Filosofo tedesco della scienza (Oranienburg, Berlino, 1905 - Princeton, New Jersey, 1997). Esponente del Circolo di Berlino, di orientamento neopositivistico, ha proposto un'interpretazione liberalizzata del criterio di significanza e, nella fondamentale Aspects of scientific explanation (1965; trad. it. parz. 1986), ha sostenuto la tesi dell'unità delle scienze empiriche ritenendo che in tutte fossero rintracciabili due tipi di spiegazioni, entrambe valide: quella probabilistica, giustificata dal ragionamento induttivo, e quella nomologico-deduttiva, fondata sul ragionamento ipotetico-deduttivo.
Emigrò in Belgio (1934) e quindi negli USA (1937), dove insegnò a Chicago, alla Yale Univ. e poi a Princeton e Pittsburgh. Influenzato da H. Reichenbach e R. Carnap, svolse importanti ricerche sull'inferenza induttiva e sul grado di conferma delle ipotesi scientifiche. Fu uno dei maggiori rappresentanti del neoempirismo, ma anche fra i più autorevoli critici del riduzionismo epistemologico che lo caratterizzò nella prima fase: gli si deve infatti un'interpretazione liberalizzata del criterio di significanza che ammette la sensatezza dei termini teorici pur negandone la traducibilità in termini osservativi e che sfocia in una concezione olistica delle teorie scientifiche. Sostenitore della tesi dell'unità della scienza, legò il suo nome in particolare alla teoria della spiegazione scientifica, che ravvisa nel modello nomologico-deduttivo, ritenuto valido per tutti i tipi di scienze, dalla fisica alla storia. H. è celebre anche per aver formulato il Paradosso dei corvi attraverso il quale dimostrò i limiti del procedimento logico induttivo.
Tra i suoi altri scritti occorre citare: Fundamentals of concept formation in empirical science (1952; trad. it. 1961); The theoretician's dilemma (1958; trad. it., assieme al vol. prec., 1961); Philosophy of natural science (1966; trad. it. 1968). Una raccolta di saggi di H. è stata pubblicata in trad. it. nel vol. Oltre il positivismo logico (1989).