Secondogenito (Dumferline, Scozia, 1600 - Londra 1649) di Giacomo I Stuart, successe al padre nel 1625 e nello stesso anno sposò Enrichetta Maria figlia di Enrico IV di Francia. Appena salito al trono dovette affrontare l'ostilità del parlamento, malcontento dell'influenza di George Villiers I duca di Buckingham e preoccupato per la crescente influenza degli Arminiani nel paese. Così nel giugno di quell'anno sciolse il primo parlamento del suo regno e nel 1626 anche il secondo, arrestandone i capi che intendevano far dipendere dalla preventiva destituzione di Buckingham la concessione dei fondi richiesti dal re per la guerra contro la Francia e contro la Spagna. Ma il bisogno di denaro si faceva sempre più urgente: e C., il 7 giugno 1628, accoglieva per l'energica richiesta del terzo parlamento, convocato il 2 gennaio, la Petition of rights. Dopo il fallimento della spedizione contro La Rochelle e l'assassinio di Buckingham, il re, non avendo ottenuto i fondi richiesti, sciolse nuovamente il parlamento il 2 marzo 1629 e ne fece arrestare i capi. Da allora, per undici anni, C. governò senza convocare il parlamento, mentre si provvedeva dei fondi necessarî ricorrendo a nuovi e varî tipi di tributi. In questo stato di generale tensione, la scintilla fu accesa da una questione religiosa: il suo tentativo d'imporre alla Scozia presbiteriana l'anglicanesimo provocò la resistenza armata e C., sconfitto a Berwick (18 giugno 1639), e poi ancora in Inghilterra, a Newburn (12 ag. 1640), si vedeva costretto a convocare nel novembre il parlamento (il famoso lungo parlamento), che indusse il re a firmare la condanna a morte del conte di Strafford e a cedere alcune delle sue prerogative. Inoltre il parlamento presentò una protesta (la Grand remonstrance), con la richiesta della nomina di un ministro responsabile. Fallito il tentativo di sciogliere il parlamento, nel 1642 C. abbandonò Londra iniziando, con tale atto, la guerra civile. Dopo la sconfitta di Naseby (1645), C. si rifugiò a Newcastle sotto la protezione dell'esercito scozzese, dal quale però, per non averne accolto le condizioni, fu abbandonato il 3 genn. 1647 al parlamento. Condotto a Hampton Court, il parlamento, dominato dalla corrente militare e indipendente, gli sottopose un documento (Heads of proposals) che fra l'altro chiedeva in forma perentoria libertà religiosa per le sette protestanti e il diritto del parlamento di non essere sciolto senza suo consenso. I negoziati fallirono e C., fuggito l'11 nov. 1647 nell'isola di Wight, si accordò segretamente con gli Scozzesi (The Engagement); Cromwell, disgustato dalla sua doppiezza, rinunciò allora a ogni compromesso, e, battuti gli Scozzesi a Preston (17 ag. 1648), fece dichiarare il re reo di alto tradimento. Processato dall'alta Corte, fu condannato a morte e decapitato. n Amante delle arti, raccolse una ricca collezione di sculture antiche e di pitture, cui si unirono quella ereditata dal fratello Enrico e la raccolta dei Gonzaga, acquistata (1627-28) tramite il duca di Bucking ham. Messa in vendita per decreto del parlamento (1650 e 1653), i maggiori compratori furono l'arciduca Leopoldo Guglielmo e Filippo IV di Spagna, il card. Mazzarino (di qui al Louvre), Cristina di Svezia, ecc.