Ponti, Carlo
Produttore cinematografico, nato a Magenta (Milano) l'11 dicembre 1910. Tra i maggiori produttori internazionali, nel 1950 ha dato vita insieme a Dino De Laurentiis a uno dei più stimolanti sodalizi del cinema italiano: la Ponti-De Laurentiis, attiva fino al 1955 sul mercato nazionale e internazionale. Nel corso di una lunga carriera, la sua attività si è andata ampliando secondo una strategia sempre più articolata: producendo film a medio budget per il mercato italiano (ma anche importanti film d'autore), intrecciando rapporti con Hollywood (finalizzati anche al lancio internazionale di Sophia Loren, sua moglie), avviando coproduzioni con la Francia e accordi di produzione esecutiva con altre case italiane.
Dopo la laurea in giurisprudenza, esordì nel 1941 con l'ATA (Artisti Tecnici Associati) di Milano nella produzione di Piccolo mondo antico di Mario Soldati, cui seguirono nel 1942 Sissignora di Ferdinando M. Poggioli e nel 1943 Giacomo l'idealista di Alberto Lattuada, mentre La freccia nel fianco, sempre di Lattuada, venne interrotto per la guerra e ripreso e ultimato nel 1945 con un finanziamento della Lux Film. Questa prima collaborazione con la Lux si trasformò poi in un contratto da produttore esecutivo che lo portò a Roma per seguire i film di Mario Camerini (Due lettere anonime, 1945), Luigi Zampa (Un americano in vacanza, 1946; Vivere in pace, 1947; Campane a martello, 1949; Cuori senza frontiere, 1950), Lattuada (Mio figlio professore, 1945; Senza pietà, 1948; Il mulino del Po, 1949), Soldati (Fuga in Francia, 1948; Quel bandito sono io, 1950), Riccardo Freda (I miserabili, 1948), Pietro Germi (Gioventù perduta, 1948), Carlo Ludovico Bragaglia (La primula bianca, 1947). Dopo L'imperatore di Capri (1949) di Luigi Comencini, ancora per la Lux, P. mise sotto contratto Totò, all'epoca sicura garanzia di successo commerciale, e produsse con l'ATA nel 1949 Totò cerca casa diretto dalla coppia Steno-Mario Monicelli, e l'anno dopo con la Carlo Ponti Cinematografica e sempre per la regia di Steno e Monicelli Vita da cani, con Aldo Fabrizi, ed è arrivato il cavaliere!, in cui tentò di lanciare sul grande schermo il comico milanese Tino Scotti. Nello stesso anno fondò con De Laurentiis la Ponti-De Laurentiis (con sede a Roma nei teatri di posa di via della Vasca Navale), che continuò la politica produttiva della Lux lavorando su tre filoni paralleli (cinema popolare, film d'autore e divismo) in modo da garantire alla casa di produzione una presenza in tutti i settori di mercato nazionale e internazionale. Ai grandi successi di Totò (Guardie e ladri, di Steno e Monicelli, e Totò terzo uomo, di Mario Mattoli, entrambi del 1951; Totò a colori, 1952, di Steno; Miseria e nobiltà, 1954, di Mattoli; Totò all'Inferno, 1955, di Camillo Mastrocinque) si aggiunsero l'interesse per un nuovo genere di successo, il peplum, e soprattutto il tentativo di sfondare sui mercati internazionali scritturando star hollywoodiane, da Anthony Quinn in Attila (1954) di Pietro Francisci, a Kirk Douglas in Ulisse (1954) di Camerini, fino alla produzione di War and peace (1955; Guerra e pace) che si avvaleva di King Vidor come regista e Henry Fonda e Audrey Hepburn come interpreti principali. La società produsse inoltre film di Roberto Rossellini (Europa '51, 1952; Dov'è la libertà…?, 1954), Luigi Zampa (Anni facili, 1953), Federico Fellini (La strada, 1954), Ettore Giannini (Carosello napoletano, 1954) e soprattutto si preoccupò di lanciare due nuove grandi star del cinema italiano: Silvana Mangano in Anna (1951) di Lattuada, Mambo (1954) di Robert Rossen e nel già citato Ulisse; e Sophia Loren, oltre che in Attila, in La donna del fiume (1954) di Soldati, L'oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica e La bella mugnaia (1955) di Camerini.Sciolta la società con De Laurentiis, la nuova Carlo Ponti S.p.A. produsse, tra l'altro, Un americano a Roma (1954) di Steno con Alberto Sordi, Il ferroviere (1956) di Germi, Guendalina (1957) di Lattuada, Camping (1958) di Franco Zeffirelli. Dal 1957 iniziarono le coproduzioni internazionali, prima con società spagnole per film più popolari come Marisa la civetta (1957) di Mauro Bolognini, poi con società francesi per Nata di marzo (1958) di Antonio Pietrangeli. I rapporti con la Francia si intensificarono nel corso degli anni Sessanta, quando con la Rome-Paris Films di Georges de Beauregard realizzò alcuni dei capolavori della Nouvelle vague: Lola (1961; lola, donna di vita) di Jacques Demy; Une femme est une femme (1961; La donna è donna), Les carabiniers (1963) e Le mépris (1963; Il disprezzo), tutti diretti da Jean-Luc Godard; Léon Morin prêtre (1961; Léon Morin, prete ‒ La carne e l'anima) di Jean-Pierre Melville. Parallelamente, con la Films Concordia, produsse in Italia La noia (1963) di Damiano Damiani, La donna scimmia (1964) di Marco Ferreri, C'era una volta… (1967) di Francesco Rosi, Giordano Bruno (1973) di Giuliano Montaldo, Che? (1972) di Roman Polanski.
Nel 1957, ottenuto il divorzio dalla prima moglie Giuliana Piastri, aveva sposato in Messico la Loren e l'aveva accompagnata nella sua prima avventura hollywoodiana, realizzando come producer per la Paramount Black orchid (Orchidea nera) di Martin Ritt e That kind of woman (Quel tipo di donna) di Sidney Lumet, entrambi usciti nel 1959 e, in coproduzione con Marcello Girosi, A breath of scandal (Olympia) di Michael Curtiz e Heller in pink tights (Il diavolo in calzoncini rosa) di George Cukor, usciti nel 1960. Tornato in Europa, fondò nel 1959 la Compagnia Cinematografica Champion, con cui fino al 1977 realizzò 73 film a partire da La ciociara (1960) di De Sica. Furono questi in primo luogo gli anni dei grandi film con la Loren, di cui seguì la carriera in Italia e all'estero. In Italia, P. organizzò una 'combinazione produttiva' di straordinario successo attorno alla coppia Loren-Mastroianni, con Ieri oggi domani (1963), Matrimonio all'italiana (1964) e I girasoli (1970) di De Sica; La moglie del prete (1970) di Dino Risi e Una giornata particolare (1977) di Ettore Scola; meno riuscite invece le interpretazioni dell'attrice nelle produzioni internazionali, da Operation Crossbow (1965; Operazione Crossbow) di Michael Anderson a Cassandra Crossing (1976) di George Pan Cosmatos. Tra le altre numerosissime produzioni di P. vanno anche ricordate: Boccaccio '70 (1962) di De Sica, Fellini, Monicelli e Luchino Visconti; Le doulos (1963; Lo spione) di Melville; Landru (1963) di Claude Chabrol; La decima vittima (1965) di Elio Petri; Questi fantasmi (1967) di Renato Castellani; Il viaggio (1974) di De Sica; Il mostro è in tavola, barone… Frankenstein (1975) di Antony M. Dawson (Antonio Margheriti) e Paul Morrissey; Brutti, sporchi e cattivi (1976) di Scola. Nel complesso, anche con la Champion P. restò fedele a una politica produttiva che, dando spazio ai generi popolari (come Il bestione di Sergio Corbucci e La poliziotta di Steno, entrambi del 1974), contemporaneamente dialogava con il cinema d'autore (basti pensare alla trilogia anglosassone di Michelangelo Antonioni: Blow-up, 1966; Zabriskie Point, 1970; Professione: reporter, 1975) e impostava grandi operazioni internazionali di successo, prima tra tutte Doctor Zhivago (1965; Il dottor Zivago) di David Lean.
A partire dagli anni Ottanta l'attività di P. si è diradata, concentrandosi sui film interpretati da Sophia Loren (da Qualcosa di biondo, 1984, di Maurizio Ponzi, alla riedizione televisiva della Ciociara, 1988, di Dino Risi, a Sabato, domenica e lunedì, 1990, di Lina Wertmüller) e diretti dal figlio Edoardo (Liv, 1998).
Il cinema italiano d'oggi. 1970-1984, a cura di F. Faldini, G. Fofi, Milano 1984; Capitani coraggiosi. Produttori italiani 1945-1975, a cura di S. Della Casa, Milano 2003.