Carnap
Carnap Rudolf (Ronsdorf, Wuppertal, 1891 - Santa Monica, California, 1970) filosofo e logico di origine tedesca, naturalizzato statunitense nel 1941. Ha dato notevoli contributi alla filosofia della scienza, alla filosofia del linguaggio, alla teoria della probabilità e alla logica. Dal 1910 al 1914 studiò filosofia, fisica e matematica presso le università di Friburgo e di Jena, dove seguì le lezioni di logica matematica di G. Frege e quelle di filosofia kantiana di B. Bauch. I suoi studi furono interrotti dalla scoppio della prima guerra mondiale alla quale partecipò fino al 1917. L’anno successivo si trasferì a Berlino e seguì le lezioni di A. Einstein sulla teoria della relatività. Nel 1921 conseguì a Jena, sotto la direzione di Bauch, il dottorato in fisica con una dissertazione sul problema dello spazio dal punto di vista filosofico (Der Raum, 1922). Nel 1923, in occasione di una conferenza di filosofia, Carnap incontrò a Erlangen il filosofo neopositivista H. Reichenbach che lo presentò a M. Schlick, professore di filosofia delle scienze induttive presso l’università di Vienna. Nel 1926 conseguì l’abilitazione e si trasferì a Vienna, come assistente di Schlick, e vi rimase fino al 1931. Negli anni di permanenza a Vienna frequentò il circolo di Vienna guidato da Schlick e nel 1929 ne redasse, insieme a H. Hahn e O. Neurath, il manifesto. In questo stesso periodo pubblicò Der logische Aufbau der Welt (La costruzione logica del mondo, 1928), Scheinprobleme in der Philosophie (Pseudo-problemi nella filosofia, 1928) e Abriss der Logistik (Demolizione della logistica, 1929), in cui riprendeva e sviluppava alcuni temi caratteristici del nascente neopositivismo come l’insistenza sull’importanza della logica simbolica, l’interesse quasi esclusivo per il linguaggio delle scienze empiriche, il rifiuto della metafisica come insieme di pseudoproblemi. Secondo Carnap la scienza è unica e può essere solo una, anche se vi sono campi diversi d’indagine con diversi oggetti. Essa è fatta di elementi primari o enunciati o proposizioni elementari che rappresentano gli elementi originari del mondo. Tali proposizioni esprimono un contenuto, che è l’esperienza vissuta elementare, e una forma, che è la relazione fondamentale tra le esperienze vissute. La filosofia perciò deve configurarsi come analisi del linguaggio scientifico, cioè deve ricondurre logicamente le proposizioni scientifiche a proposizioni verificabili attraverso le esperienze vissute elementari e le loro relazioni. Tutte le proposizioni metafisiche dunque vanno rigettate in quanto inverificabili. La metafisica è fatta di pseudoproposizioni articolate in ragionamenti scorretti. Nel 1930 fondò insieme a Reichenbach la rivista di filosofia «Erkenntnis» (Conoscenza), che ebbe un ruolo importante nella diffusione delle idee del circolo. Nel 1931, si trasferì a Praga come professore di filosofia naturale presso l’università tedesca e vi rimase fino al 1935. Durante il soggiorno praghese pubblicò Logische Syntax der Sprache (Sintassi logica del linguaggio, 1934) in cui, abbandonata la pretesa di ridurre il linguaggio a un’unica forma privilegiata, affermava la necessità di strutture logiche in grado di rendere conto degli universi di discorso delle scienze empiriche, rimettendo la scelta tra le varie forme linguistiche possibili a una libera convenzione (principio di tolleranza o della convenzionalità delle forme linguistiche). Carnap sosteneva la riducibilità della logica alla sintassi del linguaggio scientifico, in quanto le nozioni centrali della logica (derivabilità, dimostrabilità ecc.) sono del tutto caratterizzabili in termini sintattici. Di convinzioni socialiste e pacifiste, con l’avvento del nazismo si trasferì nel 1936 negli Stati Uniti, dove trascorse il resto della sua vita, svolgendo la sua attività presso l’università di Chicago (1936-52), l’Institute for Advanced Studies di Princeton (1925-54) e l’università della California (Los Angeles). Poco prima di trasferirsi Carnap aveva rivisto profondamente i presupposti teorici del circolo di Vienna mettendo in discussione il principio di verificazione come criterio di significanza empirica degli enunciati e rinunciando alla tesi che i concetti scientifici siano completamente definibili in termini empirici. Dal 1940 volse i suoi interessi alla semantica, pubblicando Introduction to semantics (Introduzione alla semantica, 1942), Formalization of logic (Formalizzazione della logica, 1943), Meaning and necessity (Significato e necessità, 1947). In quest’ultima opera, Carnap affronta il problema della costituzione di una teoria generale dei significati come intensioni, che era rimasta al punto in cui l’aveva lasciata G. Frege, con tutta la vaghezza del concetto di intensione (il contenuto concettuale, ovvero il pensiero, espresso dalla proposizione) contrapposta invece alla determinatezza del concetto di estensione (il valore di verità della proposizione). Egli infatti propone una esplicazione rigorosa del vago concetto fregeano di intensione assumendo l’equivalenza logica come condizione necessaria e sufficiente affinché due proposizioni abbiano uguale intensione. In collaborazione con J.M. Keynes e L. Wittgenstein, nell’ultima fase della sua vita Carnap si occupò anche di teoria della probabilità e pubblicò Logical foundations of probability (Fondamenti logici della probabilità, 1950), in cui indaga la relazione tra probabilità intesa come valore di frequenza ricavato statisticamente e probabilità come “ragionevole” grado di conferma (o di fiducia) sul verificarsi futuro di un fenomeno basato su una inferenza induttiva (la probabilità come relazione logica tra enunciati oggettivi).