(gr. Σποράδες) Isole della Grecia (2050 km2), nel Mar Egeo; si distinguono per posizione e per caratteri fisici in due gruppi, settentrionale e meridionale. Le S. Settentrionali (500 km2), che possono considerarsi una continuazione della Tessaglia e della vicina Eubea, comprendono l’arcipelago a E della penisola magnesiaca (Sciato, Scopelo, Chilidromi, Peristèra, Pelagonisi, Praso, Giura, Psatura, Skàndzoura, Pipèri) e Sciro. Sono prevalentemente montuose, sorgono su una piattaforma di micascisti e scisti metamorfici, e costituiscono il residuo di una terra continentale, divisa da fratture e sommersa. Amministrativamente sono comprese nei nomi di Magnesia e di Eubea. Le S. Meridionali (1550 km2) comprendono le isole di Rodi, Samo, Furni, Nicaria, Patmo, Lisso, Lero, Calino, Coo, Nisiro, Piscopi (Telo), Calchi, Simi, oltre a numerosi isolotti. Di costituzione geologica disforme, hanno, come le S. Settentrionali, un clima tipicamente mediterraneo, con piogge sufficienti, dove lo permettono le condizioni del suolo, per coltivare la vite, l’ulivo, il fico, il mandorlo. Sono incluse nei nomi di Samo e del Dodecaneso. La popolazione poco numerosa (alcune isole sono disabitate), oltre che all’agricoltura, si dedica alla pastorizia, alla pesca e, soprattutto, alle attività turistiche.
Il nome greco Σποράδες [νῆσοι] significa propriamente «le isole sparse», in contrapposizione alle Cicladi, raggruppate circolarmente.