CASERTAVECCHIA
(Casa irta, Caserta nei docc. medievali)
Centro della Campania, posto sul pendio del monte Virgo nel gruppo del Tifata, già sede vescovile e comitale, noto come Caserta fino allo sviluppo, nel Settecento, del nuovo centro in pianura, a km. 10 ca., che ne assunse il nome. Le origini di C. risalgono molto probabilmente all'età longobarda, nella seconda metà dell'8° secolo. Benché politicamente assegnata a Benevento (847), C. fu presa con le armi da Landolfo, castaldo di Capua (863). Vari conti e signori si alternarono poi nel governo della città, legata già dal 1057 al potere dei sovrani normanni di Sicilia. In età sveva, dopo una condotta oscillante, C. parteggiò per Federico II, la cui figlia naturale Violante andò in sposa al conte di Caserta Riccardo di Lauro (1232-1266), figlio di Roberto II. Passato nelle mani degli Angioini, il centro rimase feudo di varie famiglie nobili (Sanseverino, della Ratta, Caetani), vivendo momenti di relativa prosperità alternati a una progressiva e lenta decadenza, con una parabola discendente che si concluse definitivamente sotto i Borboni. Nel 1818 la sede vescovile fu trasferita nella città nuova.Il periodo normanno-svevo, oltre a segnare un maggiore sviluppo della popolazione e della vita urbana, vide sorgere la cattedrale, il castello con il mastio circolare e altre costruzioni di interesse artistico.L'odierna struttura viaria si identifica piuttosto fedelmente con il tracciato medievale: si snoda su due assi quasi paralleli che si dipartono perpendicolarmente dalla strada che fiancheggia il castello. L'asse a N è costituito da una strada monumentale lungo la quale si innalzano gli edifici religiosi, quali la cattedrale e la collegiata dell'Annunziata, mentre l'asse meridionale raccoglie le botteghe artigiane e pone il centro urbano in diretto contatto con la campagna. Questa struttura, del tipo c.d. a forcella, mentre definisce significativamente la duplice natura della città medievale, dove la vita era scandita dai ritmi religiosi e lavorativi, esalta strategicamente il ruolo del castello, verso la cui area converge quasi tutto il nucleo abitativo.Sopravvissuto soltanto allo stato di rudere, il castello sorge nel punto più alto del borgo, con fondazioni che risalgono forse all'età longobarda e resti di un più recente bagno arabo. Meglio conservato è l'imponente torrione cilindrico che gli sorge a lato: è nel suo genere tra i più grandi d'Europa e costituisce un notevole esempio dell'influenza esercitata dalla porta federiciana di Capua sull'architettura militare della metà del 13° secolo. Considerazioni di ordine storico, artistico e tecnico insieme inducono infatti a datare la costruzione circolare tra il 1240 e il 1250, all'epoca del conte Riccardo di Lauro.La cattedrale, iniziata sotto l'episcopato di Rainulfo nel 1113, fu continuata dai successori Nicola e Giovanni, i cui nomi appaiono scolpiti sui portali d'ingresso alla chiesa. Concepito inizialmente come semplice basilica a tre navate desinenti direttamente in tre absidi, l'edificio fu abbellito e ingrandito durante l'episcopato del vescovo Stabile (1207-1216), il quale provvide tra l'altro non solo a innalzare il transetto con la cupola, ma anche a dotare l'interno di un'adeguata suppellettile liturgica, di cui costituiscono testimonianza il cero pasquale e l'ambone. L'ardita cupola a spicchi, tra le più imponenti e meglio conservate del Mezzogiorno medievale, poggia su un alto tamburo, la cui superficie esterna è riccamente decorata con tarsie policrome e archi intrecciati secondo un gusto tipicamente campano - testimoniato, per es., nel duomo di Salerno -, di cui tuttavia si colgono versioni parallele e pur diversificate in Sicilia, soprattutto a Palermo e a Monreale.A destra, leggermente spostato in avanti rispetto alla fronte della cattedrale, s'innalza il campanile, datato al 1234, contrassegnato da un grande arcone a sesto acuto, attraverso il quale s'innesta la via principale del borgo. La cella campanaria presenta una particolare struttura, formata da quattro torrette angolari che cingono un corpo poligonale, che ricorda sia pur vagamente soluzioni franco-normanne anteriori, mentre ispira le parti sommitali dei campanili delle cattedrali di Amalfi e di Gaeta.A breve distanza dalla cattedrale si trova la chiesetta dell'Annunziata, una graziosa costruzione gotica della fine del 13° secolo. Nella facciata si aprono tre finestre lanceolate, sormontate da un piccolo rosone sul timpano; la parte inferiore risulta manomessa da un portico aggiunto nel Settecento. L'interno si presenta interessante per la policromia dell'arcone che precede il coro quadrato: su di esso sono raffigurati gli apostoli entro medaglioni circolari. Nessuna traccia resta invece della decorazione a fresco che originariamente doveva rivestire le pareti.Lungo la strada che porta a C. si trova la chiesa di S. Pietro ad Montes, coeva a quella più famosa di S. Angelo in Formis (1080 ca.), della quale ripete le forme architettoniche, denunciando pure una medesima maniera nella decorazione pittorica interna, purtroppo ormai quasi completamente illeggibile.
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