(o Scio, gr. Χίος) Isola della Grecia (904 km2 con 52.150 ab. nel 2006), nelle Sporadi Meridionali (Mare Egeo), prospiciente le coste occidentali della Turchia (da cui la separa il canale di C.). Amministrativamente costituisce un nomo della Grecia, con lo stesso nome. Capoluogo la cittadina omonima (21.200 ab. nel 2001) sulla costa orientale. Produce vino e frutta.
Colonizzata dagli Ioni nel 2° millennio a.C., l’isola si mantenne indipendente fino al 6° sec., quando cadde nell’orbita persiana. Fu ricchissima per i traffici, per lo squisito vino e per i pregiati manufatti. Durante il dominio bizantino, apertasi tra Genova e Venezia la lotta per la supremazia commerciale nel Levante, costituì un fondamentale obiettivo militare delle due Repubbliche finché, dal 14° sec., fu soggetta quasi ininterrottamente ai Genovesi: prima agli Zaccaria (1304-29), poi a una società di armatori (1346-1566), i cui componenti assunsero il nome di Giustiniani. Questi parteciparono alle lotte fra Genova e Venezia e combatterono contro i Turchi, dai quali furono sconfitti nel 1566. Nel 19° sec. l’isola fu centro di un vivace movimento irredentistico; durante la guerra per l’indipendenza greca fu occupata da una flotta turca (1822) e sottoposta a devastazioni e massacri. Nel corso della prima guerra balcanica C. fu conquistata da truppe greche e annessa (1912). Dal 1941 al 1944 fu occupata da truppe italiane e tedesche.
I ritrovamenti archeologici provano l’esistenza di insediamenti fin dal Neolitico. Al periodo arcaico (7°-5° sec. a.C.) risalgono i ritrovamenti di Emporion (dove già era esistito un insediamento miceneo), con il tempio di Atena; quelli da Vrontados, dove è stato identificato un santuario di Cibele (Deskalopetra), quelli di Phana, dove era il tempio ionico dedicato ad Apollo. Sono state inoltre trovate botteghe di ceramica di età arcaica; diffusa in tutto il Mediterraneo, è caratteristica per una decorazione policroma su fondo bianco. Al di fuori dell’acropoli fortificata, rimangono tracce di una città a partire dall’8° sec. a.C., con case a mégaron. Nel periodo classico ed ellenistico furono restaurati gli antichi templi, cui vennero aggiunti alcuni edifici. Del periodo romano rimangono tracce di abitazioni ed edifici pubblici. Di eccezionale interesse è la chiesa di Nèa Monì (1042-56), opera di maestranze costantinopolitane, il cui complesso disegno spaziale (pianta ottagonale cupolata) è completato da una raffinata decorazione marmorea e splendidi mosaici.