CADORNA, Carlo
Uomo politico, nato a Pallanza l'8 dicembre 1809, morto a Roma il 3 dicembre 1891. Si laureò in legge a Torino nel 1830. Praticante nello studio dell'avvocato torinese Luigi Colla, che era stato uomo politico e amico e corrispondente di rivoluzionarıî, il C. visse colà in quell'aura di liberalismo che aleggiava anche nella casa paterna. Ben presto, strinse amicizia col Gioberti, con Pier Dionigi Pinelli e con altri liberali del tempo, e partecipò alle agitazioni politiche del 1831. Caduto in sospetto alla polizia, fu dal padre richiamato a Pallanza. Tornato a Torino nel 1837, il C. fondò un giornale letterario e scientifico, facendosi paladino della fondazione degli asili infantili. L'anno dopo si trasferì a Casale Monferrato per esercitarvi l'avvocatura. Sottoscrisse il famoso indirizzo a Carlo Alberto per domandare le riforme, e, a Casale, fondò il Carroccio, che nel solo titolo conteneva il suo programma liberale. Eletto deputato al Parlamento subalpino nelle elezioni del 1848 per il collegio di Pallanza, dove fu riconfermato per molti anni, egli fece parte, come ministro dell'Istruzione, dal dicembre '48 al marzo '49, dei gabinetti Gioberti e Chiodo e fu il solo ministro presente alla partenza del re dopo la battaglia di Novara. In questa occasione il C. avrebbe avuto da Carlo Alberto l'incarico di preparare l'atto di abdicazione per iscritto, a detta del Cibrario, e avrebbe lasciato partire per l'esilio il sovrano senza fargli firmare la carta di rinuncia, assumendosi una grande responsabilità di fronte al paese, alle conseguenze della quale egli cercò di ovviare con una postuma testimonianza redatta al Ministero degli interni e firmata da lui e dai generali presenti a Novara. Il C. fu, dopo Novara, al campo di Radetzky a fissare le condizioni dell'armistizio. Vicepresidente della Camera dei deputati dal 1853 al 1856 e presidente dal 1857 al 1858, fu di nuovo chiamato al Ministero dell'istruzione dal conte di Cavour, il quale gli confidò, appena di ritorno dal convegno di Plombières, i patti stretti con Napoleone III per la guerra del 1859. Quando il conte Pasolini si dimise da prefetto di Torino, il C. ne accettò la difficile successione. Nel 1868 fu ministro degli Interni, e diede prova di somma energia in momenti difficili. Dal 1869 al 1875 fu ambasciatore italiano a Londra e poi, tornato in patria, fu sino alla morte presidente del Consiglio di stato. Fu scrittore letterario, politico e filosofico.
Bibl.: C. Cadorna, Lettera sui fatti di Novara del marzo 1849, Roma 1889, estr. da A. Brofferio, Storia del Parl. Subal, III, Milano 1870, pp. xci-cxxviii; L.C. Bollea, Il mistero dell'abdicazione di re Carlo Alberto, in Il Risorgimento italiano, n. s., VIII (1915), pagg. 188-202.