(gr. Θῆβαι) Cittadina della Grecia centro-orientale (21.211 ab. nel 2001), nel nomo di Beozia, situata sopra una collina al margine di una pianura interna, 55 km a NO di Atene. Occupa l’acropoli, o Cadmea, dell’antica città omonima e ha aspetto moderno, essendo stata ricostruita dopo il terremoto del 1893. Centro commerciale e dei servizi della Beozia meridionale (mercati di animali e di lana).
Tra i principali centri politici in età micenea, T., nell’8° sec. a.C., ebbe il predominio sulla Beozia e fu retta da un governo aristocratico: tracce di tale ordinamento si conservarono nell’organizzazione militare fino al 5° sec. (uso del carro da guerra, la ‘schiera sacra’, corpo scelto di giovani nobili ecc.); nel 7° sec. impose il suo predominio nell’ambito della lega beotica. Durante le guerre persiane, l’aristocrazia tebana strinse alleanza con Serse e combatté a Platea a fianco dei Persiani. Dopo la vittoria della Lega panellenica, il regime oligarchico fu sostituito da una democrazia temperata. Schierata con Sparta nella prima guerra del Peloponneso, inflisse ad Atene sconfitte a Tanagra (457) e Coronea (447).
Cominciò allora il predominio di T. in Beozia; degli 11 dipartimenti beoti, 4 erano di T., che aveva quindi la maggioranza nel consiglio federale; degli 11 beotarchi, 4 erano tebani, e T. finì poi per governare direttamente la Lega, sostituendo alla monetazione federale la propria monetazione cittadina. La costituzione tebana era fondata sull’attribuzione della piena cittadinanza ai soli individui di censo oplitico; meramente formale era l’autorità dell’arconte eponimo, mentre il governo effettivo era nelle mani dei tre polemarchi. La politica di T. durante la guerra del Peloponneso fu decisamente antiateniese, tuttavia il dominio spartano seguito alla vittoria determinò l’ostilità dei Tebani per Sparta, al punto che questa occupò a tradimento la Cadmea (382) e rovesciò la democrazia sostituendole un’oligarchia filospartana. Restaurata la democrazia per opera di Atene e di Giasone di Fere, T. aderì alla seconda lega navale ateniese (378). L’emergere delle personalità di Pelopida e di Epaminonda la portò a una posizione di forza e autonomia nell’ambito della politica greca.
Il contrasto con Sparta, sempre tesa a privare T. dell’egemonia sulla Lega beotica, raggiunse il culmine in occasione del congresso per la nuova pace del 371, quando T. cercò il riconoscimento ufficiale della propria supremazia nella Lega. Rimanendo Atene neutrale, Sparta mosse da sola contro T.: la battaglia di Leuttra (371) vide un completo quanto inatteso successo dei Tebani, guidati con nuova tattica da Epaminonda e Pelopida. Da allora T. esercitò la sua egemonia sulla Grecia, sostenuta dalla forza dell’esercito e da una flotta rapidamente creata con l’aiuto di Cartagine. L’egemonia – che ebbe grandi riflessi sull’assetto politico greco, specie del Peloponneso, tutto riorganizzato in funzione antispartana da Epaminonda (Lega arcade, ricostituzione d’una Messenia indipendente con la fondazione di Messene ecc.) – non durò oltre la battaglia tra Tebani e Spartani, alleati ora con Atene e altri, a Mantinea (362), nella quale morì Epaminonda.
Il successivo tentativo di T. di colpire la Focide attraverso l’Anfizionia delfica portò alla seconda guerra sacra (356-346), nella quale T. offrì il pretesto a Filippo di Macedonia d’intervenire in Grecia. Alla fine della guerra, T. si vedeva riconfermata egemone della Beozia, ma Filippo dominava ormai sulla Grecia. Contro la Macedonia, T. si alleò con Atene, e dopo la vittoria di Filippo a Cheronea (338) dovette accogliere una guarnigione macedone. Ribellatasi alla morte di Filippo, T. fu distrutta da Alessandro, che volle salve solo le case di Pindaro e del cinico Cratete. La ricostruzione di T. si ebbe nel 316, per volontà di Cassandro.
Dopo aver aderito alla rivolta degli Achei contro Roma (146), fece parte della provincia romana di Acaia. Nuovamente ribelle durante la guerra mitridatica, si sottomise senza resistenza a Silla nell’87. Decadde poi rapidamente riducendosi a un villaggio; nel 2° sec. d.C. solo la Cadmea era ancora abitata.
Riacquisì nell’11° sec. una certa importanza e l’aspetto di città per il fiorire dell’industria della seta e delle tintorie di porpora, che attirò i mercanti stranieri. Nel 1147 fu presa e saccheggiata dai Normanni di Sicilia. Nel 1205, costituitosi il ducato di Atene sotto la signoria dei de la Roche, T. ne divenne la capitale e conobbe un periodo di prosperità. Subì quindi (dal 1311) il dominio catalano-aragonese e visse una nuova fase di sviluppo quando il ducato passò alla famiglia fiorentina degli Acciaiuoli (1388). Conquistata dai Turchi nel 1460, decadde per la cessazione di ogni commercio.
Gli scavi hanno messo in luce sulla rocca di T. un abitato miceneo tra i più estesi dell’Egeo, che doveva essere un centro commerciale (metallurgia, ceramica) con rapporti con le Cicladi, l’Eubea, l’Attica e l’Asia Minore. Numerose le sepolture, ricche di armi, gioielli, avori, sigilli, provenienti dall’Oriente. Particolarmente importanti le tavolette in lineare B (oltre 200), forse parte dell’archivio del palazzo. Scarsi sono gli elementi riferibili al periodo geometrico. Nel 4° sec. a.C. l’acropoli fu cinta di nuove mura con sette porte, mentre la città bassa fu fortificata solo sotto la minaccia di Alessandro, che la rase al suolo.