(gr. Κιλικία) Regione dell’Anatolia di SE. Vi si distinguono cinque zone: la C. montana (nell’antichità: C. Trachea o Cilicia aspera); il Tauro di C. a O; l’Antitauro a N, l’Amano a E; e al centro la pianura cilicia, aperta verso il Golfo di Alessandretta e nucleo principale del paese. Coperta da materiali alluvionali portati dai fiumi Seyhan e Ceyhan, poco abitata e steppica nella parte più interna, risulta più fertile a S. Vi si coltivano frumento, orzo, sesamo, mais, riso, canna da zucchero, cotone. I principali centri sono Adana, Mersina e Tarso; inoltre vi sono numerosi villaggi agricoli. Nella parte più interna prevale l’allevamento ovino (lana pregiata).
L’ellenizzazione del paese, precedentemente abitato da popolazioni anatoliche miste, cominciò con Alessandro Magno; poi esso appartenne sovente ai Seleucidi. Dalla metà del 2° sec., la pirateria vi costituì una potente base e i Romani dovettero intervenire più volte per debellarla. Nel periodo romano vi furono diverse separazioni e successivi ricongiungimenti territoriali. In C., a Tarso, nacque s. Paolo, che fece della C. un centro di diffusione del proselitismo cristiano. Dopo quella romana la C. fu sotto la dominazione dei Bizantini, non senza contrasti. Il selgiuchide Alp Arslān (1063-72), vi costituì il regno rupenide di Cilicia.
La C. conta una serie di monumenti importanti per la storia dell’architettura religiosa in Oriente, di transizione fra la Siria e l’Anatolia: nella C. orientale specialmente chiese a pianta basilicale, coperta a travature (Corico); nella C. occidentale, nella Licia e nella Panfilia i più antichi esempi conosciuti di basilica a cupola (notevole la chiesa di Koca Kalesi).
Porte di C. È il nome classico (e tuttora in uso) del passo (1160 m s.l.m.) a N di Tarso, nel Tauro, attraverso il quale si scende dalla Cappadocia in Ci; il nome turco è Gülek boğaz. Di importanza strategica nell’antichità, è attraversato dalla ferrovia del Tauro che mette in comunicazione Adana con Ulukÿşla.