Avanzamento più o meno accentuato e aperto del mare entro la terraferma, con profondità varia ma prevalenza di fondali bassi o medi. I g. si distinguono a seconda delle cause determinanti e delle forme risultanti; sono frequenti quelli decorrenti in senso parallelo alle curvature dell’asse tettonico delle catene costiere; tettonici sono pure quelli determinati dall’ingressione marina sinclinale compresa tra due catene piegate verso l’alto; altri g. sono dovuti a sommersioni, a fratture ecc.
Il G. per antonomasia fu detto l’Adriatico nei documenti di Venezia, a partire dal 13° sec., e capitano del G. il magistrato elettivo che vi soprintendeva, le cui funzioni durarono fino al 18° secolo. In epoca contemporanea, viceversa, G. è usato come nome regionale per indicare l’area del G. Persico, di grande interesse economico e geopolitico.
Corrente del G. Parte settentrionale del circuito di correnti oceaniche nordatlantiche. Il nome le fu attribuito da B. Franklin, che riteneva trattarsi di un fiume oceanico con le sorgenti nel G. del Messico e fluente verso l’Artide. L’originaria denominazione inglese, Gulf Stream, è entrata nel linguaggio scientifico internazionale. In realtà, la fortissima corrente calda che esce dal G. del Messico attraverso il Canale della Florida è una parte della Corrente Equatoriale Nordatlantica che, attraversato l’Oceano in direzione E-O, si suddivide nella zona delle Antille: parte costeggia all’esterno l’arco insulare, parte percorre tutto il G. del Messico in senso orario. I due rami si riuniscono tra la Florida e le Bahama. In questo tratto la velocità, che in superficie è di 3-4 nodi, è ben avvertibile fino a profondità di 300 m e oltre. La portata della corrente del G. è enorme: raggiunge gli 80 milioni di metri cubi al secondo, circa 20 volte superiore a quella convogliata al mare in un secondo da tutti i fiumi e i ghiacciai della Terra.
Guerra del G. Espressione con la quale si indicano sia la guerra tra Iran e Iraq, scoppiata il 17 settembre 1980 a seguito dell’occupazione dello Shatt-al-Arab da parte delle truppe irachene, sia i conflitti che hanno opposto coalizioni occidentali guidate dagli USA all’Iraq di Ṣ. Ḥusain. Il primo di questi (gennaio-febbraio 1991) scaturì dall’occupazione irachena del Kuwait. Pesantemente bombardato dalle forze dell’ONU guidate dagli USA, l’Iraq fu costretto alla resa. Il secondo (marzo-aprile 2003) scoppiò con l’attacco all’Iraq, non avallato dall’ONU, da parte di una coalizione anglo-americana, in seguito all’accusa – rivolta al governo iracheno – di alimentare il terrorismo e di possedere armi di distruzione di massa. Conclusasi con l’abbattimento del regime di Ṣ. Ḥusain, la guerra ha però innescato una fase di profonda instabilità nel paese.