PODESTA, Carla Dora
PODESTÀ, Carla Dora (Rossana). – Nacque il 20 giugno 1934 a Zliten, un piccolo centro a pochi chilometri da Tripoli, allora dominio italiano, da Americo e da Germana Carassale. I genitori erano di origine ligure e il padre a quel tempo era il sindaco della piccola cittadina non distante da Tripoli, dove lei da bambina si recava affascinata dalla popolosa città.
A cinque anni fu condotta in Italia, dove il padre fece ritorno avendo terminato il suo mandato in Tripolitania, e trascorse la sua infanzia al lido di Camaiore, non lontano da La Spezia, terra d’origine del padre che, qualche anno dopo si trasferì a Roma per un importante incarico municipale.
A Roma si compì il suo destino quando il regista Léonide Moguy, alla ricerca di fanciulle in fiore per il suo secondo film da regista in Italia, la incontrò sulla spiaggia di Ostia. Colpito dalla sua grazia adolescenziale e dal viso sbarazzino, le propose un provino per il ruolo di Stefania, amica del cuore di Luigia (interpretata da Anna Maria Pierangeli), che per una delusione d’amore e in attesa di un bambino versa in uno stato di grave depressione: era il terzo segmento che componeva il film Domani è un altro giorno (1951), dedicato al problema dei tentati suicidi di donne in crisi.
Raggiante perché avrebbe recitato accanto alla Pierangeli, dotata di un fisico scultoreo in un volto malizioso e ingenuo allo stesso tempo, di una fotogenia esaltante, la Podestà ad appena sedici anni decise di continuare a fare l’attrice, abbandonando il desiderio di diventare medico: era richiesta da produttori e registi per ruoli da ragazzina, figlia di genitori proletari o borghesi, spesso anche per ruoli da fanciulla nobile in film in costume come I sette nani alla riscossa (1951) di Paolo William Tamburella, dove impersonò Biancaneve, o la soave Ofelia nella parodia dell’opera di William Shakespeare dal titolo Io, Amleto (1952) di Giorgio Simonelli, accanto a Erminio Macario.
Dopo aver incontrato sulla sua strada il grande regista Georg Wilhelm Pabst che la volle per un modesto ruolo nel suo primo film girato in Italia, La voce del silenzio (1953), di scarso successo, la Podestà si trovò sommersa di richieste da produzioni estere, prima fra tutte quella del regista messicano Emilio Fernández che vide in lei il prototipo della ragazza dotata di carica erotica e di una spiccata sensualità carnale: nel film La red (1953; La rete), non più una ragazzina dall’aria maliziosa e innocente ma ‘Venere peccatrice’, la neoattrice rivelò insospettate doti di lascivo erotismo. La strada per una carriera internazionale era tracciata.
In quello stesso 1953 fu scelta da Giuseppe Guarino nel melodramma Addio, figlio mio!, come partner di Marco Vicario, che sposò l’8 agosto 1953 e dall’unione con il quale nacquero Stefano, nel 1954, e Francesco, nel 1959.
Pur se girato e prodotto in Italia, Ulisse (1954) di Mario Camerini fu un film di carattere non solo italiano e la Podestà ben figurò nel ruolo di Nausicaa accanto a Kirk Douglas.
Dopo la parentesi della provocante Tosca nel gradevole Le ragazze di San Frediano (1955), primo lungometraggio di Valerio Zurlini, in cui apparve accanto ad altre giovani speranze del cinema italiano quali Giulia Rubini, Marcella Mariani, Giovanna Ralli, tutte circuite dall’avvenente seduttore interpretato da Antonio Cifariello, Rossana Podestà fu chiamata per un’altra produzione internazionale per la regia di Robert Wise, Helen of Troy (1956; Elena di Troia), dove ottenne, biondissima, un po’ bamboleggiante, il ruolo del titolo accanto al Paride di Jacques Sernas, prevalendo su dive acclamate come Lana Turner e Ava Gardner, forse giudicate troppo ‘mature’ per il ruolo.
Dotata di una voce piacevole anche se talvolta flebile e poco robusta, Rossana Podestà fu spesso doppiata, come del resto accadeva a tante attrici italiane negli anni Cinquanta. L’attrice bambina Miranda Bonansea le fornì la voce in Ulisse e in Io, Amleto, così come la brava Rosetta Calavetta la doppiò in Addio, figlio mio! e in Elena di Troia, girato in inglese.
La carriera hollywoodiana per ‘Podesta’ (non più con l’accento finale sulla ‘a’), proseguì. In due film di minore impatto sul pubblico venne sfruttato il suo fascino ‘esotico’: il primo con Alan Ladd, in Santiago (1956) di Gordon Douglas, nel quale fu una partigiana rivoluzionaria nella capitale cilena, e l’altro, assai mediocre, Raw wind in Eden (1958; Vento di passioni) diretto anonimamente da Richard Wilson e in cui ebbe a fianco Esther Williams e Jeff Chandler interpretando l’amata nipotina di Eduardo De Filippo, un pescatore custode di un malandato castello in un’isola sperduta dell’arcipelago greco dove vengono ospitati due passeggeri superstiti di un incidente aereo.
Dopo alcuni film di valore prevalentemente commerciale, un po’ delusa dal poco successo e dalla scarsa risonanza delle sue interpretazioni, Podestà ebbe l’occasione di far parte del kolossal Sodom and Gomorrah (1962; Sodoma e Gomorra) diretto da Robert Aldrich, prodotto dalla Titanus, in cui, doppiata da Rita Savagnone, sostenne il ruolo di una ragazza ebrea che scampa alla distruzione divina delle due città; un film dove ritrovò Anna Maria Pierangeli, ormai amica da tempo.
Da allora cominciò a diradare le sue apparizioni sullo schermo per dedicarsi ai figli, ma anche perché insoddisfatta dei ruoli stereotipati che le venivano offerti. Tuttavia il marito Marco Vicario, all’esordio come regista, la convinse ad accettare il ruolo di protagonista nel film Le ore nude (1964) tratto da un racconto di Alberto Moravia, in cui impersonò con molta convinzione e con certa carica di soffice erotismo una signora borghese in crisi coniugale, pronta al tradimento con uno studente. Il film ottenne un certo successo di pubblico e discrete attenzioni dalla critica anche se il vero trionfo al botteghino giunse per entrambi i coniugi con 7 uomini d’oro (1965): per Vicario, che controllò minuziosamente la sceneggiatura e il mix cast, e per Rossana, fascinosa nel suo nude-look e negli sguardi lascivi e trasgressivi, doppiata dalla voce sensuale di Noemi Gifuni. Il film generò un sequel, Il grande colpo dei 7 uomini d’oro (1966), seguito con minore interesse sia dal pubblico sia dalla critica.
Tuttavia, nonostante tali successi – e altri sempre diretti da Vicario, alcuni dei quali di minore impatto commerciale –, qualcosa non funzionò nel loro rapporto sentimentale e agli inizi degli anni Settanta i due si separarono. Con la fine del matrimonio, Podestà si disinteressò del tutto della carriera, trovando conforto nell’affetto dei figli e partecipando a qualche pellicola di scarso interesse pur di non stare lontana del tutto dal set, come nel caso di alcune commedie ‘pseudoerotiche’. Nella prima metà degli anni Ottanta prese la drastica decisione di allontanarsi definitivamente dal cinema, nonostante la bravura dimostrata nel comporre – in Segreti segreti (1985) di Giuseppe Bertolucci – il doloroso personaggio di una madre il cui figlio, debole e insicuro, rimane ucciso da una terrorista sua complice.
Una delle maggiori soddisfazioni di quegli anni fu il fatto di veder decollare la carriera dei due figli, attivi sempre nel campo dello spettacolo, in quello televisivo particolarmente.
Il maggiore, Stefano, si è dimostrato valente regista di produzioni e fiction televisive, tra cui Il pranzo è servito, La corrida, I migliori anni e I Cesaroni, queste ultime due di ottimo gradimento e di eccellente ascolto, così come il quiz di Rai Uno L’eredità condotto da Carlo Conti (2001-06). Stefano è stato apprezzato anche come regista di vari festival di Sanremo (2004, 2005, 2009 e 2012), oltre che regista e sceneggiatore di un film di buona fattura, Sottovento! (2001) nel cui cast figuravano Anna Valle e Claudio Amendola. Anche il figlio minore, Francesco, è stato attivo come regista televisivo di operine gradevoli come le varie avventure di Licia (Teneramente Licia, 1987) e delle schermaglie della coppia Vianello - Mondaini in Casa Vianello, quindi di fiction di ottimo ascolto quali ancora I Cesaroni – per diverse stagioni –, Un medico in famiglia e Che Dio ci aiuti!
Nella lontananza dai set cinematografici, Rossana Podestà ebbe la consolazione affettuosa di un nuovo compagno, il grande alpinista Walter Bonatti (di cui curò una biografia, Walter Bonatti: una vita libera, Milano 2012) con il quale visse una storia sentimentale iniziata quasi per caso ma durata per tre decenni, fatta di serenità e complicità insieme e interrotta solo dalla morte di Bonatti, avvenuta nel 2011, un lutto dal quale non si riprese mai fino alla sua stessa scomparsa.
Morì a Roma il 10 dicembre 2013.
Filmografia. Tra i film non citati nel testo: Guardie e ladri (Steno [S. Vanzina] - M. Monicelli, 1951); Don Lorenzo (C.L. Bragaglia, 1952); Gli angeli del quartiere (C. Borghesio, 1952); Il moschettiere fantasma (M. Calandri, 1952); Fanciulle di lusso (B. Vorhaus, 1953); Viva la rivista! (E. Trapani, 1953); Nosotros dos (E. Fernández, 1954, non distribuito in Italia); Canzoni di tutta Italia (D. Paolella, 1955); Non scherzare con le donne (G. Bennati, 1955); Playa prohibida (J. Soler, 1956, non distribuito in Italia); L’isola dei pirati [La Bigorne, caporal de France] (R. Darène, 1957); La spada e la croce (C.L. Bragaglia, 1958); L’isola in capo al mondo [L’île au bout du monde] (E.T. Gréville, 1959); Un vaso de whisky (J. Coll, 1959, non distribuito in Italia); La furia dei barbari (G. Malatesta, 1960); La grande vallata (A. Dorigo, 1961); La schiava di Roma (S. Grieco, 1961); L’arciere delle Mille e una notte (A. Margheriti, 1962); Solo contro Roma (H. Wise [L. Ricci], 1962); La vergine di Norimberga (A. Dawson [A. Margheriti], 1963); F.B.I. Operazione Baalbek (M. Giannini, 1964); Il prete sposato (M. Vicario, 1970); Homo Eroticus (Id., 1971); L’uccello migratore (Steno, 1972); Paolo il caldo (M. Vicario, 1973); Il gatto mammone (N. Cicero, 1975); Il letto in piazza (B. Gaburro, 1976); Pane, burro e marmellata (G. Capitani, 1977); Sette ragazze di classe [Siete chicas peligrosas] (P. Lazaga, 1979); Tranquille donne di campagna (C. De Molinis [C. Giorgi], 1980); I seduttori della domenica: episodio in Il carnet di Armando (D. Risi,1980); Hercules (L. Cozzi, 1981).
Fonti e Bibl.: F. De Santis, P. R., in Filmlexicon degli autori e delle opere, V, Roma 1959, pp. 701 s.; E. Lancia - S. Masi, Stelle d’Italia, II, Roma 1989, pp. 75-79; Dizionario del cinema italiano, Le attrici, dal 1930 ai nostri giorni, a cura di E. Lancia, R. Poppi, Roma 2003, pp. 293 s.