• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CEBETE di Tebe

di Guido Calogero - Enciclopedia Italiana (1931)
  • Condividi

CEBETE di Tebe (Κέβης Θηβαῖος, Cebes Thebanus)

Guido Calogero

Filosofo, scolaro del pitagoreo Filolao e poi, insieme col suo concittadino Simmia (v.), di Socrate. Accanto a Simmia egli appare nella discussione con Socrate intorno al problema dell'immortalità dell'anima riferita nel Fedone platonico. Gli sono ascritti da Diogene Laerzio (III, 125) tre dialoghi, il Πίναξ, la ‛Εβδόμη e il Φρύνικος: ma, data la natura certamente spuria del primo, l'unico rimastoci (v. sotto), è probabile che fossero spurî anche gli altri.

La Tavola di Cebete. - La cosiddetta Tabula Cebetis (Κέβητος Θηβαίου Πίναξ) è un dialogo filosofico, di contenuto prevalentemente cinico stoico e d'intenzione neopitagoreizzante, che non può quindi esser veramente opera di Cebete di Tebe e che probabilmente neppure il suo vero autore volle ascrivergli. Il titolo della Tabula deriva dal fatto che il protagonista del dialogo, vecchio abitante di una città innanzi al cui tempio di Saturno si trova esposto un quadro allegorico, interpreta ad alcuni stranieri il significato del quadro stesso. Il fatto che questo interprete si presenti come pitagorico, mentre le dottrine da esso esposte sono tali solo in minima parte, essendo soprattutto socratico-cinico-stoiche, prova che lo scritto risale a un'età in cui tali dottrine, del resto anche ecletticamente fuse con elementi platonici e aristotelici, potevano darsi come pitagoriche o neopitagoriche; cioè, molto probabilmente, al sec. I d. C. La città raffigurata nel quadro rappresenta la vita, e i varî recinti in cui quella è distinta i diversi metodi di vita che gli uomini possono seguire. Tutta l'ideale costruzione è dominata dal concetto, rigorosamente cinico-stoico, che l'unica vera "cultura" (παιδέια) sia quella che si raggiunge con l'autarchia e cioè con l'indifferenza e col disinteresse per tutte le cose, come tali che in sé non possano essere né beni né mali; e che quindi "falsa cultura" (ψευδοπαιδέια) sia ogni altra particolare conoscenza e disciplina. L'etica che si manifesta in questo scritto ha quindi un orientamento analogo a quella di Epitteto e si comprende così come esso possa esser stato più volte tradotto e pubblicato in appendice al Manuale di quest'ultimo. D'altronde, come in Epitteto, quest'etica ha la sua crisi nella necessità d'intendere la ragione stessa dell'agire umano, quando a esso sia tolto ogni motivo d'interesse: di conseguenza, la svalutazione totale delle scienze particolari vi si attenua nella fine in una considerazione di esse come tali che, pur non contribuendo direttamente al miglioramento spirituale, possano tuttavia fino a un certo punto servire d'introduzione alla suprema "cultura"; e analogamente i beni di fortuna, che prima erano nettamente disprezzati e respinti, vengono poi stimati degni, se non di ricerca, per lo meno di accettazione.

Bibl.: Su Cebete di Tebe, v. H. v. Arnim, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. classischen Altertumswiss., XI, col. 102. Della Tavola di Cebete, v. le edizioni di K. Praechter, Lipsia 1793, e di J. van Wageningen, Groninga 1903; su di essa, K. Praechter, Cebetis tabula quanam aetate conscripta esse videatur, Marburgo 1885, e, per più ampie indicazioni, la bibliografia data dallo stesso Praechter in F. Ueberweg, Grundriss d. Geschichte d. Philosohpie, I, 12ª ed., Berlino 1926, pp. 165-66 dell'Appendice.

Vedi anche
Archita di Taranto Matematico e filosofo della scuola pitagorica, fiorito nella 1a metà del 4º sec. a. C., fu celebrato non solo come uomo dall'austera vita morale secondo la regola pitagorica, ma anche come fondatore della meccanica scientifica; gli si attribuisce fra l'altro l'invenzione della vite, della puleggia e ... cinici I rappresentanti del movimento filosofico iniziato nell’età di Socrate da Antistene e perpetuatosi in tutto lo sviluppo della cultura antica. Il nome deriva dal ginnasio di Cinosarge, il luogo di riunione dei giovani ateniesi figli di madre non cittadina in cui insegnava Antistene, o dallo stile di ... stoicismo Nella storia del pensiero antico, la dottrina e la tradizione che si collega a Zenone di Cizio e alla sua scuola, così chiamata perché Zenone e i suoi successori usavano adunarsi nella Stoà Poikìle. Periodizzazione Storicamente nella scuola stoica si possono distinguere tre grandi periodi. Il primo, ... Tebe (gr. Θῆβαι) Cittadina della Grecia centro-orientale (21.211 ab. nel 2001), nel nomo di Beozia, situata sopra una collina al margine di una pianura interna, 55 km a NO di Atene. Occupa l’acropoli, o Cadmea, dell’antica città omonima e ha aspetto moderno, essendo stata ricostruita dopo il terremoto del ...
Tag
  • IMMORTALITÀ DELL'ANIMA
  • DIOGENE LAERZIO
  • NEOPITAGORICHE
  • AGIRE UMANO
  • AUTARCHIA
Altri risultati per CEBETE di Tebe
  • Cebète di Tebe
    Enciclopedia on line
    Filosofo greco, scolaro del pitagoreo Filolao, e poi, con Simmia, di Socrate, è personaggio del Fedone platonico. Dei tre dialoghi, attribuitigli da Diogene Laerzio (III, 125), sono probabilmente spurî il Φρύνιχος e la 'Eβδόμη che non conosciamo, e certamente il Πίναξ ("tavola"), forse del 1º sec. d. ...
Vocabolario
tebèo
tebeo tebèo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Thebaeus, gr. Θηβαῖος]. – Di Tèbe (gr. Θῆβαι, lat. Thebae -arum), antica città dell’alto Egitto: l’arte, l’architettura t.; i grandiosi monumenti tebei. In partic., la legione t. (o tebana), o...
Isola di calore urbano
isola di calore urbano loc. s.le f. (anche nella variante scorciata isola di calore) In una grande area urbana, zona che, rispetto a quelle circostanti caratterizzate da un maggiore sviluppo di copertura vegetativa del suolo, presenta una temperatura...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali