(romeno Basarabia) Regione dell’Europa centro-orientale (44.300 km2), posta tra il Prut, il Danubio, il Mar Nero, il Dnestr; politicamente è ora ripartita tra l’Ucraina (la parte più meridionale) e la Moldova; la città principale è la capitale moldava Chişinǎu. La regione fa parte di una larga sinclinale riempita dalle alluvioni in modo da formare una piattaforma di strati terziari, che ricoprono le superfici più antiche. Nel complesso la B. si presenta come una regione in prevalenza disalberata, dal rilievo poco ondulato, ricoperto da campi di grano, con corsi d’acqua lenti e dal corso mal regolato, che spesso impaludano. La parte settentrionale e centrale è costituita da una serie di colline, separate da valli poco profonde, con colture di alberi da frutto, vite e tabacco. Verso S il rilievo si attenua e la piattaforma diluviale dà luogo a una steppa, percorsa da ampie valli, coperte da terra nera e da löss, favorevoli alla coltura dei cereali e al pascolo.
Zona di accesso alle bocche del Danubio e ai Balcani, la B., dopo la crisi delle invasioni barbariche e dei vari insediamenti di Goti, Unni, Avari, Bulgari, Bessi, Ugri, Peceneghi (sec. 10°), Polovzi (sec. 11°), nel 13° sec. fu sommersa dai Mongoli di Bātū, mentre i Genovesi fondavano empori commerciali sulle rive del Dnestr. Nel 1367 sottoposta ai principi di Moldavia, nel 16° sec. cadde alternativamente in mano dei Turchi o dei Tatari di Crimea per poi diventare, dal 18° sec. in poi, motivo di contesa tra Russi e Turchi. Nel 1812 fu annessa alla Russia, che incluse in essa parte del delta del Danubio.
Dopo la rivoluzione bolscevica, la B. si dichiarò indipendente e decise l’unificazione con la Romania (1918), ratificata nel 1920 dal Trattato di Parigi. L’URSS non riconobbe mai questo passaggio e nel giugno 1940 ottenne dalla Romania la B., insieme alla Bucovina settentrionale, che le furono poi assegnate in forza del trattato di pace fra gli Alleati e la Romania (Parigi, 1947).