(turco Ískenderun) Città e porto della Turchia (177.294 ab. nel 2007), nella provincia di Hatay, sulla costa sud-orientale del golfo omonimo. Il commercio è rappresentato in esportazione soprattutto da prodotti alimentari, in importazione da merci lavorate. Praticata la pesca. Attività industriali nei settori alimentare, siderurgico e chimico. Un oleodotto, lungo circa 500 km, la collega ai giacimenti petroliferi di Batman.
È l’Αλεξάνδρεια κατὰ ᾿Ισσόν fondata dai Greco-Macedoni al posto di un centro fenicio e così chiamata a ricordo della battaglia di Isso (333 a.C.); fu detta più tardi ᾿Αλεξάνδρεια ἡ μικρά («Alessandria la Piccola»), da cui la forma diminutiva del nome arabo ed europeo. Acquistò importanza con lo sviluppo di Aleppo, quale sbocco del commercio carovaniero con la Mesopotamia.
Golfo di A. Insenatura ampia e profonda del Mar di Levante che incide la costa meridionale dell’Asia Minore a NE di Cipro. È costituita da due bacini, uno esterno più largo (profondità tra 200 e 1000 m), e uno più interno assai ristretto (profondità inferiore a 200 m), nel quale si trova il porto principale di A.; altro porto importante è Mersina.
Sangiaccato di A. Suddivisione amministrativa dell’Impero ottomano, facente parte del vilâyet di Aleppo. Alla fine della Prima guerra mondiale, passò con la Siria sotto il mandato della Francia che, con l’accordo franco-turco di Ankara (1921), modificato con la convenzione Rüştü Aras-de Jouvenel del 1926, promise per A. uno speciale regime di autonomia. Riconosciuta dalla Francia l’indipendenza della Siria (1936), la Turchia chiese l’indipendenza anche per il sangiaccato, ricorrendo alla Società delle Nazioni: si venne agli accordi del maggio 1937, che garantivano l’integrità territoriale, la smilitarizzazione del sangiaccato e una zona franca nel porto per la Turchia; ma questo regime fu violentemente oppugnato dalla Siria, la cui Camera si pronunciò per l’unità ‘indivisibile’ della Siria. La questione si trascinò ancora fino all’accordo franco-turco del 1939 con cui si attribuì il sangiaccato alla Turchia, che lo annesse con il nome di Hatay, provocando però nuove proteste della Siria.