Hempel, Carl Gustav
Filosofo tedesco della scienza, naturalizzato statunitense (Oranienburg 1905 - Princeton, New Jersey, 1997). Esponente del Circolo di Berlino, di orientamento neopositivistico, emigrò in Belgio (1934) e quindi negli USA (1937), dove insegnò a Chicago, nella Yale University e poi a Princeton e Pittsburgh. Influenzato da Reichenbach e Carnap, è autore di importanti ricerche sull’inferenza induttiva e sul grado di conferma delle ipotesi scientifiche. È stato uno dei maggiori rappresentanti del neoempirismo, ma anche uno dei più autorevoli critici del riduzionismo epistemologico che lo caratterizzò nella prima fase: gli si deve infatti un’interpretazione liberalizzata del criterio di significanza che ammette la sensatezza dei termini teorici pur negandone la traducibilità in termini osservativi e che sfocia in una concezione olistica delle teorie scientifiche. Sostenitore della tesi dell’unità della scienza, ha legato il suo nome in partic. alla teoria della spiegazione scientifica, che ravvisa nel modello nomologico-deduttivo, ritenuto valido per tutti i tipi di scienze, dalla fisica alla storia. Tra le sue opere si segnalano: Fundamentals of concept formation in empirical science (1952); The theoretician’s dilemma (1958; trad. it., assieme all’opera. prec., La formazione dei concetti e delle teorie nella scienza empirica); Aspects of scientific explanation (1965; trad. it. Aspetti della spiegazione scientifica); Philosophy of natural science (1966; trad. it. Filosofia delle scienze naturali). Una raccolta di saggi di H. è stata pubblicata in trad. it. nel vol. Oltre il positivismo logico:saggi e ricordi (1989).