Termine utilizzato a partire dall’Ottocento per indicare una fase della cultura artistica greca precedente alla perfezione raggiunta in età classica; cronologicamente si fa coincidere con un periodo compreso tra il 600 ca. e il 480 a.C.
Dopo le esperienze artistiche legate allo stile geometrico e alla corrente orientalizzante, a partire dalla seconda metà del 7° sec. a.C. nelle città della Grecia iniziò a formarsi un contesto culturale che vide contrapposti, sia pure con eccezioni, i centri del Peloponneso e quelli della Ionia; i primi, legati a concezioni formali di antica tradizione cretese, i secondi eredi di aspetti derivati dal mondo anatolico ed egiziano. La mediazione tra queste due diverse correnti si compì soprattutto ad Atene, tra il 575 e il 525 a.C. In età a. i contatti tra i diversi centri della Grecia si accrebbero, soprattutto attraverso i santuari panellenici di Delfi e di Olimpia. Intorno alla metà del 6° sec. a.C. Atene assunse un ruolo egemone nella produzione ceramica, dando luogo a una vera e propria industria di esportazione. Corinto e Sparta si specializzarono nella produzione di bronzi di lusso e di uso comune. Altro mutamento fondamentale, tra la metà del 7° sec. e il 561 a.C., fu conseguenza dell’affermazione delle tirannie, iniziata nelle città commerciali dell’Asia Minore ed estesa in breve a tutta la Grecia: il nuovo ceto dirigente, costituito da una classe di imprenditori, favorì un aumento dei commerci e quindi una più equa distribuzione delle ricchezze. La fioritura della vita civile favorì durante tutto il 6° sec. a.C. un’intensa attività edilizia; numerosi santuari furono edificati o ristrutturati con grande perizia tecnica e impiego di materiali in genere poco costosi; l’oro, utilizzato in misura minore nella monetazione, fu consacrato alle divinità per la realizzazione di sempre più frequenti statue crisoelefantine. Caratteri stilistici comuni alle opere arcaiche (onde la definizione di stile a.) sono la frontalità, la rigidità, l’assenza di ricerche naturalistiche e luministiche.
Nella divisione della letteratura greca e della letteratura latina, periodo a.: il periodo compreso, rispettivamente, fra le origini e il 500 a.C., e fra il 240 a.C. (prima rappresentazione di un dramma di Livio Andronico) e l’80 a.C. circa (inizio dell’attività oratoria di Cicerone).
In psicologia, processo a.: processo primitivo, inerente a premesse biologiche essenziali della specie umana, come fame e sete.