(gr. Θεσσαλία, lat. Thessalia) Regione storica e amministrativa della Grecia centrale (14.037 km2 con 737.034 ab. nel 2007), attualmente suddivisa fra i nomi di Lárissa, Tríkala, Kardítsa e Magnesia. Capoluogo Lárissa. È quasi completamente circondata da montagne, a O il Pindo, a N l’Olimpo, e costituita dalle fertili valli di Tríkala e Lárissa. Il sistema idrografico è costituito quasi esclusivamente dal fiume Peneo e dai suoi affluenti. A E si trova il Lago Kárla. La regione è povera di precipitazioni e tale circostanza influisce sulle coltivazioni, costituite da tabacco, olivi, agrumi e legumi. Miniere di cromite. Le industrie sono concentrate a Lárissa, mentre Volo è il porto di smercio dei prodotti. A NO di Tríkala sono famosi i conventi delle Meteore (➔).
La T. fu abitata almeno dal Neolitico. Nella civiltà tessalica, di aspetto culturale neolitico attardato e diffusa nelle pianure del Peneo e dello Spercheo e attorno alla Baia di Volo, si riconoscono quattro fasi, delle quali le prime due prendono il nome dalle città tessaliche neolitiche di Dimini e Sesklo. È di questa fase anche la ceramica tessalica, caratterizzata da vasi sferici, coppe e piedistalli a fruttiera, dipinti con motivi geometrici a spirale, fasce, meandri ecc. in colori vivaci su fondo scuro o chiaro. Nella terza fase, a questo tipo di ceramica subentra la minia, nero-grigiastra imitante prototipi metallici (18°-16° sec. a.C.), e ha inizio la decadenza della civiltà tessalica. Nella quarta fase (1500-1200 a.C.) si nota l’influenza della cultura micenea.
In età storica accanto a un’oligarchia di grandi e medi proprietari terrieri vivevano i penesti, da assimilare ai servi della gleba. La regione si divideva in quattro distretti: Pelasgiotide, Estieotide, Tessaliotide e Ftiotide, che costituirono sin dal 6° sec. a.C. tetrarchie, a capo delle quali era un tetrarca, mentre in tempo di guerra magistrato supremo e comune era il tago. Nell’orbita dei Tessali erano anche altre regioni minori (Magnesia, Acaia Ftiotide, Dolopia, Malide ecc.). Nell’età arcaica (7°-6° sec.) la T. fu potente per le ricchezze agricole, l’esercito in cui eccelleva la cavalleria e l’influenza che aveva sull’anfizionia delfica. In questo periodo emersero le grandi famiglie aristocratiche (terriere) degli Alevadi di Larissa, Echecratidi di Farsalo, Scopadi di Crannon. Nel 5° sec. le lotte tra le varie casate nobili, tra proprietari terrieri e città e, nell’ambito delle stesse città, tra abbienti e proletari, minarono la coesione dei Tessali. Tra la fine del 5° e la prima metà del 4° sec. i tiranni di Fere, Licofrone, Giasone e Alessandro, tentarono l’unificazione della regione: non vi riuscirono stabilmente, anzi indebolirono la T. al punto che cadde, nel corso della terza guerra sacra (356-346), in mano di Filippo II di Macedonia. Dopo la battaglia di Cinoscefale (197), i Romani dichiararono la T. autonoma con ordinamenti federativi, che rimasero in vita anche dopo il 148, quando la regione fu sottoposta all’autorità del governatore romano della Macedonia. Da Augusto la T. fu assegnata alla provincia Acaia e da Antonino Pio alla Macedonia; Diocleziano, alla fine del 3° sec. d.C., ne fece una provincia autonoma. Dopo la morte di Teodosio (395 d.C.) la T. fu occupata da Stilicone, che fu poi costretto a ritirarsi da Arcadio. Da allora fece parte dei territori bizantini e fu percorsa da Avari, Slavi, pirati arabi, Bulgari e Normanni. Dopo la quarta crociata (1204) fu assegnata con la Macedonia a Bonifacio di Monferrato, per passare poi a Teodoro Angelo Comneno, despota di Epiro (1225). Stato a sé dal 1271 al 1318, insieme all’Acarnania e all’Etolia, fu poi divisa fra i Bizantini e la Compagnia catalana. Dominata da Stefano Dušan di Serbia (1349-55), poi da Simeone Uroš, nel 1393 fu conquistata dai Turchi. Dal 1821 al 1881 partecipò ai moti per l’annessione alla Grecia, che avvenne il 24 maggio 1881.
Il dialetto tessalico, appartenente al gruppo eolico e attestato quasi esclusivamente da iscrizioni, presenta numerose varietà dialettali. Fra i tratti più caratteristici, nella fonetica, la pronuncia ū di ω (ἔδουκε «diede», per ἔδωκε) e l’esito ρρ del nesso ρι davanti a vocale (κύρρον «signore» per κύριον); nella morfologia, il genitivo singolare in -οιο e -οι dei temi in -o- (πολέμοιο «della guerra», χρόνοι «del tempo», da πόλεμος e χρόνος).