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carcere

di Stefano Anastasia - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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carcere

Stefano Anastasia

Luogo di privazione della libertà per motivi di giustizia

Quando una persona, attraverso un processo, è riconosciuta colpevole di un reato per il quale la legge prevede la reclusione, allora viene chiusa in un carcere, dove rimane per il tempo previsto dalla sentenza. A volte, per ragioni di sicurezza, si può essere incarcerati prima del processo; ma si dovrebbe trattare di una misura eccezionale e limitata nel tempo, perché nei moderni Stati di diritto la reclusione è una pena che può essere inflitta solo al termine di un processo

Struttura

Il carcere ‒ dal latino carcer "recinto" ‒ è una costruzione circondata da un alto muro di cinta. Al suo interno vi sono molte celle, ossia stanze nelle quali i detenuti sono obbligati a passare quasi tutta la loro giornata. In ogni cella dovrebbe esserci almeno un letto, un bagno, un lavandino e un piccolo fornello per cucinare. Per alcune ore durante il giorno i detenuti possono uscire dalle celle, per passeggiare in un cortile interno e chiacchierare con qualcuno che non sia il compagno di cella. Se nel carcere vi sono impianti sportivi, aule o ambienti di lavoro i detenuti possono anche fare attività fisica, studiare e lavorare.

Origini

Il carcere più antico che conosciamo si chiama Mamertino e si trova a Roma, sotto il Campidoglio, nel bel mezzo dei Fori, dove un tempo i Romani si riunivano per discutere, prendere decisioni politiche ed esercitare il commercio. Quando insorgevano contrasti o liti, i Romani si affidavano a un giudice, per stabilire chi avesse ragione e chi torto.

Il carcere Mamertino era una specie di grotta, così come in gran parte del mondo le carceri sono state in passato, e come talvolta ancora oggi sono. In uno spazio così ristretto non si potevano rinchiudere molte persone per lungo tempo. E infatti nel carcere Mamertino non venivano rinchiuse le persone giudicate colpevoli di un reato, ma quelle in attesa di giudizio, per evitare che fuggissero prima del processo. Questo significa che nell'antichità (e fino a tempi anche più vicini a noi) il carcere non era un luogo di punizione.

Nascita del carcere moderno

Ancora fino a pochi secoli fa le pene inflitte ai colpevoli dei reati erano pecuniarie o corporali: nel primo caso si pagava una certa somma di denaro, nel secondo si veniva sottoposti a supplizi come il taglio delle mani o delle braccia, la rottura delle ossa, la tortura o, infine, si poteva essere condannati a morte.

Tale impostazione muta tra la fine del Medioevo e la nascita dell'Età moderna, con il progressivo affermarsi del valore di ogni persona, secondo i principi dell'umanesimo e dell'individualismo. Si comincia a pensare che un colpevole non debba soltanto espiare una colpa, ma anche ripensare ai propri errori, per averne una possibilità di riscatto. In questo senso il modello dell'espiazione è offerto dalla vita reclusa dei monaci: non è un caso che molti monasteri vengano utilizzati anche come luoghi di reclusione. La reclusione sottrae il condannato anche alla vendetta privata da parte di chi ha subito il torto, proprio per permettergli l'espiazione della colpa.

Anticipata da una lunga storia, una svolta decisiva ‒ che segna la nascita delle garanzie giudiziarie, cioè dell'insieme di norme volte a tutelare i diritti degli imputati ‒ è rappresentata da una legge inglese approvata nel 1679 e chiamata Habeas Corpus Act: essa prevedeva che una persona arrestata dovesse essere condotta entro tre giorni davanti a un giudice che ne convalidasse l'arresto, altrimenti doveva essere scarcerata (doveva "riavere il proprio corpo").

Nasce così ‒ da un maggiore rispetto per la persona dell'imputato ‒ la moderna reclusione carceraria: la punizione consiste nel togliere la libertà a una persona, costringendola entro un edificio dal quale non può uscire fino a quando essa non sia terminata.

Il carcere oggi

Per circa due secoli ‒ negli Stati prima liberali e poi democratici ‒ si è cercato di rendere socialmente utile il carcere. Utile non solo per punire chi ha sbagliato, ma anche per il funzionamento della società e soprattutto per la rieducazione del colpevole. Il carcere è stato quindi pensato per 'rieducare' i condannati alle regole della società e per renderli produttivi: lavorando in carcere, i detenuti avrebbero potuto imparare un mestiere e nello stesso tempo rendersi utili alla società. Sono stati due secoli di tentativi e di fallimenti: da una parte l'organizzazione di un carcere è troppo rigida perché le persone recluse possano veramente imparare un mestiere e lavorare bene; dall'altra il carcere ‒ nella maggior parte dei casi ‒ aumenta il senso di inutilità e improduttività dei detenuti, che nella grande maggioranza dei casi non hanno studiato abbastanza e non hanno mai avuto un lavoro (o hanno avuto un cattivo lavoro).

Insomma, un carcere rispettoso della dignità della persona, pur costando molto (in Italia nel 2003 ogni detenuto è costato 118 euro al giorno allo Stato), non riesce a rieducare i detenuti. È per queste ragioni che oggi si vanno sempre più diffondendo le pene alternative alla detenzione: la libertà controllata, lo svolgimento di lavori socialmente utili fuori dal carcere, e così via. E il carcere sembra tornare quello di un tempo: un recinto per le persone in attesa di giudizio e per chi vive ai margini della società, senza un lavoro e senza le capacità, l'esperienza o le conoscenze per trovarsene uno.

Attualmente, il paese con il maggior numero di detenuti sono gli Stati Uniti, sia in assoluto (tabella 1) sia rispetto al numero di abitanti. In questo genere di classifiche l'Italia si situa rispettivamente al ventottesimo posto per valore assoluto (57.046 detenuti al 30 giugno del 2004), e al centoventiseiesimo posto (insieme con l'Austria e l'Ecuador) per numero di detenuti rispetto alla popolazione (100 ogni centomila abitanti), numero comunque quasi doppio rispetto al 1990.

Tabella 1

Stati con il maggior numero di detenuti
all’inizio del 21° secolo

Stato  n. detenuti USA  2.085.620 Cina  1.548.498 Russia  763.054 Brasile  331.642 India  313.635 Ucraina  198.386 Messico  192.890 Repubblica Sudafricana  186.739 Tailandia  168.264 Iran  133.658  (fonte: International centre of prison studies, King’s College, Londra)

Tabella 2

Stati con il maggior numero di detenuti rispetto
al totale della popolazione all’inizio del 21° secolo

Stato  n. detenuti / 100.000 ab. USA  714 Russia  532 Bielorussia  532 Arcipelago delle Bermuda  (GB) 532 Isole Vergini  490 Turkmenistan  489 Cuba  487 Suriname  437 Isole Cayman  429 (fonte: International centre of prison studies, King’s College, Londra)

Anche i bambini possono andare in carcere?

Non è stato sempre così – e in molte parti del mondo non è ancora così –, ma in Italia i bambini e i ragazzi fino a 14 anni non possono essere incarcerati. Dopo i 14 anni si diventa responsabili delle proprie azioni anche davanti al giudice, che può condannare un minorenne a scontare una pena negli Istituti penali per minori. Ma le nostre leggi prevedono che i ragazzi tra i 14 e i 18 anni siano condannati alla pena detentiva solo in caso di reati particolarmente gravi e quando non si riesca a far loro seguire programmi di rieducazione. Grazie a queste leggi, l'Italia è uno dei paesi al mondo con il minor numero di detenuti giovanissimi. Invece, nelle carceri per adulti, negli istituti o nelle sezioni femminili ci sono ancora alcune decine di bambini, con meno di 3 anni, in carcere con le loro madri. Infatti, per alcuni reati, considerati particolarmente gravi, alle madri non è consentito di scontare la pena con una misura alternativa alla detenzione, e così i figli più piccoli vivono con loro dentro le mura del carcere.

Vedi anche
pena Sanzione afflittiva comminata dall’autorità giudiziaria a chi abbia commesso un reato. 1. Profili generali La pena criminale, o pena in senso stretto, appartiene al genere delle sanzioni punitive, rivolte cioè a garantire l’osservanza della norma prima che se ne verifichi la violazione e ad asseverare ... Misure alternative alla detenzione Le misure alternative alla detenzione (l. n. 354/1975) consistono in modalità di esecuzione delle condanne diverse dalla tradizionale esecuzione della pena negli istituti penitenziari. La competenza a decidere sulla loro concessione è affidata al Tribunale di sorveglianza. Possono accedervi i detenuti ... lavoro In senso lato, qualsiasi esplicazione di energia volta a un fine determinato. In senso più ristretto, attività umana rivolta alla produzione di un bene, di una ricchezza, o comunque a ottenere un prodotto di utilità individuale o generale. diritto Il lavoro dell’uomo è preso in considerazione dall’ordinamento ... habeas corpus Rescritto (writ) del diritto inglese, emesso già nel 12° sec.: consiste in un atto, rilasciato dalla giurisdizione competente, con cui si ingiunge a chi detiene un prigioniero di dichiarare in qual giorno e per quale causa sia stato arrestato (onde il nome, in latino «abbi il [tuo] corpo», cioè, ti sia ...
Indice
  • 1 Struttura
  • 2 Origini
  • 3 Nascita del carcere moderno
  • 4 Il carcere oggi
  • 5 Stati con il maggior numero di detenutiall’inizio del 21° secolo
  • 6 Stati con il maggior numero di detenuti rispettoal totale della popolazione all’inizio del 21° secolo
  • 7 Anche i bambini possono andare in carcere?
Categorie
  • DIRITTO PENALE E PROCEDURA PENALE in Diritto
Altri risultati per carcere
  • carcere
    Enciclopedia on line
    Luogo in cui vengono recluse, per ordine del magistrato o di altre autorità, le persone private della libertà personale. Nell’antichità il c. era destinato ad assicurare sia la presenza dell’imputato al processo (oggi ‘custodia cautelare’), sia l’esecuzione di alcune pene che avevano come oggetto il ...
  • Prigione
    Universo del Corpo (2000)
    Antonella Cambio Carmelo Cavallo Prigione (dal francese prison, che è il latino pre(he)nsio, "atto di prendere, cattura") e il suo sinonimo carcere, rispetto a cui è più usato nel linguaggio comune, indicano propriamente la costruzione adibita alla reclusione dei detenuti, ma possono essere estesi ...
  • CARCERE
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Cenni storici. - Speciale menzione meritano, per l'Oriente, le carceri cinesi, indiane ed ebraiche. In Cina si ebbero varie forme, dai ceppi a prigioni anguste, dal sistema indiretto e raffinato di estremo supplizio a terreni chiusi da muri di cinta (forse colonie agricole, o di relegazione). In India ...
Vocabolario
càrcere
carcere càrcere s. m. e f. [lat. carcer -ĕris, in origine «recinto» e più propr., al plur., le sbarre del circo dalle quali erompevano i carri partecipanti alle corse; poi «prigione»]. – 1. Luogo in cui vengono rinchiuse, per ordine del...
carcare
carcare v. tr. – Contrazione poet. di caricare: Discerner puoi che buone merce carca (Dante). ◆ Part. pass. carcato; come agg., è usata anche la forma senza suff. carco: Han carca la fronte de’ pesti cimieri, Han poste le selle sui bruni...
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