Architetto e urbanista (Roma 1926 - ivi 2010); esordì con il gruppo Quaroni-Ridolfi nel quartiere Tiburtino INA/Casa (1950-51) di Roma, aderendo con progetti e scritti alle tematiche del neorealismo architettonico, che caratterizzava in quegli anni i suoi progetti di edilizia economica popolare (Matera, Foggia, ecc.). L'insegnamento all'Istituto universitario di architettura di Venezia (1967-81, anno in cui è passato a insegnare all'univ. di Roma) coincide con l'elaborazione teorica dei rapporti tra struttura urbana e intervento architettonico, tra morfologia e tipologia (Origini e sviluppo della città moderna, 1965; La città di Padova, 1970; Il significato delle città, 1975), che ha trovato una prima verifica nel progetto per il Gallaratese 2 a Milano. I suoi progetti (liceo scientifico di Pesaro, 1970; Palazzo di Giustizia di Ferrara, 1977-84; centro civico di Pesaro, 1977-79) sono orientati sulla sperimentazione compositiva delle leggi geometriche elementari. Nei progetti successivi (edificio residenziale alla Giudecca a Venezia, 1984; sistema di piazze a Terni, 1985; sistema polifunzionale in via Ostiense a Roma, 1991) prevale l’interesse per la scala urbana; degli anni 1993-2005 è la sistemazione del Giardino Romano nei Musei Capitolini. Nel 2021 l'ampia retrospettiva Carlo Aymonino. Fedeltà al tradimento allestita presso la Triennale di Milano ne ha compiutamente documentato la traiettoria umana e artistica.