(romeno Bucureşti) Città capitale della Romania (1.821.380 ab. nel 2018), situata nel cuore della pianura valacca, a 87 m s.l.m., tra il fiume Dimbovița, subaffluente del Danubio, e il fiume Colentina. Ha un ruolo predominante nella rete urbana romena, con una popolazione che è quasi sette volte maggiore di quella della seconda città dello Stato (Iași) e con una schiacciante superiorità per quanto riguarda non solo le funzioni di servizio, ma anche la produzione industriale (in particolare per i settori chimico, tessile, meccanico, farmaceutico).
L’origine di B. e l’etimologia del nome sono incerte. Residenza invernale dei principi di Valacchia alla metà del 15° sec., alla fine del secolo era una delle principali piazzeforti della regione e importante centro commerciale in relazione con Brașov (ted. Kronstadt). Nel 1595 fu incendiata dai Turchi di Sinān pascià, che poi la fortificò; nel 1611 fu semidistrutta dagli Ungheresi. Divenuta nel 1698 la sede permanente del governo di Valacchia, ebbe a soffrire sotto il regime fanariota (1716-1821), devastata più volte da incendi, peste (1718; 1738; 1806) e dalle conseguenze delle guerre contro gli Austriaci e di quella russo-turca (1769-74). Dall’incendio del 1847 B. risorse come città moderna. Il 24 febbraio 1862, dopo l’unione di Moldavia e Valacchia, divenne la capitale e tale rimase nel nuovo Regno romeno. Durante la Prima guerra mondiale fu conquistata dai Tedeschi, nella Seconda guerra mondiale occupata dai Sovietici.
Città di sviluppo moderno, B. risente dei ripetuti ampliamenti avvenuti in epoche diverse e della mancanza, protrattasi a lungo, di un vero piano regolatore. Inizialmente centro soprattutto politico e culturale (sede del governo, di un’università fondata nel 1864, di numerosi istituti di ricerca, scuole, biblioteche, musei, teatri), nella seconda metà del 20° sec. ha subito una profonda ristrutturazione urbanistica, esplicatasi tra l’altro con l’edificazione di immensi blocchi di case popolari nei quartieri periferici; notevoli mutamenti ha apportato anche la ricostruzione di parti della città danneggiate dal terremoto del 1977. Tra i principali monumenti: S. Giorgio Vecchio (1467); la Mihai Vodă (16° sec.); la chiesa Stravropoleus (17° sec.), con pitture sulla facciata; il monastero Antim (1718). Esempio dell’ultimo bizantinismo è la chiesa di Văcāreşti (18° sec.). Tra l’architettura civile: le vecchie case di boiari romeni, costruite in stile locale, costruzioni risalenti al 19° sec. (Circolo militare, Università, Teatro nazionale, Fondazione Carol, Palazzo Cantacuzino), il Palazzo reale (1935); il palazzo del Parlamento (1984). Nei dintorni: chiesa di Fundenii Doamnei (17° sec.); monastero di Căldāruşani; palazzo del principe Brâncoveanu a Mogosoaia, in cui lo stile orientale si combina con elementi veneti (17° sec.).
Paci di B. Pace stipulata il 28 maggio 1812 tra Turchia e Russia, che pose termine alla guerra iniziatasi nel 1806, lasciando alla Russia la Bessarabia e parte della Moldavia e regolando la navigazione sul Danubio.
Pace stipulata il 3 marzo 1886 tra Serbia e Bulgaria, che pose le basi dell’autonomia bulgara.
Trattato di B. Trattato del 10 agosto 1913, che regolò la spartizione dei territori turchi dopo le guerre balcaniche aumentando il prestigio della Russia; ebbe gravi conseguenze: acuì l’irredentismo serbo, chiuse la strada all’espansione tedesca e scontentò la Bulgaria.