CHESSA, Carlo
Nacque da Antonio e da Rita Mulargia il 12 novembre 1855 a Cagliari. Nel 1879 si impiegò come litografo nello stab. Salussoglia, uno dei più moderni e attrezzati di Torino, e frequentò i corsi serali dell'Accademia Albertina tenuti da E. Gamba. Non tardò ad affermarsi come acquafortista ed illustratore iniziando una proficua collaborazione con riviste e giornali cittadini saltuariamente con il Pasquino, per alcune allegorie, più in particolare con il Giornale dell'Esposizione nazionale edito da Treves e Sonzogno e, a partire dal 1884, con L'Illustrazione italiana. Anche la Promotrice si servì della sua opera per le illustrazioni dei suoi Album (particolarmente apprezzata la tavola a penna litografata tratta dal Contrasto di A. Tavernier, nell'Album del 1888).
Il C. fu anche stimato pittore di paesaggi e soggetti alpestri ed espose con regolarità alla Promotrice torinese nel 1884, dal 1888 al 1897 e nel 1911. Espose anche al Circolo degli artisti nel biennio 1887-88, dal 1890 al 1895, nel biennio 1898-99 e nel 1910.
Nel 1893 vinse un concorso indetto dalla Calcografia di Roma per un ritratto di G. Verdi all'acquaforte (Arte e storia, 25 marzo 1893, p. 48), il cui rame è conservato nella Calcografia stessa insieme con quello del ritratto di Baldassar Castiglione, copia da Raffaello, eseguita a Parigi nel 1902. All'Esposizione di Firenze del 1896-97 per il cinquantenario della Società di belle arti espose le acqueforti G. Verdi,Riproduzioni di quadri e Originali.Nel 1898, dopo la nascita del figlio Luigi, futuro scenografo e pittore, si trasferì a Parigi dove rimase per sette anni con l'incarico del governo italiano di eseguire riproduzioni di opere italiane conservate al Museo del Lussemburgo. Anche a Parigi il C. si fece apprezzare come acquafortista e ricevette una menzione d'onore al Salon del 1901 ed una medaglia fuori concorso a quello del 1906.
Tornato in Italia (nel 1909 era a Torino), espose nel 1912 tra gli incisori della R. Calcografia alla LXXXI Esposizione internazionale di belle arti di Roma.
Morì a Collegno (Torino) il 24 ag. 1912.
Nel 1960 gli fu dedicata una mostra alla Galleria degli Amici del libro, a Cagliari (F. M., in Unione sarda, 4 marzo 1960).
Incisore esperto e sensibile, capace di cogliere con una certa efficacia il carattere delle cose e delle persone, non precisò però mai con chiarezza una sua poetica al di fuori del gusto tra romantico e verista dell'epoca, rimanendo, nel complesso, un illustratore minuzioso e descrittivo, e all'illustrazione, in definitiva, fu legata la sua maggior fortuna. Eseguì acqueforti per i Castelli valdostani di Giacosa, Le leggende delle Alpi e Le leggende delmare di M. Savi-Lopez, Una vocazionetradita di don Viglietti, Il giuoco delle boccie, polimetro in cinque canti di A. Rizzetti, stampato da Paravia, e, a Parigi, nel 1902, quaranta acqueforti su disegno di L. O. Merson per la Jacquerie di Mérimée per l'editore Romagnoli e, successivamente, sempre in collaborazione col Merson, le illustrazioni dei Trophées di Hérédia (H. Beraldi, in La Revuede l'art, XII [1902], p. 320). Illustrò anche le Poésies di A. Lamain, Madame Bovary di Flaubert, la Medusa di A. Graf, oltre ad eleganti copertine per opere letterarie e musicali.
Oltre ai rami della Calcografia di Roma, sue opere si conservano nella raccolta milanese delle stampe moderne A. Bertarelli nel Museo del Castello Sforzesco.
Bibl.: Oltre ai catal. delle mostre citate si veda: A. Stella, Pittura e scultura in Piemonte, Torino 1893, pp. 587-589; L. Callari, Storia dell'arte contemporanea ital., Roma 1909, pp. 340, 404; P. Arrigoni-A. Bertarelli, Le stampe stor., Milano 1934, n. 5667; A. M. Comanducci, I pittori dell'Ottocento, Milano 1934, p. 140; G. Renduzzi, C. C., in A. B. C., Torino 1937; L. Chiappino, La litogr. in Torino, Torino 1939, p. 25; A. e J. Dragone, I paesisti piemontesi dell'Ottocento, Milano 1947, pp. 208-210, 251; L. Servolini, Diz. degli incisori ital. mod. e cont., Milano 1955, p. 194 (con bibl.); Raccolta di 180 tavole riproducenti opere d'arte, tav. 121 (Verdi); M. P. Gonnelli Manetti, Il ritratto nell'Ottocento (catal.), Firenze 1978, n. 7; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, pp. 470 s.