Cattolica
L'unica menzione dantesca di C. ricorre nella bolgia infernale dei seminatori di scandali e di scismi (If XXVIII 80), dove Pier da Medicina fa al poeta una profezia allusiva a un dramma di potere dei Malatesti, i tiranni di Rimini che nel corso dei secoli XIII e XIV stesero dalla Romagna alla Marca Anconitana una fitta rete di inganni e violenze, stringendo alla fine in loro potere quelle terre.
Castello rivierasco, situato allora come oggi al confine fra Romagna e Marche, sin dalla sua fondazione (1271 circa), C. fu alle dipendenze della Chiesa ravennate, che già in quelle terre aveva estesi possessi fondiari. La rilevanza strategica della posizione che occupava e la fertilità del luogo ne fecero ben presto un centro conteso dai comuni di Pesaro e Rimini. Da questa città, in particolare, i Malatesti rivolsero insistentemente la loro attenzione sulle terre di C., dove con Malatesta da Verucchio (v.) figuravano già come enfiteuti-dipendenti dall'arcivescovo ravennate Bonifacio Fieschi di Lavagna (v.), tentando in tal modo di consolidarvi le loro posizioni e di compiere così un passo avanti nella loro espansione territoriale verso la Marca.
Al largo del promontorio di Focara, dunque a breve distanza da C., Guido del Cassero (v.) e Angiolello da Carignano (v.), i capi di fazioni rivali da poco riconciliate, e senza dubbio le persone più potenti e rappresentative del mondo tardocomunale fanese, sulla via del ritorno, dopo essere stati a parlamento con Malatestino Malatesti (v.), furono assaliti da sicari del tiranno riminese, rinchiusi in sacchi e fatti annegare. In tal modo dovettero venir meno gli ultimi ostacoli sulla via del dominio malatestiano in Fano.
Bibl. - P.M. Amiani, Memorie istoriche della città di Fano, I, Fano 1751, 229-230; L. Tonini, Della storia civile e sacra di Rimini, IV, Rimini 1880, 14-18; F. Vatielli, Focara - Nota dantesca, Pesaro 1898; I.B. Bonini, Il porto di Focara e una nuova interpretazione di un passo dantesco, in " Atti e Mem. Deputazione St. Patria Marche " s. 4, III (1926) 11-22; M. Natalucci, D. e le Marche, Bologna 1967.