Famiglia napoletana, distaccatasi dai Caracciolo. Capostipite fu Gregorio Caracciolo (sec. 12º), detto C. forse perché concessionario della gabella sul vino, chiamata "campione della carafa". Assurse sin dal sec. 14º a notevole importanza, per la larga partecipazione alla vita politica e militare del paese e, più tardi, in Francia, in Spagna, in Austria, e per la potenza feudale, acquistata anche con alleanze matrimoniali, sicché, distintasi nei due rami della Spina e della Stadera, che a loro volta si divisero in una quantità d'altri rami, poté tenersi alla testa della nobiltà napoletana. Toccato l'apogeo della sua fortuna con Gian Pietro (papa Paolo IV), alla morte di questo (1559) subì una violenta crisi. Fu illustrata ancora però da cardinali e prelati, viceré e scienziati, ottenendo nel 1594, con Fabrizio I, il titolo principesco.