Alterazione o decomposizione dei tessuti vegetali, che alla fine sono ridotti a una massa polverulenta. È dovuta all’azione di parassiti fungini (Basidiomiceti), noti anch’essi con il nome di carie. Tra i vari tipi: la c. del tronco (o lupa) sull’olivo, determinata da funghi delle Poliporacee; la c. del grano (o volpe), dovuta a specie di Tilletia, le quali sporificano dentro le giovani cariossidi, rovinandole.
C. dentale Malattia del dente caratterizzata essenzialmente dalla disgregazione e dalla distruzione dello smalto (c. di 1° grado), della sottostante dentina (c. di 2° grado), con formazione di cavità (c. penetrante, di 3° grado) ed eventuale compromissione della polpa dentaria (gangrena e necrosi della polpa: c. di 4° grado). La sua patogenesi è complessa e solo in parte nota: notevole rilevanza hanno i fattori microbici, quelli costituzionali (insufficiente resistenza strutturale del dente), alimentari (scarso apporto di fluoro con le acque e gli alimenti). Si cura rimuovendo meccanicamente le parti necrotiche e chiudendo, dopo opportune medicazioni, la cavità con cementi o con amalgami metallici. La c. non curata può dar luogo a complicazioni locali (pericementite, ascessi) e generali (malattie focali, setticemia).
C. ossea Distruzione delle trabecole ossee a opera del tessuto granulo-fungoso neoformato, con concomitanti lesioni necrotiche lamellari dipendenti dalla occlusione trombotica dei piccoli vasi sanguigni. È un processo di natura tubercolare. Le sedi possono essere le più varie; caratteristiche la c. costale e la c. vertebrale o morbo di Pott. Il trattamento nelle forme più lievi è medico e consiste nella terapia specifica antitubercolare; in quelle più gravi richiede interventi chirurgici o l’adozione temporanea di apparecchi gessati o di protesi ortopediche.