(gr. ᾿Αϑῆναι) Città (3.155.600 ab. nel 2018, considerando l’intera agglomerazione urbana, la Grande Atene, che include anche il Pireo); capitale della Grecia e capoluogo del nomo dell’Attica. È al centro di una piana costiera lungo la quale tuttavia si allineano alcuni rilievi (Imetto, 1026 m, a SE), solcata dai torrenti Cefiso e Ilisso.
La città alla costituzione dello Stato greco (1834) contava appena 10.000 abitanti e si limitava a quello che è ora il quartiere della Plaka, a NE dell’Acropoli. Dopo la sua proclamazione a capitale della Grecia, estesi lavori di ampliamento e ammodernamento le conferirono aspetto monumentale, secondo uno schema urbanistico regolare, in cui spiccano edifici pubblici e grandi piazze. In seguito, Atene si sviluppò con quartieri residenziali sia verso N, dove ha incluso il caratteristico colle del Licabetto, sia verso S, dove essa è congiunta ormai al porto del Pireo (➔). Il momento critico nell’evoluzione demografica di Atene si ebbe nel 1923, quando, in seguito all’espulsione in massa dei Greci residenti nell’Asia Minore, vi si riversarono circa 400.000 profughi. Il gigantismo della capitale, che accoglie circa un terzo di tutta la popolazione greca, costituisce uno dei principali problemi di assetto del territorio per lo Stato greco, rendendo difficile lo stesso approvvigionamento idrico dell’area urbana e appesantendo le condizioni ambientali (gravissimo l’inquinamento atmosferico).
L’immigrazione dal resto del territorio nazionale si è accentuata con lo sviluppo dell’industria, i cui impianti sono localizzati soprattutto nella zona portuale. I settori più attivi sono quelli cantieristico, meccanico, chimico e petrolchimico, tessile, conciario, del tabacco, del cemento e alimentare. Atene è per la Grecia non solo il centro della vita politica, amministrativa e culturale, ma anche il fulcro delle comunicazioni ferroviarie, stradali (assi di grande viabilità la collegano a Salonicco e al Peloponneso) e aeree. Importanti infrastrutture di comunicazione sono state realizzate in occasione dei Giochi olimpici del 2004, tra le quali il nuovo aeroporto di Spata ‘Eleuthèrios Venizèlos’, inaugurato nel 2001, e tre linee ferroviarie metropolitane. Fonte di reddito notevole per la città è il movimento turistico.
L’Attica fu anticamente abitata da Greci di stirpe ionica, dispersi in villaggi e governati, dalla prima metà del 2° millennio a.C., da monarchi, tra i quali Teseo, cui la leggenda ascrive l’unificazione delle piccole comunità e l’istituzione del centro cittadino sul colle dell’Acropoli. Lo scarso rilievo dato ad Atene nei poemi omerici fa ipotizzare che fosse marginale rispetto agli altri centri micenei (Argo, Micene, Tirino). Con il declino della monarchia, prima affiancata e poi sostituita dalle aristocrazie guerriere (eupatridi), le funzioni di governo furono attribuite a magistrati temporanei, gli arconti, scelti esclusivamente nelle file gentilizie.
Lo sviluppo della città e delle sue istituzioni portò nel 7° sec. a.C. al superamento del diritto consuetudinario e alla codificazione di leggi scritte a opera di Dracone. Una prima evoluzione in senso democratico si ebbe con Solone che suddivise (594 a.C.) la cittadinanza in 4 classi in base al censo, non più alla nascita, attuando così la transizione dall’oligarchia aristocratica a una oligarchia di tipo timocratico; introdusse riforme economico-finanziarie per lo sviluppo dei commerci ed emise provvedimenti a favore dei piccoli contadini. Nel nuovo assetto, i più abbienti detenevano il monopolio delle magistrature ma tutti i cittadini avevano diritto di partecipazione e voto al tribunale popolare dell’ eliea. Un altro impulso all’estensione della cittadinanza venne dall’introduzione, accanto alla cavalleria aristocratica, della falange oplitica reclutata tra i piccoli contadini, e in un secondo tempo dall’arruolamento nella marina dei teti, lavoratori salariati: una rivoluzione nell’ordinamento militare che diede a categorie tradizionalmente escluse la possibilità di essere ammesse all’ ecclesia, l’assemblea dei cittadini a pieno titolo.
Le lotte sociali insorte tra classe dominante e ceti emergenti favorirono, dopo un periodo di anarchia, l’ascesa di Pisistrato (560-528 a.C.), che con l’appoggio dei medi e piccoli proprietari instaurò una tirannide ‘non dispotica’ proficua all’espansione della città. Un ulteriore passo verso la democrazia diretta fu compiuto da Clistene, che varò una nuova costituzione (508 a.C.) basata su un ordinamento della cittadinanza per tribù territoriali, egualmente rappresentate nell’assemblea della bulè. Trovarono allora attuazione i tre principi fondanti del modello ateniese, che lo distinguevano dai regimi vigenti nelle altre pòleis: la parità di fronte alla legge, la partecipazione diretta alla vita politica, la libertà di parola, rimanendo esclusi da tali diritti (democrazia imperfetta) le donne, gli stranieri (meteci), gli schiavi.
Le guerre persiane, terminate con le vittorie greche (in particolare ateniesi) di Maratona (490), Salamina (480) e Platea (479) su Dario e Serse, segnarono l’ascesa di Atene e la sua supremazia nella Lega delio-attica che accomunava molte città nella lotta contro i ‘barbari’. L’avvento di Pericle (460-429) consolidò la posizione egemonica di Atene; lo stratego attuò una grandiosa politica urbanistica e portò a compimento il processo democratico con una serie di misure legislative, tra cui l’indennizzo per i cittadini che dovevano fungere da giudici popolari. Atene divenne una potenza marittima e commerciale e il centro culturale dell’Ellade: qui confluirono poeti, retori, artisti; vi nacquero la grande storiografia, il teatro, e nel secolo successivo, le scuole filosofiche dell’Accademia e del Peripato. Promotrice di movimenti democratici in tutto il mondo greco, dall’Anatolia alla Sicilia, Atene si contrappose ideologicamente e politicamente al modello statico e conservatore propugnato dalla sua antagonista storica, Sparta. La politica estera di Atene in età periclea, dinamica e aggressiva, fu essenzialmente volta ad affermare il primato della città sul resto della Grecia, entrando in conflitto con Tebe, Sparta e le città confederate.
Nella guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) contro il blocco spartano, Atene, colpita anche da un’epidemia di peste, vide crollare il proprio predominio. Caduto il governo dei Trenta tiranni imposti da Sparta e ristabilita la democrazia con Trasibulo, Atene tornò a contendere alla pari con le altre città per la supremazia: alleata con Tebe, Argo e Corinto contro Sparta (guerra corinzia, primi anni del sec. 4°), e poi con Sparta contro Tebe, che per un decennio (371-362 a.C.) era stata la nuova egemone. Indebolite dal particolarismo e dalle guerre reciproche, Atene e le altre pòleis non seppero reggere l’urto della potenza macedone e nel 337 furono sottomesse da Filippo II e Alessandro di Macedonia, rimanendo nell’orbita dei regni ellenistici fino alla conquista romana (146 a.C.).
Il cristianesimo penetrò ad Atene forse con s. Paolo verso la metà del 1° sec. d.C. Nel 2° sec., sede di vescovato e privilegiata dall’imperatore Adriano e dal sofista mecenate Erode Attico, ebbe una fase di rinascita. Diocleziano l’assegnò invece all’impero di Oriente come centro di secondaria importanza e tale rimase anche in età bizantina.
All’inizio del 13° sec. Atene fu tolta agli imperatori greci di Bisanzio dai crociati, che vi fondarono un ducato e le diedero impulso economico. Questo si accentuò nel 14° sec. con il dominio dei Catalani e dal 1388 (tranne una parentesi veneziana, 1394-1402) dei Fiorentini. La dominazione dei Turchi, iniziata nel 1456, interrotta solo dall’occupazione veneziana del 1466 e del 1687, durò fino al 1822, quando la città cacciò il presidio ottomano; i Turchi, tornati nel 1827, dovettero abbandonarla definitivamente nel 1833 e il 18 settembre 1834 Atene divenne capitale del Regno indipendente di Grecia. Durante la Seconda guerra mondiale fu occupata dai Tedeschi e sede dell’amministrazione italiana; fu liberata il 13 ottobre 1944.
Nelle descrizioni di Erodoto, Atene era paragonata a una ruota, con l’Acropoli, i cui più antichi insediamenti risalgono al Neolitico, simile al mozzo intorno a cui essa progressivamente ruotava. La necropoli della cittadella micenea si stendeva sulle pendici N, ma già nel periodo sub-miceneo e geometrico (900-700 a.C.) l’abitato occupava le colline a O e a S dell’Acropoli, da cui più diretta era la comunicazione con il porto del Falero, mentre l’Agorà dovette fissarsi presto nella pianura a N dell’Acropoli, dove convergevano le varie strade.
Con i Pisistratidi la città cominciò ad assumere un aspetto monumentale (fondamenta del tempio di Zeus Olimpio, a S), ed ebbe una vasta rete di canalizzazione. Dopo il saccheggio persiano (480 a.C.), Temistocle costruì una nuova cinta di mura e avviò le opere per chiudere il Pireo, divenuto porto principale, in un unico sistema di difesa con la città. Cimone costruì nell’Agorà il Portico delle Erme e Pisianatte la Stoà Poikìle. Pericle completò le fortificazioni e creò l’arsenale e, soprattutto, rinnovò l’Acropoli. L’amministrazione di Licurgo segnò un’era particolarmente prospera (tra l’altro costruzione dello stadio, 330 a.C); degli inizi del 4° sec. è il Pompèion.
In età ellenistica, numerosi furono i doni dei principi stranieri alla città, tra cui due ginnasi che si devono a Tolomeo Filadelfo e al condottiero Diogene e la ripresa della costruzione del tempio di Zeus Olimpio da parte di Antioco IV Epifane. Dopo le distruzioni della guerra sillana, con la pace romana si ricostruirono le mura e s’innalzarono edifici. L’ultima grande fioritura monumentale si deve ad Adriano, che fece erigere la biblioteca, un ginnasio, il Pantheon, completò il tempio di Zeus Olimpio (130 d.C.), avviò la costruzione dell’acquedotto (terminato da Antonino Pio nel 140). Altri abbellimenti, nel 2° sec., furono fatti da Erode Attico (tempio della dea Tiche, Agoranomion ecc.). Da questo momento, iniziò per Atene la decadenza. Con la fondazione di Costantinopoli cominciarono le spoliazioni della città, proseguite sotto Teodosio II e Giustiniano, che, con la chiusura della scuola di Atene (529), segnarono la fine della vita spirituale locale.
Del tempio dedicato ad Atena nel 6° sec. (detto Hekatòmpedon, perché lungo 100 piedi) rimangono i frontoni, con sculture in pòros e in marmo, della peristasi dorica (43,44 m × 21,34 m), aggiuntavi da Pisistrato. D’età pisistratea erano anche un pròpylon d’accesso, a O, e, sulle pendici meridionali, un primo teatro, con orchestra circolare e muro di cinta. Sotto Clistene si fondò un nuovo e più grandioso tempio di Atena (76,88 m × 31,75 m), il primo Partenone, di cui sussistono le grandi fondazioni. La costruzione era giunta ai primi rocchi delle colonne, quando, nel 480 a.C., i Persiani distrussero l’acropoli. Tornati nella città, gli Ateniesi seppellirono gli avanzi delle distruzioni persiane (statue, ex voto ecc.), riempiendone una depressione del terreno («colmata persiana»). La sistemazione dell’Acropoli fu attuata sotto Pericle: il nuovo Partenone (69,54 m × 30,87 m, tutto in pentelico, periptero, octastilo, dorico), progettato da Ictino e Callicrate, ma sorto sotto la direzione di Fidia, sostituì il vecchio Hekatòmpedon e divenne il massimo monumento di Atene. Pericle, inoltre, fece erigere da Mnesicle (437-33 a.C.) i Propilei (marmorei, con due facciate esastile doriche, 5 porte e vestibolo O a 3 navate con colonne ioniche; sala a N destinata a pinacoteca), con accanto il tempietto di Atena Nike (tetrastilo, anfiprostilo, ionico, con fregio raffigurante battaglie fra Greci e Orientali), e sulle pendici meridionali l’Odeon. Nel luogo dove si conservavano i segni sacri della mitica gara fra Atena e Posidone per il possesso dell’Attica, fu costruito da Filocle (421-409) l’Eretteo, su pianta studiata per racchiudere i vari culti (cella di Posidone Eretteo; cella di Atena Poliade; loggetta delle Cariatidi). Ai santuari maggiori si affiancavano molti altri santuari minori, oltre a una folla di statue e di ex voto.
All’Agorà, densa di edifici e di monumenti onorari e votivi, si accedeva per una via porticata. Sul lato O vi erano la Stoà Basileios e il portico di Zeus Eleuterio, il tempio di Apollo Patroo, il Metroo del culto eleusino, il Buleuterio e la Thòlos. Nel centro sorse in età augustea un odeon quadrangolare (rimaneggiato nel 1° e 3° sec. d.C.), dietro il quale era un lungo portico. Su questi monumenti fu eretto nel 4° sec. un ampio edificio con palestra e terme, che ebbe come portico N quello detto dei Giganti. Il lato E era chiuso dalla monumentale Stoà di Attalo, con accanto il pròpylon dorico innalzato ad Atena Archegete, incorporato in un grande edificio in cui si riconosce il mercato romano, o il ginnasio di Adriano; accanto, la Biblioteca di Adriano, che aveva 100 colonne di marmo frigio, sale con soffitti dorati e pareti di alabastro, e ampio cortile interno.
In età medievale, il ruolo di Atene fu piuttosto marginale. Molti templi pagani furono trasformati in chiese, tra cui il Partenone, e l’Acropoli venne fortificata (sec. 10°-12°). Del periodo mediobizantino rimangono solo piccole chiese, per lo più a croce greca inscritta: Ss. Apostoli (sec. 11°); Theotokos di Lykodemos (sec. 11°); Ss. Teodori (sec. 11°); Kapnikarea (sec. 11°); Panaghia Gorgoepikoos (sec. 12°). Importanti sono alcuni monasteri negli immediati dintorni di Atene: Dafnì (➔), Kaisariani (sec. 11°; affreschi sec. 14°). Dell’epoca ottomana sussistono alcune moschee poi trasformate, come quella presso il Monastiraki (Museo delle arti decorative).
Nel 19° sec. edifici pubblici furono costruiti in stile neoclassico da architetti danesi (Accademia, 1859-62, T.E. von Hansen) e tedeschi (Biblioteca nazionale, 1862, E. Ziller). Presso la piazza Syntagma sono il palazzo reale (1834-38, F. von Gärtner; poi sede del Parlamento) e la cattedrale (1840-55). In stile classico sono pure il Politecnico (1862), il Museo nazionale (1866, L. Lange) e il Zappion (palazzo delle Esposizioni, 1880). Edifici civili e case di abitazione classicheggianti caratterizzano la città nello scorcio del 19° sec. e nella prima metà del 20° (architetti A. Zachos, P. Tsagris, A. Orlandos, P. Michailidis, I. Valendis). Alle tendenze del razionalismo europeo risposero gli architetti P. Karandinos, E. Kriezis, I.G. Despotopulos; fra le opere del dopoguerra si ricorda l’ambasciata USA di W. Gropius.
Negli anni 1950 e 1960 sorsero architetture ancora improntate al razionalismo (edificio centrale dell’aeroporto, 1963, E. Saarinen; porto del Pireo, 1969, Y. Liapis e I. Scroubelos) e interessanti esempi di architettura di paesaggio (rifacimento degli spazi liberi dell’Acropoli e della collina di Philopappos, 1957; D. Pikionis). Anche in seguito l’architettura urbana si allineò alle tendenze internazionali (scuola Bodosakio del Collegio di Atene, 1977; abitazioni a Kifissia, 1999, T. Koubis) e si iniziò a sperimentare l’architettura bioclimatica (Villaggio solare 3 a Pefki-Lykovrissi). Soprattutto in occasione delle Olimpiadi del 2004, architetti di fama internazionale hanno realizzato ardite e avveniristiche costruzioni (palazzo della Banca nazionale, 1999-2001, M. Botta; Parco olimpico, 2003-04, S. Calatrava; ponte pedonale Katehaki, 2004, S. Calatrava; il nuovo Museo dell’Acropoli, 2004, B. Tschumi). Di grande interesse architettonico e artistico sono anche le tre linee della metropolitana di Atene, una sorta di museo d’arte antica e contemporanea. È stato inoltre realizzato (2002-04) un importante programma d’intervento urbanistico per il rimodellamento del centro storico e l’unificazione dei siti archeologici.
Nei maggiori musei di Atene sono raccolti: reperti di scavo trovati in situ (Museo dell’Acropoli, Museo dell’Agorà); materiale archeologico, epigrafico e numismatico di varie epoche e provenienze (Museo archeologico nazionale); arte bizantina (Museo bizantino, Museo Benaki: rilievi, icone, manoscritti); arte contemporanea (Galleria Nazionale e Museo Frissiras).