carta e cartoni, industria di
Settore manifatturiero che produce carta per l’editoria e per usi sanitari e domestici, e carta e cartoni per l’imballaggio e le confezioni.
La produzione della c. ha origini antichissime. In Italia la c. giunse dall’Oriente nel 12° sec., ma rapidamente la produzione venne sviluppata in diverse località, dove raggiunse livelli di alta qualità, che valse ai produttori italiani un monopolio durato secoli. Utilizzando vegetali, stracci e reti si otteneva, tramite triturazione, una pasta che, tirata, stabilizzata con collanti ed essiccata, costituiva una base per la scrittura. Il salto avvenne nel 19° sec., quando furono introdotte le tecniche di lavorazione del legno e della sbiancatura delle polpe: dalla polpa di legno, frantumata e spappolata, si giunse alla fabbricazione di cellulosa e di lignina, utilizzate per c. di diverse qualità, ma realizzabili in grandi dimensioni con considerevoli economie di scala. La stampa dei quotidiani diede forte impulso al settore, richiedendo volumi enormi di c. di bassa qualità, ma di alta resistenza, alle successive lavorazioni industriali.
Il c. è un materiale derivato dalla composizione di fogli di carta, piani e ondulati, utilizzati per allestire scatole e imballaggi per beni di consumo e industriali. Già conosciuta in Cina, la produzione industriale di c. e c. da confezionamento venne avviata in Gran Bretagna, nella prima parte del 1800, come effetto di traino delle produzioni tessili.
In Italia l’industria della c. (al 2010) ha rappresentato, con imprese posizionate su livelli elevati di qualità, circa il 2,5% della produzione manifatturiera. Di questa, quasi il 60% viene rivolto al settore dell’editoria e della stampa, il 26% alla produzione a valle di cartoni per l’industria dell’imballaggio e della confezione e il restante 14% per ulteriori lavorazioni di paste e prodotti intermedi e per il riciclaggio di c. e c. recuperati. La produzione continua a essere concentrata in alcuni distretti storici, come il Cuneense, la Piana di Lucca, l’area fra Marche, Toscana e Romagna, le zone fra L’Aquila e Frosinone, Amalfi. In Europa, l’industria italiana è quarta (dopo Germania, Francia e Gran Bretagna) e realizza circa il 3% della produzione mondiale.