(gr. Θεσσαλονίκη, gr. mediev. Σαλονίκιον) Città della Grecia (363.987 ab. nel 2001), capoluogo del nomo omonimo e della regione della Macedonia Centrale. È l’antica Tessalonica. Situata nella parte più interna del golfo omonimo, a E della foce del fiume Vardar, si estende ad anfiteatro lungo la costa e sui primi contrafforti del Monte Kissós. Seconda città della Grecia per numero di abitanti, è, con Atene, il centro propulsore dell’economia del paese. Importante nodo di comunicazioni tra l’Asia e la Penisola Balcanica fin dall’antichità, è, grazie alla sua posizione allo sbocco della valle del Vardar, un notevole centro portuale (esportazione di pelli, tabacco, manganese e cromo), commerciale e finanziario, sede di fiere internazionali annuali. Anche l’industria è molto sviluppata, soprattutto nei settori della raffinazione del petrolio, petrolchimico, siderurgico, tessile (lavorazione dei tappeti), del tabacco e alimentare.
Fondata nel 4° sec. a.C. da Cassandro presso la più antica Terme, S. fu denominata Tessalonica in onore della moglie del fondatore. Fu porto militare macedone e centro commerciale e stradale romano. Fu base d’appoggio dei Pompeiani (49-48) e favorevole a Ottaviano e Antonio (42). La città divenne allora la più importante della Penisola Balcanica sino alla fondazione di Costantinopoli; il cristianesimo vi fu introdotto da s. Paolo e, dal 1° sec., fu sede vescovile. Eretta a colonia nel 3° sec., Tessalonica fu assediata dai Goti (253, 262, 269). Passata all’Impero d’Oriente, soffrì il massacro degli abitanti su ordine di Teodosio. Minacciata dai Bulgaro-Slavi, resistette agli assalti di Goti, Unni, Avari, Slavi, Bulgari; nel 12° sec. era una delle più ricche e popolose città dell’Impero bizantino. Nel 1204, con la formazione dell’Impero latino d’Oriente, S. fu assegnata con la Macedonia e parte della Tessaglia a Bonifacio marchese del Monferrato con il titolo di re ma, nel 1222, venne conquistata da Teodoro, despota di Epiro, che si incoronò imperatore. Con la restaurazione imperiale di Giovanni III e Michele VIII Paleologo, S. tornò a essere una città di provincia dell’Impero. Occupata dai Turchi (1387) e dai Bizantini (1402), fu da questi ceduta a Venezia nel 1423, in cambio dell’aiuto contro i Turchi, e presa definitivamente dal sultano Murad II nel 1430. Con il lungo dominio turco S. decadde rapidamente e solo nella seconda metà del 19° sec. ebbe un certo risveglio economico, mentre quello politico fu caratterizzato dalle contese fra Serbi, Greci, Bulgari (anche Albanesi e Romeni) per il predominio sulla città e su tutta la regione macedone di cui S. è il principale sbocco sul mare. Dopo essere stata anche il focolare della rivoluzione dei Giovani Turchi, S. fu oggetto delle ambizioni territoriali dei Bulgari e dei Greci durante le guerre balcaniche, finché i Greci, vittoriosi, si assicurarono il possesso definitivo della città con la Pace di Bucarest (1913).
L’impianto urbanistico di S., in parte sopravvissuto fino a oggi, risale probabilmente alla fondazione ellenistica (316 a.C.). L’importanza della città è data dalla sua posizione geografica, posta all’altezza dello sbocco al mare della via Egnazia. Del più antico periodo della dominazione romana quasi nulla è noto (Cicerone menziona un questorium e la cittadella). I resti più cospicui sono quelli relativi al palazzo di Galerio, che occupava la parte centrale della città con un complesso che comprendeva, oltre alla struttura palatina vera e propria anche un ippodromo, il cosiddetto mausoleo e l’arco trionfale (298 d.C.). Ai sec. 2° e 3° risale la sistemazione dell’agorà, da cui provengono altorilievi su pilastri. L’attuale circuito delle mura fu realizzato da Teodosio (379-395) e fu in seguito fortemente restaurato nella parte superiore. Nella città bassa, una parte delle fortificazioni fu eseguita sotto il dominio turco da artefici veneti (Torre bianca), la restante nei sec. 13°-14°. Notevole fu l’attività edilizia nel 5° sec.: la basilica di S. Demetrio, fondata sul luogo del martirio del santo, fu ricostruita nel 7° sec. (a 5 navate, decorata di mosaici); vi si conservano alcuni importanti mosaici, del 5° e 7° secolo. La chiesa di S. Sofia, dell’8° sec., ha la navata principale di forma quadrata, ed è sormontata da vasta cupola; nell’interno, mosaici dell’8° e 11° secolo. La chiesa della Vergine dei Fabbri (1029), a croce iscritta con cupola centrale, conserva resti di affreschi dei sec. 11°-14°. Notevole la chiesa dei SS. Apostoli (14° sec.) a 5 cupole, con resti di mosaici e di affreschi.
Golfo di S. Golfo della Grecia nord-orientale nel Mar Egeo, limitato a E dalla penisola Calcidica e a O dalla Macedonia e dalla Tessaglia. Vi sboccano i fiumi Aliákmon e Axiós.
Nomo di S. Nomo della Grecia nord-orientale (3683 km2 con 363.987 ab. nel 2007), nella Macedonia, che si affaccia a SO sul Golfo di Salonicco e a E su quello di Orfani. Il territorio è pianeggiante nel settore occidentale (bassa valle del fiume Vardar), montuoso in quello orientale, che comprende una sezione della penisola Calcidica ed è occupato dai laghi Korónia e Vólvi. L’agricoltura (uva, ortaggi, tabacco), l’allevamento, la pesca e lo sfruttamento del sottosuolo (manganese) costituiscono le principali risorse economiche. Le industrie sono concentrate nel capoluogo.