CAPPA (connesso col lat. caput "capo,,; fr. chape; sp. capa; ted. Kappenmantel, Kutte; ingl. cloak, cape)
Ampio mantello senza maniche che copriva tutta la persona, spesso fornito di un cappuccio. Usato nell'antichità come abito protettivo (χλαῖνα, paenula) e spesso per viaggio (cfr. Cic., Pro Mil., 20, 54), essa divenne nel sec. IV la veste più portata e dal sec. XI in poi fu contrassegno di clerici e di ordini religiosi (v. oltre). La troviamo come sopravveste di laici durante quasi tutto il Medioevo. Per la sua grande diffusione presso i cavalieri e gli uomini d'armi, i romanzi che narrarono avventure e combattimenti cavallereschi si chiamarono romanzi di cappa e spada. Portarono la cappa, peraltro, anche le donne, aperta e trattenuta da un legaccio sul petto nel sec. XIII, chiusa nel sec. XV. La cappa fu anche mantello di cerimonia, indossata da principi e re, e dai membri di alcuni ordini di cavalleria.
Oggi la cappa si usa talvolta come complemento della marsina o frack; nelle corride l'adoperano i capeadores e i toreri per eccitare il toro e sfoggiare la loro bravura.
Liturgia. - Come paramento sacro la cappa è l'abito proprio dei canonici e dei beneficiati delle cattedrali, in coro, nelle processioni e occasioni solenni: deriva da un lungo mantello di lana con strascico e cappuccio foderato di pelliccia, la quale cingeva pure il collo, usato in coro durante gli ultimi secoli del Medioevo; esso o era tutto chiuso, oppure con aperture sul davanti per passarvi le mani, per solito di color nero, mentre il colore della pelliccia variava a seconda della dignità. Con l'andar del tempo si prolungò la pelliccia sul petto e sulle spalle, mentre veniva comandato di ripiegare sul braccio lo strascico: ciò ha portato che presentemente la cappa in molte cattedrali è ridotta a una semplice tracolla di lana o di seta, mentre il cappuccio si è ingrandito prendendo la forma di una mantellina. Da più secoli il colore della cappa è il violaceo, della pelliccia il bianco per i canonici, il grigio per i beneficiati: ma i canonici di molte cattedrali, come Pisa, Capua, Salerno, per privilegi papali, usano il color rosso. D'estate invece della cappa è usata la cotta, oppure il cappuccio di seta rossa. Mentre per i canonici la cappa corale ha subito accorciamenti, per i vescovi e i cardinali ha conservato la forma antica di ampio mantello chiuso, con strascico assai lungo: questa cappa è chiamata "cappa magna"; i vescovi l'hanno di color violaceo, i cardinali rosso scarlatto, ed è allora chiamata la "porpora" ma se questi prelati appartengono a uno dei grandi ordini religiosi, il colore della cappa è quello dell'abito del loro ordine.
Bibl.: G. Braun, I paramenti sacri, trad. it., Torino 1914.
Architettura. - Il termine cappa ha due significati.
1. Nel camino (v.), è quella parte che sovrasta al focolare e raccoglie i prodotti della combustione. Nei camini isolati la cappa è un tronco di piramide che si presenta come un enorme imbuto sospeso al soffitto, raramente decorato di stucchi o dipinti. Nei primi camini a muro la cappa poggia sopra un architrave sostenuto da mensole. La sua decorazione è sempre pittorica e molto semplice e consiste nello stemma gentilizio del proprietario. Nei camini del Rinascimento e del periodo barocco la cappa è talvolta abolita, e quando esiste è quasi sempre arricchita di decorazione plastica; ma non mancano esempî in cui tutto lo spazio della cappa è occupato da una composizione pittorica come un vero quadro. Nei caminetti dei secoli XVII e XVIII la cappa non esiste più ed è sostituita dalla caminiera.
2. Nelle vòlte si dice cappa quello strato o gettata di malta, calcestruzzo, cemento, o asfalto, con cui si riveste l'estradosso della vòlta allo scopo di preservare la muratura dalle infiltrazioni umide. Si usano molte precauzioni per gettare la cappa e perché questa faccia buona presa. Quando la vòlta è liberata dalle sue armature o centinature si getta la cappa, e per maggior sicurezza la si fa doppia, con due strati, quando si presume che la vòlta sia esposta alla pioggia, o soggetta ad imbeversi d'umidità. Lo strato inferiore si fa di malta con ghiaia imbevuta, e il superiore con un buon intonaco di cemento, o di asfalto, che si ricopre con rena, perché il prosciugamento e quindi la presa sia lenta e perfetta.
Marina. - Una nave è o sta alla cappa o cappeggia quando, navigando con cattivo tempo, si mette in posizione di sopportare il mal tempo e ricevere l'urto dei cavalloni col minor danno possibile, sia tenendo pochissime vele, nel caso di velieri, sia manovrando adeguatamente con le macchine nel caso di piroscafi e motonavi. Per cappa s'intende anche, negli usi marinareschi, qualunque oggetto di tela che serva a difendere un oggetto o coprire qualche apertura; si ha così la cappa del fumaiolo, dei boccaporti, della bussola, ecc.
Diritto marittimo. - Nel contratto di noleggio delle navi l'armatore aggiunge spesso al prezzo di nolo una percentuale variabile dal 5% al 10%, la quale, un tempo, quando la navigazione si svolgeva con navi a vela, rappresentava uno speciale compenso al capitano della nave per il coraggio e l'alacrità da lui dimostrati durante il viaggio. Il nome deriva anzi dall'uso che allora vigeva di regalare una cappa al comandante della nave. L'uso di questa addizionale è oggi rimasto, ma essa va generalmente a beneficio dell'armatore.