caricatura
La verità nei difetti
Può un volto umano svelare qualcosa oltre la sua apparenza? Il caricaturista risponderebbe senz'altro di sì. Grazie al suo occhio acuto e a uno spiccato senso dell'umorismo, nella caricatura egli coglie i tratti caratteristici di una persona e li 'carica', cioè li appesantisce, fino a renderli espressivi della personalità
Un naso che diventa enorme, un grosso pancione su due gambe corte, una bocca sdentata, un paio di orecchie sproporzionate: è attraverso queste comiche esagerazioni che si esprime l'arte della caricatura. Essa coglie i difetti o le caratteristiche che distinguono tra loro gli individui e li sovraccarica, cercando anche di far emergere certi aspetti del carattere. Tutti noi, osservandoci a vicenda, siamo in grado di notare alcune caratteristiche inconfondibili, ma saperle rendere con pochi tratti di matita è un'arte che richiede un particolare talento.
Sin dall'antichità si trovano esempi di iscrizioni e pitture con intenti di rappresentazione comica. Alcuni graffiti d'epoca romana ritrovati sulle pareti delle case di Roma e Pompei raffigurano persone, talvolta identificate con scritte, delle quali è marcato in modo caricaturale un particolare fisico. Sono caricature anonime, fatte per divertimento. Ma gli artisti, quando iniziano a praticare la caricatura? Leonardo da Vinci disegna una serie di teste deformi il cui aspetto grottesco risulta da un attento studio dei difetti fisici. Non si tratta di autentiche caricature, ma di interessanti studi sulla fisionomia. Sono gli artisti bolognesi Agostino e Annibale Carracci a eseguire alla fine del Cinquecento alcuni sagaci ritrattini definiti "carichi" poiché in essi è evidenziata qualche particolarità dei visi e della figura: da questa espressione sembra derivare il termine caricatura.
Cosa succede quando l'oggetto dell'umorismo è un personaggio influente e famoso? È il caso della caricatura di papa Innocenzo XI eseguita da Gian Lorenzo Bernini nel Seicento: con pochi tratti di penna è sottolineato un lato del carattere, e un personaggio potente come il papa si trasforma in una figura gracile e meschina.
È però nel Settecento che la pratica della caricatura inizia a essere esercitata professionalmente, associata ai temi d'attualità. L'inglese William Hogarth mostra, nelle sue scene satiriche, i vizi e l'ipocrisia della società a lui contemporanea. In questo modo la caricatura non è solo fonte di divertimento, ma anche uno strumento di critica e denuncia. Questo aspetto è sviluppato nel corso dell'Ottocento, che vede una straordinaria fioritura di caricaturisti di professione, grazie alla diffusione dei giornali e alla maggiore libertà d'espressione. Nascono numerosi periodici satirici e umoristici, quali per esempio, in Francia, La caricature, Le charivari, Le rire, e si distinguono artisti brillanti e sagaci. Charles Philipon raffigura re Luigi Filippo con la testa a pera, mentre Honoré Daumier, che per questo finì in carcere, trasforma lo stesso re in un gigante panciuto che divora i pochi beni dei poveri. Accanto alla caricatura nasce la vignetta, in cui il protagonista viene calato in una situazione ispirata alla realtà che tutti possono riconoscere.
Anche in Italia il genere conosce una larga fortuna e vengono fondati periodici satirici come Il fischietto, Pasquino, Guerin Meschino, Il travaso delle idee. Molti pittori sperimentano la caricatura, come i macchiaioli. Tra loro, lo scultore Adriano Cecioni realizza gustose caricature, disegnate e anche modellate in terracotta.
La storia della caricatura è strettamente legata alla politica, ed è spesso associata a battaglie di giustizia sociale o a posizioni di aspra critica verso le scelte dei governanti. Ma anche personaggi dello spettacolo diventano bersaglio dei disegnatori. Poiché essere oggetto di una caricatura è un chiaro indice di notorietà, il più delle volte il fatto non è recepito come offensivo.
Che posto ha la caricatura nel mondo d'oggi? È ancora molto utilizzata, sui quotidiani e sulle riviste internazionali dedicate all'attualità. Ma soprattutto è adoperata nelle vignette, spesso accompagnata da una battuta, come strumento critico o di riflessione su temi di politica, società e costume.