Dahlhaus, Carl
Musicologo tedesco, nato a Hannover il 10 giugno 1928, morto a Berlino il 13 marzo 1989. Studiò musicologia a Gottinga e Friburgo, ottenendo il dottorato nel 1953 con una tesi sulle Messe di Josquin des Prés. Negli anni Cinquanta fu direttore artistico del Deutsches Theater a Gottinga (1950-58), attività che gli permise di maturare una consuetudine con il teatro ricca di significato per le successive ricerche sull'opera, sempre attente a mettere in luce la rilevanza drammaturgica delle strutture musicali. Negli anni Sessanta fu redattore per la Stuttgarter Zeitung e negli anni successivi a lungo collaboratore della Frankfurter Allgemeine Zeitung. Nel 1967 fu chiamato a succedere a H.H. Stuckenschmidt come professore ordinario di musicologia alla Technische Universität di Berlino, ruolo che conservò per tutta la vita. Visiting professor nelle università di Princeton (1968) e dell'Illinois (1977), negli anni Sessanta fu inoltre presente regolarmente ai corsi di Darmstadt, punto di riferimento per generazioni di musicisti e di studiosi. Dal 1977 al 1980 fu presidente della Gesellschaft für Musikforschung.
La parabola intellettuale di D. prese l'avvio, nell'immediato dopoguerra, nel segno della Scuola di Francoforte e, più specificamente, della Filosofia della nuova musica di Adorno (1949). Il mondo musicale tedesco reagiva all'isolamento e al livellamento intellettuale degli anni precedenti aprendosi al dibattito internazionale e rinnovando sostanzialmente quello interno; in questo quadro, la musicologia cercava uno statuto più ampio rispetto a quello di disciplina quasi esclusivamente filologica, e D. diede fin dall'inizio un deciso contributo in tal senso. Le sue ricerche si estesero su un arco straordinariamente ampio di discipline, coprendo la musicologia storica dal Medioevo al Novecento e quella sistematica dalla teoria musicale, all'estetica, alla storiografia: la dialettica costante tra i due campi in cui sono tradizionalmente ripartite le discipline musicologiche (v. musicologia, in questa Appendice), dunque tra approccio storiografico da un lato e approccio estetologico e teorico dall'altro, costituì anzi una caratteristica basilare dell'impostazione culturale di Dahlhaus. Membro della Deutsche Akademie für Sprache und Dichtung, fu sua costante preoccupazione anche il confronto con le metodologie e i risultati di campi disciplinari limitrofi.
Punto focale delle ricerche di D. rimase a lungo la musica del 19° sec., cui si interessò inizialmente in quanto 'preistoria' della musica contemporanea, per concentrarsi successivamente su Liszt e la musica a programma, poi sullo snodo, considerato epocale, dell'opera wagneriana (dal 1970 diresse la pubblicazione dei Richard Wagners sämtliche Werke). Tra i saggi dedicati all'Ottocento musicale ricordiamo Zwischen Romantik und Moderne (1974), Die Musik des 19. Jahrhunderts (1980; trad. it. 1987), Musikalischer Realismus (1982; trad. it. 1987). A partire da questo nucleo, ma con sviluppi del tutto autonomi, si diramano da un lato alcuni grandi studi di interesse estetologico e storiografico, da Die Idee der absoluten Musik (1978) a Klassische und romantische Musikästhetik (1988), dall'altro le ricerche sul teatro musicale: oltre ai volumi dedicati a Wagner, come Wagners Konzeption des musikalischen Dramas (1971; trad. it. 1983) e Richard Wagners Musikdramen (1971; trad. it. 1984), ricordiamo Vom Musikdrama zur Literaturoper (1983) nonché il saggio sulla Drammaturgia dell'opera italiana (1988, in Storia dell'opera italiana, a cura di L. Bianconi, G. Pestelli, vol. VI). Sempre concentrato sul concreto contesto musicale, pur in un quadro concettuale estremamente articolato, D. realizzò tuttavia anche un costante confronto con i problemi metodologici alla base di ogni specifica ricerca; testo fondamentale sui principi basilari della storiografia musicale rimane Grundlagen der Musikgeschichte (1977; trad. it. 1980). Si ricordano inoltre Musikästhetik (1967), Analyse und Werturteil (1970; trad. it. 1987), Ludwig van Beethoven und seine Zeit (1987) e Was ist die Musik? (in collab. con H.H. Eggebrecht, 1985; trad. it. 1988). Tra i progetti editoriali diretti da D., oltre alla già ricordata edizione dell'opera completa di Wagner, vanno segnalati il supplemento al Riemann Musiklexikon (1972), la rielaborazione, con H.H. Eggebrecht, del Brockhaus-Riemann Musiklexikon (1978), il Neue Handbuch der Musikwissenschaft (dal 1980).
bibliografia
H. Danuser, Im Gedenken an Carl Dahlhaus (1928-1989), in Musiktheorie, 1989, pp. 195-202.
Ph. Gossett, Carl Dahlhaus and the "Ideal Type", in 19th century music, 1989, pp. 49-56.
Il catalogo completo degli scritti in Das musikalische Kunstwerk, Geschichte, Ästhetik, Theorie. Festschrift Carl Dahlhaus zum 60. Geburtstag, hrsg. H. Danuser, H. de la Motte-Haber, S. Leopold, N. Miller, Laaber 1988.