(o Anatolia) Grande penisola di forma all’incirca rettangolare (politicamente appartenente alla Turchia), che dall’Asia si protende verso l’Europa, dalla quale la separano gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, il Mar di Marmara e il Mar Egeo. La bagnano il Mar Nero a N e il Mar di Levante a S, mentre verso E il limite è segnato grosso modo dal meridiano 36° Gr. Il nucleo dell’A. è un vasto altopiano, risultato di uno spianamento, coperto in gran parte da sedimenti lacustri terziari e quaternari. Grandi apparati vulcanici sono sorti alla fine del Terziario (Monte Olimpo di Bitinia, oltre 2500 m; Argeo, quasi 4000 m). A N l’altopiano è orlato dai Monti Pontici, elevati fin oltre 3000 m, digradanti ripidamente verso il Mar Nero. A S il margine dell’altopiano è formato dalle catene del Tauro, attraversate da numerosi passi, tra i quali le famose Porte Cilicie, percorse da un’antichissima strada che collega l’A. con la Siria. Le coste del Mar Nero e del Mar di Levante sono compatte; frastagliatissime invece quelle egee. I fiumi (di cui il maggiore è il Kÿzÿl Irmak) nel corso superiore scorrono lentamente divagando in numerosi meandri, ripidamente più a valle. Vaste aree interne sono endoreiche: le acque affluiscono in bacini chiusi, come il Tuz, il lago più salato del mondo. In Anatolia si distinguono tre zone climatiche: una meridionale, a clima mediterraneo caldo e secco; una settentrionale, pure mediterranea ma decisamente più umida; una interna spiccatamente continentale.
Le prime culture umane sono rappresentate da industrie del Paleolitico inferiore, (localizzate nei distretti di Ankara, Carchemish e Malatya); di grande importanza è il sito di Karain (➔), che ben rappresenta anche il Paleolitico medio insieme ad altri giacimenti situati ai piedi del massiccio di Katran. Le ultime manifestazioni del Paleolitico appaiono più sfumate; molto meglio note sono le culture più recenti, a partire dal Neolitico, per il quale si distinguono tre antichissime culture localizzate nell’Anatolia meridionale. La prima fiorì tra il 7° e il 6° millennio a.C. ed è ben attestata nel sito di Çatal Hüyük (➔), il maggiore di questo periodo; propria delle pianure della Cilicia è la cultura che prende il nome dal sito di Mersin-Yumuktepe; il terzo aspetto neolitico, quello proprio dell’A. sud-occidentale, è testimoniato nelle sue fasi più recenti (6° millennio a.C.) e meglio conosciute a Haçilar, che conosce già la ceramica dipinta, un nuovo gusto decorativo che si diffuse rapidamente su gran parte dell’A. Minore. Molto precoce fu anche l’utilizzazione del metallo: i primi oggetti di rame e d’argento, trovati a Beycesultan, sono stati fatti risalire al 5° millennio a.C. Ma il tenore di vita delle popolazioni autoctone neolitiche, basato soprattutto sull’agricoltura e l’allevamento del bestiame, che in A. conobbero un precoce sviluppo, non sembra mutare sostanzialmente per molti secoli. Tra la fine del 4° e il 3° millennio a.C. (antica età del Bronzo) si accentua il frazionamento in varie province culturali, la più rilevante delle quali, per il notevole influsso che esercitò nel bacino del Mediterraneo, è quella nordoccidentale, il cui sito più importante e più ampiamente conosciuto è Troia (➔); un’altra area di particolare interesse è quella dell’Eufrate anatolico. Ad Arslan-Tepe (➔ Malatya) gli inizi di un’organizzazione urbana con attività amministrativa centralizzata alla fine del 4° millennio sono indicati dalle migliaia di cretule con impronte di sigillo trovate in edifici pubblici. Nello stesso sito è attestata una metallurgia evoluta che indica l’importanza dei metalli dell’area anatolica orientale negli scambi con la Mesopotamia. Anche nell’altopiano centrale fioriva nello stesso periodo una civiltà che aveva raggiunto un alto grado di benessere e di sviluppo tecnico: le suppellettili delle ‘tombe reali’ di Alaça Hüyük (➔) dimostrano la padronanza della lavorazione dei metalli preziosi. La seconda età del Bronzo è caratterizzata prima (circa 1900-1600) da una forte impronta culturale e politica assira (attestata, tra l’altro, dalle tavolette paleo-assire di Kanish), successivamente (circa 1600-1200) dal predominio degli Ittiti, indoeuropei, penetrati nella regione insieme ad altre popolazioni della stessa stirpe.
Verso il 1200 a.C., travolto l’impero ittita dalla migrazione dei Popoli del mare, nella parte sud-orientale dell’A. si sviluppò una miriade di città-Stato (Adana, Carchemish, Malatya, Sam’al), nella zona occidentale prevalsero invece i Frigi, provenienti dalla Tracia, e accanto a essi altre popolazioni, solo in parte di schiatta indoeuropea (Cappadoci, Pisidi, Misi, Cari, Lidi, Lici). Sia le città-Stato del SE, sia il regno frigio furono costretti a lottare lungamente contro gli Assiri per contenerne la spinta espansionistica. Dopo l’effimero predominio dei Cimmeri nel 7° sec., l’egemonia passò per breve tempo ai Lidi poi ai Medo-Persiani (547 a. C.) che sottoposero le colonie fondate dai Greci sulle coste occidentali a un duro dominio. Nella prima metà del 5° sec. i Greci d’Asia, in seguito alle vittorie della madrepatria sui Persiani, poterono essere affrancati dalla sudditanza ai dominatori: tornarono però a esservi soggetti nel 386 in seguito alla pace di Antalcida. Alessandro Magno con la sua spedizione (333-330) sostituì al dominio persiano quello della Macedonia. Alla sua morte l’impero andò smembrato in vari regni (Seleucidi, Cappadocia, Bitinia, Pergamo). I Romani costituirono la loro prima provincia asiatica quando Attalo III di Pergamo, morendo (133), lasciò loro il suo regno. Due secoli e mezzo dopo, alla morte di Traiano (117 d. C.), l’A. dopo una lunga vicenda di lotte e di conquiste era divisa in 6 province: Asia (proconsolare), Bitinia e Ponto, Cilicia, Galizia, Cappadocia, Licia e Panfilia.
Luogo d’incontro e di scontro tra cultura ellenistica e culture dell’Oriente Anteriore, l’A. fu per l’Impero bizantino una riserva di denaro e uomini. Sotto il regime dei temi l’A. visse per 5 secoli: poté così resistere all’urto arabo del 7°-8° sec.; alla sua ripresa militare ed economica dovette il primato nella vita politica dell’Impero, infatti dall’8° sec. in poi quasi tutte le dinastie imperiali furono di origine anatolica. Ma dall’8° all’11° sec. rinacquero i particolarismi locali, mentre si manifestarono profonde differenze sociali tra le zone interne e quelle della periferia più esposte all’assalto selgiuchide.
Invasa e razziata dagli Arabi, l’A. si aprì al dominio politico e alla religione islamica solo nel sec. 11°. La battaglia di Manazkert (1071) permise ai Turchi Selgiuchidi di dilagare, tuttavia la resistenza bizantina durò per tutto il sec. 12° e i Comneni arginarono l’avanzata islamica. A un progredito e florido Stato musulmano fece riscontro nella prima metà del Duecento l’Impero greco di Nicea. Questo equilibrio fu rotto da un lato dal ritorno dei Paleologi a Costantinopoli (1261) e dalla loro politica ‘europea’ che abbandonò la difesa dell’ellenismo in A., dall’altro dall’avvento di un nuovo Stato turco: gli Osmanli, dal nome Turco ‛Othman, dal quale l’Impero ottomano fu chiamato Stato o sultanato osmanli e la lingua turca fu detta osmanli. Il 14° sec. vide la turchizzazione intensiva dell’A. e la sua unificazione politica. Agli inizi del 15° sec. l’invasione di Tamerlano arrestò per un momento l’ascesa ottomana, ma non la distruzione dell’ellenismo. Dal 1400 ca. fino alla Prima guerra mondiale, la storia dell’A. è solo un capitolo della storia interna dell’Impero ottomano, per identificarsi poi con quella della Repubblica turca.
Le indagini archeologiche effettuate confermano l’intensa frequentazione delle coste dell’A. e dell’area siro-palestinese da parte dei mercanti egei nel 2° millennio a.C. I rinvenimenti sono tanto consistenti in alcuni contesti da far ipotizzare veri e propri stanziamenti coloniali minoici e micenei (Chio, Erythrai, Colofone, Magnesia al Meandro, Mileto, Iasos).
Per l’urbanistica e l’architettura dell’età arcaica e classica, le principali testimonianze vengono da Smirne, Mileto e Chio. Per il periodo ellenistico le indagini hanno pro;fondamente modificato la conoscenza di molte città (Pergamo, Troia, Neandria, Limyra, Aizanoi, Sardi, Cnido, Alicarnasso, Mylasa, Afrodisiade, Sagalasso, Sillyon e Patara).
La scultura del periodo arcaico è attestata dagli inizi del 7° sec. a.C., con opere di stile dedalico (Samo) e opere di dimensioni colossali (Samo, Nasso, Thera [od. Santorino]); nel corso del 6° sec. a.C. lo stile ionico si diffuse in tutto il mondo greco. Durante l’età classica, nella Grecia orientale era possibile ammirare opere dei più importanti scultori greci del 5° sec. a.C. La scultura della prima età ellenistica si sviluppa sulla scia dei grandi maestri tardoclassici. Tra i vari centri di scultura si distinguono Rodi, Smirne e la scuola di Pergamo. Solamente la necropoli di Coo ha restituito materiale sufficiente al riconoscimento di una scuola locale (950-850 a.C.). Dal tardo Geometrico è possibile distinguere differenti scuole greco-orientali, sebbene con caratteri abbastanza comuni: Smirne, Chio, Samo, Mileto, Rodi e Coo.
Al 6° sec. a.C. risalgono interessanti tracce relative all’attività di pittori ionici, anche nelle regioni interne di Licia e Frigia. Consistenti sono le testimonianze di pitture tombali (Tatarli, Kÿzÿlbel ecc.). Importanti anche gli affreschi di Gordion e di Dura-Europos. Pitture del I stile orientale, che riproducono l’articolazione architettonica di uno spazio in zone sovrapposte, sono state rinvenute ad Assos, Pergamo, Erythrai, Colofone, Magnesia al Meandro, Priene, Mileto, Alicarnasso e Cnido. Mosaici a ciottoli sono attestati nel primo Ellenismo (Assos, Pergamo, Kyme, Erythrai, Tarso), mentre il mosaico tessellato compare nel 3° sec. a.C.
Il tipo di intervento che i Romani attuano in A. è paragonabile a quello riscontrato nelle province greche: in queste aree dell’Oriente mediterraneo la civiltà urbana ha già conosciuto da tempo un forte sviluppo e quindi nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di impiantare nuove città, ma di intervenire in centri già esistenti, anzi spesso magnificamente consolidati. Anche entro questi limiti le operazioni promosse dagli imperatori o dalla munificenza di ricchi cittadini sono di grande, talora enorme dimensione e prestigio: non si alterano le caratteristiche generali, ma si ristrutturano santuari e altri edifici, o se ne costruiscono di nuovi, che si adattano spesso mirabilmente agli impianti urbani preesistenti (Efeso, Mileto, Pergamo, Priene, Afrodisiade).
Intorno a celebri cave di marmi bianchi e colorati si sviluppò un’intensa attività di scuole o botteghe di scultori, la cui produzione risulta nel suo insieme di grande rilevanza. Particolare notorietà rivestiva la scuola di Afrodisiade.