar) seguito da un getto, anch'esso a forte pressione, di malta cementizia, in modo da creare un reticolato cementizio di consolidamento. Vedi tav. f. t.
Bibl.: A. Castellano, La costruzione moderna, Milano 1988; R. Argento, Computo metrico per Ibm e Pc compatibili, Palermo 1988; T. S. Ingold, K. S. Miller, Geotextiles handbook, Londra 1988; F. S. Bifano, La contabilità dei lavori per le opere pubbliche, Roma 1989; P. Oreto, La direzione dei lavori per le opere pubbliche, Palermo 1989; C. Molinari, Manutenzione in edilizia-Nozioni, problemi, prospettive, Milano 1989; M. Franzosi, Guida ai contratti tra imprese, ivi 1989; La nuova Legislazione ambientale, a cura di F. A. Roversi-Monaco, Rimini 1989; S. Adamo, P. Martellacci, Guida all'Albo Nazionale dei Costruttori, modulistica e normativa, Roma 1989; Codice dell'ambiente, a cura di G. Di Giovine, Milano 1989; O. Tronconi, Il software per le imprese edili. Criteri di selezione e utilizzo per l'individuazione dei prodotti d'informatica, ivi 1989; Manuale pratico per operatori edili, Roma 1989; Il Nuovo Cantiere, Milano, annate 1980-90.
Cantiere del restauro. - Il c. del restauro si connota, rispetto a quello edilizio, per due aspetti concomitanti: che si interviene su una preesistenza a cui si siano riconosciuti valori storici ed eventualmente figurativi; che scopo dell'azione è non di trasformare, ma di conservare e tramandare tale preesistenza in ragione dei valori predetti. Peraltro, il c. del restauro si pone in rapporto storico con quello che ha consentito, nel tempo, la realizzazione della fabbrica, laddove essa ne abbia conservate tracce tangibili e significative, e dunque da tutelare anch'esse. Il c. del restauro può assumere manifestazioni fra loro differenti, come quelle strettamente conservative e che possono essere dirette (sugli effetti del deterioramento) e/o indirette (sulle cause), quelle del consolidamento statico, quelle del restauro tradizionale (aggiunte ad espunzioni), quelle manutentive. Manifestazioni che possono convivere a seconda dei casi, in rapporto sia ai valori da salvaguardare sia allo stato del monumento.
Tuttavia, a mano a mano che si esamina la gamma di interventi, da quello di conservazione a quello di manutenzione, le diversità, rispetto al tradizionale c. edilizio, si riducono gradatamente. Il c. del restauro è dunque un'impresa polivalente, tanto più se vi si include l'attività preventiva di studio che si esplica in prove sul campo e/o in laboratorio, nel rilevamento sistematico, nell'attento esame storico-critico. Filoni d'indagine, questi, generalmente necessari per un intervento oculato, oltre che reciprocamente vantaggiosi. Un caso particolare è il c. di scavo, a cui segue, o a cui si accompagna, quello di restauro: l'allestimento del quale ultimo si deve avvalere di normative, di carte, di lessici specifici e di maestranze appositamente preparate, oltre che di molteplici e convergenti competenze disciplinari; il tutto finalizzato allo scopo superiore dell'intervento. Tutti questi apporti devono confluire in un particolare elaborato − il progetto di restauro − frutto di una sintesi finale per lo più opera di un architetto specialista nel ramo. Questa attività di previsione, comunque calata sul rilievo di cui si è detto, rappresenta così il necessario tramite fra studi preparatori ed esecuzione dell'intervento, e sarà poi tradotta in un apposito capitolato, che si approssimi sempre più alla fase operativa. Fase dalla quale lo stesso progetto potrà trarre indicazioni ulteriori sia per eventuali scoperte o per approfondimenti interpretativi di ordine storiografico, sia per un più o meno consistente affinamento o correzione in corso d'opera.
Oltre a quanto si è detto, è questa grande, ma controllata, elasticità di intervento che differenzia il meno stabile progetto di restauro da quello edilizio. Un'elasticità che impone una continua verifica, proprio in sede di c., fra gli intenti in qualche misura aprioristici del progetto e l'intervento operativo che dovrà costantemente e sagacemente interrogare il monumento, lasciandosi suggerire da quest'ultimo le soluzioni più congrue per un corretto svolgimento del lavoro. Detta verifica deve poi prospettare un confronto omogeneo − anche tramite grafici appropriati − fra il disegno iniziale e l'intervento realizzato, che dia conto della entità e della qualità dello scarto fra le due fasi.
Mentre per gli oggetti più minuti e mobili è sufficiente un atelier-laboratorio, nel caso di restauro dei monumenti è necessario che si realizzi un c. vero e proprio. In ogni caso, l'esposizione all'aperto dell'architettura fa sì che, soprattutto in tale settore, le prove e le simulazioni indirette siano manchevoli. Ciò impone che almeno una parte delle esperimentazioni scientifiche di conservazione si svolga su materiali posti in condizioni microclimatiche assai prossime a quelle in cui sussistono le opere, il che non può che avvenire, sia pure prudenzialmente, nel c., che in tal modo diviene fulcro della ricerca, oltre che punto di riferimento privilegiato per tutti gli interventi in qualche modo affini. Ciò non fa che confermare l'insostituibile funzione di conoscenza diretta, dal di dentro, che il c. realizza circa la storia, anche tecnica, della fabbrica.
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