CAMOZZI, Carlo Francesco (al secolo Giovanni Battista)
Nacque a Breno (Brescia) il 17 sett. 1672 da nobile famiglia e all'età di diciassette anni si recò a Roma dove il 22 nov. 1689 fu accolto nell'Ordine francescano nella provincia riformata romana (Roma, Arch. conv. S. Francesco a Ripa, ms. 65, f. 223). Al termine del solito anno di esperimento, il 16 dic. 1690, professò i voti solenni col nuovo nome di frate Carlo Francesco da Brescia (più tardi, da Breno). Compiuti gli studi filosofici e teologici nei conventi romani di S. Pietro in Montorio e di S. Francesco a Ripa, il 22 sett. 1696 ricevette l'ordinazione sacerdotale nella basilica di S. Giovanni in Laterano (Roma, Arch. stor. del Vicariato di Roma, Ordinat. gen. ab a. 1682 usque ad a. 1697, p. 452) e, due anni più tardi, il 25 ott. 1698 fu destinato lettore di arti nel convento di Sezze; ma il titolo ufficiale di lettore generale (e predicatore) gli fu conferito solo il 3 novembre seguente dietro regolare concorso (Arch. conv. S. Francesco a Ripa, ms. 66, ff. 81v, 83). Da Sezze passò ai conventi di Roccantica (1699), Salisano (1700) e S. Pietro in Montorio (1701). sempre come lettore di arti (ibid., f. 110v; ms. 67, ff. 3, 47, 63v). Nel 1704 però, mentre il commissario generale dell'Ordine p. Giovanni Antonio Sessa da Palermo lo nominava il 20 settembre lettore di teologia dogmatica e controversie nello stesso collegio missionario di S. Pietro in Montorio (Arch. Congr. de Prop. Fide, Scritt. orig. congr. gen. 549, f. 227), il capitolo provinciale il 19 ottobre lo eleggeva lettore di teologia per lo studentato di Carpineto Romano (Arch. conv. di S. Francesco a Ripa, ms. 67, f. 84v). Prevalsa la prima destinazione per l'intervento della Congregazione de Propaganda Fide, dalla quale dipendeva il collegio di S. Pietro in Montorio (Arch. Congr. de Prop. Fide, Acta S. C. 74, ff. 263v-64, n. 12), egli iniziò con entusiasmo il nuovo insegnamento. Cinque anni dopo (1709) una grave sordità ribelle ad ogni cura lo costrinse a rinunziare all'insegnamento (Ibid., Scritt. orig. congr. gen. 569, f. 308 e Acta S. C. 79, f. 493rv, n. 37); si ritirò allora nel convento di S. Francesco a Ripa dove passò tutto il resto della sua vita preparando scritture di fiducia per i superiori generali e provinciali. La sordità gli precluse altresì l'ascesa ad altri uffici; l'unico che gli fu conferito fu quello di custode della provincia nel triennio 1719-1722 (Arch. conv. di S. Francesco a Ripa, ms. 70, ff. 155 s.). Nel 1731 il procuratore generale delle missioni, p. Silvestro Poli da Vallico, tentò di fargli concedere alcuni privilegi, solitamente tributati ai lettori del collegio di S. Pietro in Montorio dopo nove anni di insegnamento. Ma la sua richiesta corroborata dall'omaggio dei due ponderosi volumi dell'opera del C. e dalla notizia che ne stava preparando un compendio, fu respinta da Propaganda Fide (Arch. Congr. de Prop. Fide, Coll. S. Pietro Montorio, I, ff. 568rv, 569-70). Nel 1736 fu colpito da un violento attacco apoplettico, mentre si trovava in vacanza nel convento di Sambuci, e venne ricoverato nella infermeria di S. Francesco a Ripa, dove morì il 28 (Arch. conv. S. Francesco a Ripa, ms. 25, ff. 95-100) oil 29 genn. 1745 (Ibid., ms. 100, ff. 64-65).
Malgrado il breve periodo di insegnamento il C. acquistò un posto onorevole tra i missionologi per la pubblicazione di un manuale di controversie che, pur essendo nelle sue intenzioni destinato soltanto ai confratelli aspiranti alle missioni tra i cristiani orientali e i musulmani, si impose subito per la solidità e la completezza della trattazione. Il Manuale missionariorum orientalium, già pronto fin dal 1719, vide la luce a Venezia nel 1726in due grossi tomi in folio. Nel 1736ne pubblicò a Roma un compendio in quattro volumetti in sedicesimo (Epitome manualis missionariorum orientalium). Ispirandosi al metodo seguito dal gesuita olandese Martinus Becanus (Martin van der Beeck, propr. Schellekens) nelle controversie contro i protestanti, il C. divise l'ampia materia in due parti, teorica la prima e pratica la seconda, ambedue suddivise in tre libri. Per completare il quadro aggiunse l'importante Tractatus unicus de instructione missionariorum apostolicorum. Nella prima parte trattò degli "errori" comuni a tutti i gruppi cristiani dell'Oriente, di quelli propri degli Armeni e di quelli peculiari degli altri gruppi. Nella seconda parte trattò delle difficoltà circa la fede, la carità, la religione, la giustizia e i sette sacramenti. Nell'ultimo trattato espose le qualità del missionario e i mezzi che deve usare per fondare, sviluppare e conservare la missione. Il C., come ben notò Robert Streit (I, p. 380) contro Otto Meier (Die Propaganda, ihre Provinzen und ihr Recht, I, Göttingen 1852, p. 399), nel suo manuale attribuisce maggior importanza alla predicazione missionaria e sconsiglia la polemica e ogni discussione. Per un lettore assiduo e imitatore attento di s. Francesco di Sales, come fu il C., sarebbe stato incredibile pensare e consigliare diversamente.
Terminata la stampa del compendio del suo manuale, quantunque debilitato dal recente colpo apoplettico, egli intraprese un lavoro di teologia mistica. Ma dei tre tomi previsti non riuscì a portare quasi a termine che il primo, intitolato Theologiae mysticae iuxta mentem seraphici doctoris s.Bonaventurae tomus primus: De via purgativa. La sua intenzione di far completare e pubblicare il lavoro dal p. Giovanni Pio da Pressano della provincia di Trento andò frustrata. L'autografo e una copia ripulita del primo tomo si conservano nell'archivio di S. Francesco a Ripa.
Fonti e Bibl.: Benedictus a Cavalesio, Prodromus ad opera omnia s. Bonaventurae O.F.M. gener. ministri S.R.E. card. ep.Albanensis et Doctoris Seraphici, Bassani 1767, col. 137; V. Peroni, Biblioteca bresciana, I, Brescia 1818, pp. 178 s.; Sigismondo da Venezia, Biografia serafica, Venezia 1846, p. 775; C. Mutinelli, L'Ordine di S. Francesco in Valcamonica, Brescia 1884, p. 59; Id., Scriptores Ord. min. strict. observ. reformatorum provinciae Brixiensis, Brixiae 1884, pp. 68-74; B. Spila, Memorie storiche della provincia riformata romana, I, Roma 1890, pp. 531 s.; H. Hurter, Nomenclator literarius..., IV, Oeniponte 1910, col. 1365; R. Streit, Bibliotheca missionum, I, Münster i.W. 1916, pp. 379 s.; A. Kleinhans, Historia studii linguae arabicae etcollegii missionum O. F. M. in conventu ad S. Petrum in Monte Aureo Romae erecti, Quaracchi 1930, pp. 123-26; G. G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium Ordinum S. Francisci, Romae 1936, pp. 207 s.; L. A. Biglione di Viarigi, La cultura del 700, in Storia di Brescia, III, Brescia 1961, pp. 280 s.; C. Angeletti, Necrologio della provincia romana dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, Roma 1969, p. 88; Enc. Catt., III, col. 443.