Menger, Carl
Economista austriaco (Nowy-Sącz 1840 - Vienna 1921). Fondatore della scuola austriaca (➔ austriaca, scuola). Conseguita la laurea in economia all’Università di Vienna (1863), si dedicò al giornalismo fino al 1867, quando ottenuto il dottorato in legge all’Università di Krakow, iniziò a praticare la professione legale, ben presto abbandonata per la ricerca in campo economico. Nel 1871, la pubblicazione dei suoi Grundsätze der Volkswirtschaftslehre segnò l’inizio della rivoluzione marginalista. Rifiutando la teoria classica del valore-lavoro, M. definì il valore di un bene economico attraverso la sua capacità di soddisfare un bisogno umano. Il bisogno diventerà meno intenso all’aumentare della quantità consumata del bene (principio dell’utilità marginale decrescente). Benché la teoria di M si basi sulla nozione di margine, questa non viene elaborata in modo esplicito. L’espressione utilità marginale (Grenznutzen) sarà introdotta solo nel 1884 dal suo allievo F. von Wieser. Nel 1884, la recensione di G. von Schmoller all’opera di M. Untersuchungen über die Methode der Sozialwissenschaften und der Politischen Ökonomie Insbesondere (1883), fu l’elemento scatenante del dibattito sul metodo dell’economia (Methodenstreit), che contrappose la scuola austriaca, sostenitrice della possibilità di generalizzare in leggi economiche il comportamento dei singoli attori, alla nuova scuola storica tedesca, che invece negava questo tipo di spiegazione scientifica.