In patologia, complesso di alterazioni strutturali irreversibili comportanti la perdita di ogni vitalità a carico di gruppi cellulari, zone di tessuto, porzioni di organo in un organismo vivente. Cause lesive di diversissima natura (fisica: traumi, ustioni, congelamenti, energia radiante; chimica: tossici esogeni ed endogeni; circolatoria: infarti, arteriti ecc.; microbica: azione delle tossine liberate da germi patogeni; ecc.) possono ledere cellule viventi fino a provocare la morte di esse, ossia la necrosi.
A seconda dell’agente causale e delle caratteristiche strutturali e funzionali del tessuto colpito si possono avere vari tipi di n., tra cui: la n. con coagulazione, che si osserva quando il tessuto devitalizzato, per l’azione di enzimi che da esso si liberano e che coagulano il plasma sanguigno che lo imbibisce, si trasforma in una massa più o meno consistente; la n. colliquativa, caratterizzata da rammollimento e colliquazione del tessuto morto (come avviene, per es., negli infarti del tessuto cerebro-spinale); la n. caseosa (così detta per l’aspetto, simile a quello del formaggio, della zona necrotica), che è uno degli esiti delle flogosi tubercolari; la n. gommosa, lesione propria della lue terziaria; la cancrena, che si ha a carico dei tessuti devitalizzati esposti o in comunicazione con l’ambiente esterno.