CASERMA (XI, p. 299)
L'organizzazione dei moderni eserciti, intesa a valorizzare al massimo il fattore umano, lo sviluppo delle armate aeree, con la necessità di complessi impianti a terra, hanno comportato in tutte le nazioni un vasto programma di costruzioni di caserme. La ripartizione delle caserme nel territorio metropolitano e coloniale è stata influenzata da esigenze di difesa, di mobilitazione, di occultamento all'osservazione aerea, nonché da necessità di ordine sociale, di addestramento, ecc. È stato tentato in qualche caso il raggruppamento di diverse caserme in vere e proprie città militari, destinate alla vita e all'addestramento, in eooperazione, dei reparti di una stessa grande unità, ma più generalmente, è stato attuato il decentramento nelle varie città, ubicando le caserme stesse nelle zone periferiche o in località isolate, per la necessità di occupare, con minima spesa e senza pregiudicare lo sviluppo dei centri urbani, la più grande estensione di terreno possibile.
Dal punto di vista della distribuzione degli ambienti, si è sempre più delineata la tendenza della netta separazione dei dormitorî dagli ambienti di svago e ristoro e si sono sviluppati questi ultimi, per dare al soldato la possibilità di trovare nella caserma un minimo di conforto e risentire così meno la limitazione di libertà e la lontananza dal centro urbano. Si sono studiate accuratamente le camerate, per quanto riguarda l'igiene e la comodità, e si è cercato di determinare la superficie e la cubatura-uomo più convenienti, nonché il soleggiamento, la ventilazione, la illuminazione ed il riscaldamento, mentre si è provveduto a razionalizzare l'arredamento. Non solo, ma per rendere più sopportabili gli svantaggi della vita in comune si è fatta sempre più viva la tendenza a diminuire il numero degli uomini per camerata e a rendere le stesse più indipendenti, contemperando quindi le opposte esigenze economiche con la diminuzione di superficie e di cubatura, resa possibile dall'uso più generalizzato dei lettini sovrapposti (due) e da sistemi speciali di ventilazione. Massima importanza si è data all'ampliamento e perfezionamento dei servizî igienici.
I varî ambienti sono stati in qualche caso distribuiti in organismi monoblocco di tre o quattro piani, per tenere conto di esigenze economiche o di spazio e tuttavia accettabili, se destinati a truppe speciali e se realizzati con opportune cautele.
Sono notevoli alcune caserme svizzere, tra cui quella di Lucerna dell'arch. Meili, in cui le camerate sono disimpegnate da un'ampia galleria coi lavabi e gli armadî guardaroba, e alcune caserme dell'aeronautica italiana, in cui l'arch. R. Marino ha tentato nuove forme e, con una particolare struttura in cemento armato, è riuscito a disimpegnare le camerate e a creare una conveniente ventilazione trasversale.
La tendenza più viva nella costruzione delle caserme è tuttavia quella di accentuarne la fisionomia in relazione alla divisione organica dei reparti, distribuendo i varî ambienti in padiglioni isolati, corrispondenti all'alloggiamento di una unità base organico-tattica (casermette per una compagnia). Questa soluzione facilita il mantenimento della disciplina, la manutenzione e la pulizia e permette, col frazionamento delle masse, la composizione più libera dei corpi di fabbrica, la creazione di larghi spazî di isolamento, convenientemente sistemati a verde, la ricerca di valori spaziali, di inquadrature prospettiche, di effetti decorativi. Questo indirizzo è oggi largamente seguito in Germania, in Inghilterra e in America e reagisce a quello seguito nelle vecchie caserme; permette all'architetto di creare un ambiente capace di agire positivamente sulla educazione del soldato, e seguire una via giusta nella soluzione del problema umano nell'architettura di questi organismi.
Bibl.: N. Bruni, Igiene militare, Milano 1937; R. Marino, Due progetti di caserme e un nuovo tipo di camerate, Roma s. d.; Ministero della Guerra, Istruzione per l'Igiene dei militari del R. Esercito, Roma 1932; A. Lloyd Spencer, The history and development of modern military buildings, in The Royal Engineers Journal, LI, dic. 1937 e LII, marzo 1938; O. Völckers, Das Grundrisswerke, Stoccarda 1941. Riviste Baumeister; Moderne Bauformen; Architectural Forum; Architettura.