(o Ilio; gr. Τροία e ῎Ιλιος o ῎Ιλιον) Antica città, capitale della Troade, situata Categoriea circa 6 km dalla costa occidentale dell’Anatolia settentrionale, presso lo sbocco dei Dardanelli, in un punto strategico all’incrocio dei passaggi dall’Asia all’Europa, all’ingresso del Mar Nero, in una regione di miniere di argento.
La leggenda indica come fondatore della città l’eroe Dardano e come costruttori della cinta muraria gli dei Apollo e Posidone. Di padre in figlio la signoria della città passò a Priamo, il cui figlio Paride, con il ratto di Elena, moglie di Menelao re di Sparta, provocò la guerra di T., spedizione di contingenti di tutte le città greche guidati dai loro re, che dopo un assedio di 10 anni distrussero la città. Attorno a questa impresa fiorì un grandissimo ciclo di leggende e molti poemi (ciclo troiano), tra i quali principali quelli di Omero. Pochi degli abitanti di T. si salvarono: tra essi Enea, che navigò verso le spiagge del Lazio. Nel 6° e 5° sec. T. ebbe importanza solo per il santuario di Atena. Fu sotto la dominazione persiana e poi dei Seleucidi e degli Attalidi. Ebbe dai Romani l’autonomia e Augusto fece ricostruire il tempio di Atena e pose le basi della Ilium novum. Nuovi edifici ebbe la città da Claudio e dai suoi successori.
Basandosi su alcuni documenti epigrafici venuti alla luce nel 18° sec., che attestavano l’esistenza di un insediamento ellenistico e romano chiamato Ilio, e sulla corrispondenza delle descrizioni geografiche contenute nell’Iliade con la topografia del sito, nel 19° sec. H. Schliemann, con una delle più celebri scoperte della storia dell’archeologia, riconobbe sulla piccola altura di Hısarlık, alla confluenza dello Scamandro con il Simoenta, il luogo della T. preistorica e quindi di quella omerica. Gli scavi, che ebbero inizio nel 1871, hanno messo in luce i resti dell’abitato dal 3200 a.C. fino al 400 d.C. circa, distinguendo le suddivisioni dei vari strati; hanno così dimostrato un’ininterrotta urbanizzazione del sito dalla fine del Neolitico/inizio età del Bronzo al tramonto dell’epoca romana. Dagli scavi T. appare essere stata un centro di alto livello di civiltà e prosperità: ne è prova, fra gli altri, il ritrovamento del cosiddetto tesoro di Priamo, gioielli, armi e suppellettili di raffinatissima fattura che Schliemann chiamò così identificando erroneamente lo strato archeologico in cui il tesoro fu rinvenuto con quello, a esso posteriore di circa 1000 anni, corrispondente alla T. omerica. Questa è stata identificata nei resti archeologici pertinenti allo strato VII, datati alla prima metà del 13° sec. a.C. (datazione in accordo con l’espansione dei regni micenei) e connotati da evidenti segni di saccheggio e incendio. Le acquisizioni più recenti e significative riguardano la progressiva estensione del circuito murario; il ritrovamento di reperti dell’8°-6° sec. a.C.; il rinvenimento di tombe databili al 14° sec. d.C., che costituiscono le prime testimonianze riferibili all’età bizantina.
Cavallo di T. Secondo la leggenda, cavallo di legno di grandi proporzioni, nel cui interno erano occultati valorosi guerrieri, che fu abbandonato dai Greci presso le mura di Troia. Gli abitanti della città, tratti in inganno dalla menzogna di Sinone, introdussero il cavallo entro le mura; durante la notte però ne scesero i guerrieri greci che aprendo secondo il convenuto le porte di T. ai compagni provocarono la caduta della città.
In informatica, Trojan horse è un virus, diffuso attraverso programmi apparentemente innocui o utili, destinato a compromettere il funzionamento del computer su cui viene installato.